lunedì,Maggio 20 2024

Caso Ilaria Salis, Ande Vibo: «Violati diritti umani»

La sezione provinciale in merito alla vicenda della maestra detenuta a Budapest si unisce all’appello dell’associazione nazionale e chiede l’intervento dei ministri Nordio e Tajani

Caso Ilaria Salis, Ande Vibo: «Violati diritti umani»
Ilaria Salis, foto ansa

Il caso Salis continua ad alimentare il dibattito politico e sociale. L’Ande, Associazione nazionale donne elettrici, tramite la presidente Marisa Fagà ha espresso «indignazione, disappunto e sconcerto per il trattamento che il sistema giudiziario ungherese sta riservando a Ilaria Salis, detenuta a Budapest da quasi un anno con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra durante una manifestazione pubblica». «L’apertura del processo alla maestra milanese di 39 anni», si fa rilevare, «ci ha messo difronte ad immagini crude, che non avremmo mai voluto vedere. Le manette ai polsi e alle caviglie, le estremità legate a loro volta da un cinturone con cui le guardie penitenziarie trascinano l’imputata a mo’ di guinzaglio, e, più in generale, il modo in cui la ragazza è stata accompagnata in aula per la prima udienza, è la testimonianza diretta di un sistema che viola sistematicamente la dignità umana e i diritti umani fondamentali oltre che i più basilari principi di diritto e giuridici di matrice europea». Il sodalizio ha inteso fare proprio l’appello lanciato dal papà, Roberto Salis: «’Non è civile, in un Paese europeo, celebrare un processo equo in queste condizioni’». Per questo si auspica «un intervento concreto e immediato della Farnesina e del ministro degli Esteri Tajani». Parole condivise dalla sezione provinciale rappresentata dalla presidente Maria Pia Masè: «Ilaria Salis – ha commentato la referente territoriale- è un’italiana detenuta in Ungheria in condizioni che non garantiscono alcun rispetto dei diritti umani fondamentali. Con accuse non provate rischia fino a 24 di detenzione. È una violazione dei diritti umani e del diritto ad un giusto processo, ribadito anche dal Consiglio d’Europa, di cui fa parte l’Ungheria». Ande Vibo si unisce all’appello fatto pervenire ai ministri Nordio e Tajani affinché si intervenga al più presto.

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