martedì,Aprile 23 2024

Pizzo, il Premio Caccuri manda in scena la letteratura calabrese – Foto

Tre gli autori presenti nel corso della serata svoltasi al Castello Murat: Filippo Veltri, Giuseppe Gervasi e Gabriella D’Atri

Pizzo, il Premio Caccuri manda in scena la letteratura calabrese – Foto
Un momento della serata

«Il mondo letterario calabrese sta attraversando un momento di straordinarie fortune ed il nostro obbiettivo è quello di sostenere quanto più possibile gli scrittori della nostra regione». Questo il messaggio lanciato da Adolfo Barone, Roberto De Candia ed Olimpio Talarico, ideatori e fondatori del Premio Caccuri, nella serata che si è tenuta sul suggestivo affaccio del Castello Murat di Pizzo. Parole riprese da Antonio Chieffallo, direttore artistico degli itinerari Caccuriani: «Quest’anno Caccuri ha tenuto la sua undicesima edizione. Un evento che, per quanto riguarda la saggistica, è considerato il più importante d’Italia. Per ovvie ragioni organizzative, nelle cinque serate del Premio, non è possibile concedere lo spazio desiderato alle sempre più numerose figure di spicco del mondo autoriale calabrese. I tre appuntamenti realizzati a partire dal mese di agosto, sono serviti proprio a dare voce ad una parte di quell’universo letterario costituito da autori di altissimo profilo». [Continua in basso]

La serata è stata fortemente voluta dal sindaco di Pizzo Sergio Pititto: «La cultura costituisce uno dei primi veicoli di emancipazione civile della nostra regione. Puntiamo a far diventare Pizzo un punto di riferimento per la Calabria». Tre gli autori presenti nel corso della serata. Ha iniziato Filippo Veltri con il saggio “Quando c’era la politica”: «È una riflessione su un periodo storico di cui non ho alcuna nostalgia ma che ha conosciuto un modo di fare politica segnato da una forte identità ideologica, presenza sul territorio e coerenza di atteggiamenti. Un patrimonio sprecato dai partiti di cui, però, non c’è quasi più traccia oggi». Subito dopo Gabriella D’Atri, autrice del saggio “la ribellione di Michele Albanese”: «È la storia di un uomo coraggioso scritto, però, anche per dare voce ai tanti giornalisti minacciati e che vivono sotto scorta nel nostro Paese». Ha chiuso la serata Giuseppe Gervasi con il suo “Dietro una porta ho atteso il tuo respiro”: «Ho voluto scrivere una vicenda personale che mi ha profondamente segnato sotto il profilo umano e che può servire anche per riflettere, ancora una volta, sul triste percorso dell’emigrazione sanitaria». Gli autori hanno dialogato con Elisa Chiriano: «È stata una serata emotivamente molto coinvolgente». Antonio Chieffallo ed Emanuele Bertucci: «Il Premio Caccuri è la prova che questa terrà può affrontare e vincere qualsiasi sfida». L’evento è terminato con le applaudite incursioni teatrali di Daniel Cundari.

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