lunedì,Dicembre 2 2024

Vibo, gli studenti scendono in piazza contro lo smembramento del Liceo “Capialbi”

Chiedono di essere ascoltati reclamando anche l'attenzione del prefetto. Ecco le ragioni che hanno portato al sit-in pacifico che si è svolto lungo corso Vittorio Emanuele III

Vibo, gli studenti scendono in piazza contro lo smembramento del Liceo “Capialbi”

Non sono disposti ad accettare passivamente “soluzioni assurde e inadeguate” gli studenti del Liceo “Vito Capialbi” di Vibo Valentia che stamattina sono scesi in piazza per protestare contro lo smembramento della loro scuola a seguito di consistenti lavori strutturali che interessano il plesso in questione. Prima del sit-in su corso Vittorio Emanuele III, nell’aula Magna del Liceo Statale “Vito Capialbi” si è svolta l’assemblea dei rappresentanti degli studenti, per discutere, appunto, della questione relativa ai “Lavori di adeguamento sismico presso la sede centrale dell’istituto e la dislocazione di alcune classi in altre sedi. Dall’assemblea è emersa tutta la preoccupazione per la situazione che si andrà a creare all’avvio di tali lavori. Già da subito, l’amministrazione provinciale “pretende” che venga consegnato tutto il blocco centrale dell’edificio di via Santa Ruba, e che le classi attualmente collocate in centrale vengano distribuite in altri edifici. Oltre alle attuali tre sedi (Centrale, Ite e Palazzo della Provincia) – rendono noto gli studenti – dovremmo così avere altre due sedi, quattro classi al Liceo Berto e cinque al piano terra di un edificio non a norma, che si trova sulla strada statale 606, dove sono ubicati l’Istituto Alberghiero, l’Industriale ed il Geometri. Località che si trova a tre chilometri circa dalla nostra sede centrale. E’ ovvio che lo smembramento della scuola con la dislocazione delle classi in ben cinque diversi sedi, alcune assai lontane, rappresenta la disgregazione di una comunità scolastica, che rischia di perdere la propria identità. Inoltre, i lavori che inizieranno a breve nell’edificio centrale e che dovranno interessare la demolizione di intere pareti, creerà di certo problemi alla nostra attività didattica, con il rischio di interrompere lo svolgimento delle lezioni e ledere il nostro diritto allo studio. Ci chiediamo se non fosse stata possibile una soluzione diversa per conciliare l’esecuzione dei lavori e la normale attività didattica, certo non sta a noi studenti trovare la soluzione a questo problema ma ci sono le istituzioni preposte a questo. In questo caso l’amministrazione provinciale, che però ha pensato bene di non tenere assolutamente in conto le nostre esigenze ed i nostri diritti ed è rimasta sorda a qualunque problematica, criticità o proposta del nostro dirigente scolastico”.

Il liceo "Vito Capialbi" di Vibo

E ancora, gli studenti rimarcano la loro “assoluta contrarietà alle direttive della Provincia e all’atteggiamento che il presidente e il responsabile tecnico stanno tenendo. Le nostre ragioni devono essere ascoltate e il nostro dirigente, che ci rappresenta, deve essere ascoltato. Ci continuano a chiedere di fare sacrifici ma noi studenti del Capialbi, già da anni senza che ci fosse il problema dei lavori, abbiamo accettato di buon grado i sacrifici richiesti. Anche in questo caso conseguenza di una mancata programmazione in tema di edilizia scolastica. Da anni alcuni di noi sono costretti a lasciare la sede centrale, con tutto ciò che questo comporta in termini di fruizione di laboratori, palestra, biblioteca ed altri servizi della scuola. Collocati alla meno peggio in locali spesso improvvisati ad aule, guardati con diffidenza dalle scuole “costrette” ad ospitarci. Non abbiamo mai avanzato pretese o attuato proteste, abbiamo accettato qualunque collocazione ci venisse offerta. Questa volta non siamo disponibili ad accettare passivamente soluzioni assurde ed inadeguate, frutto di una mancanza di volontà al dialogo ed alla comprensione dei problemi, da parte di chi dovrebbe garantire il nostro diritto allo studio ed è invece impegnato in un braccio di ferro che non porterà da nessuna parte”. Per tutte queste ragioni “abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso con un sit-in sotto la sede della Prefettura – concludono gli studenti già – e non intendiamo arretrare nella nostra protesta finché non saranno ascoltate le ragioni della nostra scuola. Pretendiamo che il tavolo di concertazione, chiesto più volte dal nostro dirigente al presidente della Provincia, sia convocato al più presto e che il prefetto intervenga nel caso la Provincia restasse ancora insensibile alle nostre ragioni. Anche i genitori, i docenti e il personale Ata saranno al nostro fianco, perché qui è in gioco il nostro diritto allo studio ed il nostro futuro”.

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