giovedì,Maggio 2 2024

Diocesi di Mileto, il messaggio del vescovo per la Santa Pasqua

Nell’occasione vengono ripercorse le fasi del triduo pasquale. Monsignor Nostro: «La risurrezione di Cristo dà gloria all'umanità sofferente e umiliata»

Diocesi di Mileto, il messaggio del vescovo per la Santa Pasqua

«Il triduo pasquale racconta il dono meraviglioso che il Signore ci ha fatto. Giovedì, nella messa della cena del Signore, abbiamo ricordato il dono del sacerdozio, il dono dell’eucarestia. In tutto questo si è inserito il segno meraviglioso e bellissimo della lavanda dei piedi, che un po’ è la firma e la sintesi della presenza di Cristo in mezzo a noi. Gesù lava i piedi ai discepoli perché non si può dire di amare se non si è servi e se non ci si mette al servizio degli altri, non si può dire di amare realmente se non si è persone libere di andare anche contro se stessi e contro quelle sensazioni sgradevoli. Un gesto rivoluzionario e bellissimo che, speriamo, condurrà liberamente anche noi a lavare i piedi di coloro che intendiamo amare». Inizia così il messaggio indirizzato ai fedeli per Pasqua dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro. Nell’occasione il presule ripercorre le tappe che porteranno all’apoteosi finale della risurrezione. «Il venerdì Santo – spiega – è stato per noi un dono ulteriore, perché attraverso la liturgia della parola ci siamo resi partecipi della passione di Cristo. Abbiamo avuto modo di metterci sotto la croce e di vedere una persona umanamente rovinata, a cui è stata tolta la dignità, ma che è il più bello dei figli dell’uomo. È stato bello metterci in silenzio davanti a lui e chiedergli perché ha fatto questo per noi, ringraziarlo e contemplare da sotto il mistero della Croce, così come ha fatto Maria che ha visto morire suo figlio. Il sabato Santo – aggiunge – è una realtà di cui spesso non si parla. È bellissimo, invece, pensare che Cristo è disceso agli inferi, che non è l’inferno ma un “luogo non luogo” dove le anime aspettavano la redenzione di Israele. Lì il Signore va a cercare da Adamo ed Eva fino al buon ladrone e li porta tutti in Paradiso. Il lucernario del sabato Santo segna proprio l’ingresso e l’apertura delle porte del Paradiso, ed è bellissimo pensare che noi parteciperemo alla stessa liturgia di redenzione e di lode al Signore per questa grande opera».

Il presule nel suo messaggio focalizza poi l’attenzione sulla domenica di Pasqua. «Maria Maddalena – sottolinea – piange disperata perché il maestro non è più dove lei immaginava di poterlo trovare. In quel mattino il padre restituisce tutto al figlio, dopo che lui ha dato tutto di sé al padre e che per l’umanità ha sacrificato se stesso. Il padre, per rispondere a questo atto di amore e di grazia, gli restituisce tutto potenziato milioni di volte, dando gloria a quell’umanità sofferente e umiliata che Cristo, però, ha portato addirittura in paradiso. Quell’umanità, quel corpo umano derubricato e risorto, sono l’anticipazione di quella realtà che ci attende in paradiso». Monsignor Nostro conclude il suo messaggio augurando a tutti che questa Pasqua sia segnata dal servizio dalla libertà dall’amore e che «anche la nostra vita possa essere un’oblazione dove ci spendiamo per gli altri e pregustiamo già in questa terra una realtà di vita nuova in Cristo».

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