martedì,Maggio 14 2024

Il “Gagliardi” di Vibo e la migliore tradizione dolciaria di Pasqua – Foto

Lezione dimostrativa a conclusione dell’attività didattica e formativa. All'opera l’alto valore professionale dal maestro pasticcere Alessandro Greco

Il “Gagliardi” di Vibo e la migliore tradizione dolciaria di Pasqua – Foto
Docenti, alunni e maestri dolciari in una foto ricordo

Serata all’insegna della tradizione pasquale nei laboratori dell’Istituto Alberghiero “Enrico Gagliardi” di Vibo Valentia, promossa e organizzata dai docenti di enogastronomia del corso serale (professori Gioela Cardamone, Giuseppe Comerci e Francesco Cocciolo). L’iniziativa è stata rivolta agli studenti e ha coinvolto tutte le discipline dall’ambito storico-antropologico religioso (curato dai docenti Nicola Rombolá e Raffaele Cuppari)a quello della scienza e cultura dell’alimentazione (Professori Aurora Vallone e Domenico Lo Gatto) infine quello linguistico (docente Pina Pugliese). Questa lezione dimostrativa conclude l’attività didattica e formativa in precedenza svolta in tutte le classi con la partecipazione del dirigente scolastico Pasquale Barbuto. All’opera l’alto valore professionale dal maestro pasticcere Alessandro Greco, in collaborazione con la delegazione provinciale, nella preparazione dei dolci tipici presenti nella nostra tradizione culinaria o meglio dei simboli pasquali di questo periodo di cui si sono persi i significati in questo mondo esclusivamente consumistico. [Continua in basso]

L’Uovo di Pasqua: storia e significato simbolico

“Omne vivum ex ovo”, cioè “tutti i viventi nascono da un uovo”, è il motto che per secoli ha spiegato il principio che la vita non può avere origine dal nulla. Da esso capiamo quale importanza abbia sempre avuto l’uovo, con la sua forma perfetta nel nostro immaginario; la sua forma ovale è infatti una linea senza inizio e senza fine (infinita) che richiama l’eternità. In tutto il mondo, l’uovo è il simbolo della Pasqua. Dipinto o intagliato, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, l’uovo è parte integrante della ricorrenza pasquale e nessuno vi rinuncerebbe. Ma quanti di noi conoscono il significato autentico di questo simbolo? Se quelle di cioccolato o di cartapesta hanno un’origine recente, le uova vere colorate e decorate hanno una storia antichissima, che affonda le sue radici nella tradizione pagana. Simbolo della vita che nasce, l’uovo cosmico è all’origine del mondo: al suo interno avrebbe contenuto il germe degli esseri. Presso i greci, i cinesi e i persiani, l’uovo era anche il dono che veniva scambiato in occasione delle feste primaverili, quale simbolo della fertilità e dell’eterno ritorno della vita. Gli antichi romani usavano seppellire un uovo dipinto di rosso nei loro campi, per propiziarsi un buon raccolto.

Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vengono recepiti dalla nuova religione. La stessa festività pasquale, d’altro canto, risente di lontani influssi: cade, infatti, tra il 25 marzo e il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al plenilunio che segue l’equinozio di primavera. La Pasqua, insomma, si festeggia proprio nel giorno in cui si compie il passaggio dalla stagione del riposo dei campi a quella della nuova semina e quindi della nuova vita per la natura. Anche in occasione della Pasqua cristiana, dunque, è presente l’uovo, quale dono augurale, che ancora una volta è simbolo di rinascita, ma questa volta non della natura bensì dell’uomo stesso, della resurrezione di Cristo: il guscio è la tomba dalla quale Cristo uscì.

La Pastiera tra significato e simboli

La pastiera è un dolce di pasta frolla, ricotta, uova e grano, nato ufficialmente a Napoli nell’antichissimo monastero di San Gregorio Armeno dove le monache vollero celebrare la Risurrezione creando un dolce che fosse carico di simboli. Un dolce che unisse il profumo dei fiori dell’arancio del giardino conventuale con la bianca ricotta ed il grano e le uova simbolo di nuova vita, l’acqua di mille fiori odorosa come la primavera, col cedro e con le spezie asiatiche. Nella simbologia degli ingredienti quindi, compare oltre all’uovo, un altro elemento comune a tutti i preparati di questo periodo, il grano. Il grano è simbolo di vita; dal grano si ricava la farina con la quale si prepara il pane che è il cibo per eccellenza e che ci richiama l’eucarestia. Ma c’è un’altra cosa da considerare; per ottenere la farina, il grano deve subire un processo di battitura e deve passare per una macina per essere ridotto quasi in polvere; questo ci ricorda in simbolo la passione di Cristo che è stato umiliato e battuto prima di andare in Croce (gli schiaffi, gli sputi, le frustate, ecc.). La tradizione vuole che la pastiera si prepari il Giovedì Santo per poi consumarla il lunedì in Albis. [Continua in basso]

Le Pitte Pie

I famosi dolci tradizionali calabresi chiamati anche nepitelle, mezzelune di pasta frolla dal delizioso ripieno a base di mandorle, noci, uvetta, marmellata, cannella e altro a seconda della zona di provenienza.  Un tempo le donne di casa fin dall’estate iniziavano a raccogliere e mettere da parte gli ingredienti. Le Pitta pie Pasquali sono un dolce tipico, della zona vibonese, che si prepara in occasione della Pasqua ma presente anche sulle tavole natalizie.  La leggenda vuole che portino il nome delle “anime pie” ossia, ricordano le donne pie che pregarono e versarono lacrime sulla tomba di Cristo, per la sua morte.  Il senso di questo dolce è di festeggiare l’arrivo della Pasqua. Infatti la sua preparazione, incomincia il Venerdì santo, per ricordare appunto la passione di Cristo.  I tre cerchi che vengono fatti sul disco che copre il ripieno ricordano la Trinità di Dio.  Tradizionalmente, vengono servite in tavola la notte di Pasqua perché si vuol significare: “Non piangete più: Cristo è Risorto!”.

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