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Drapia, nell’area di “Torre Galli” si recupera un bene sequestrato alla criminalità

Oltre un milione di euro per riqualificare un manufatto e un'area di circa otto mila metri quadrati ricadenti nel sito preistorico reso noto dall'archeologo Paolo Orsi

Drapia, nell’area di “Torre Galli” si recupera un bene sequestrato alla criminalità
Drapia e, nel riquadro, il sindaco Porcelli
Caria, manufatto sequestrato a Torre Galli

Per la prima volta nella sua storia, il Comune di Drapia potrà beneficiare della gestione di un bene confiscato alla criminalità organizzata da destinare alla promozione della legalità e alle molteplici attività di valorizzazione del territorio. L’ente si è infatti aggiudicato il finanziamento di oltre un milione di euro per il recupero del manufatto, con annesso terreno, ricadente nell’area di Torre Galli nella frazione di Caria, un luogo intriso di storia e reso famoso dall’archeologo trentino Paolo Orsi con numerose campagne di scavo in cerca dell’origine del nome “Italia” e del suo popolo, gli Italici. [Continua in basso]

La riqualificazione prevede «una serie d’interventi tra i quali la demolizione e la ricostruzione del manufatto che diventerà un centro per l’erogazione di servizi correlati alla promozione della legalità e della cultura», fanno sapere dall’amministrazione comunale. Inoltre, «la sistemazione della parte esterna consentirà di rendere fruibile un’area destinata allo svolgimento di attività all’aperto, con appositi percorsi dedicati ai settori storico-archeologico, enogastronomico, culturale e turistico con annesso un servizio di Bike sharing». Con questo ulteriore significativo intervento l’amministrazione Porcelli «vuole contrastare senza riserve il fenomeno della criminalità organizzata, recuperando un’area di oltre 7.700 metri quadrati. Questo luogo deve diventare un punto di riferimento per tutta la comunità, dove favorire l’aggregazione sociale». Tutto questo, ricade «in un contesto impregnato di una storia quasi unica a livello nazionale, che abbraccia il periodo archeologico della tarda preistoria e della protostoria ed, in particolare, l’Eneolitico e le età del bronzo e del ferro nell’Italia centro-meridionale».

Un passo indietro nella storia di “Torre Galli”

Studenti ed archeologi durante la campagna di scavo del 2013

Torre Galli” è il sito archeologico più importante dell’età del ferro nel Mediterraneo. Questo è quanto emerso durante gli studi archeologici iniziati negli anni ’20 dal maggior archeologo italiano Paolo Orsi, proseguiti poi nell’estate del 2013 da alcuni studenti ed archeologi della Facoltà di Archeologia dell’università Federico II di Napoli. Orsi rinvenne una necropoli di circa 330 tombe e, continuando gli scavi, concluse che l’insediamento era precedente all’invasione greca. Stabilì che a partire dal IX fino al IV secolo a.C. il sito era abitato dagli Italici, discendenti dal re Italo. Dopo due anni di campagna di scavi, eseguiti nuovamente tieni anni fa, coordinata dal professore Marco Pacciarelli della Federico II di Napoli, il gruppo, completando gli studi di Orsi, ha rinvenuto l’abitato costituito da fossati fortificati difensivi e una rete viaria anti invasione, oltre a preziosi monili di ambra lavorata raffiguranti scarabei. Addirittura gli scavi hanno riportato alla luce le tracce del vasto incendio che colpì l’insediamento in seguito rifondato.

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