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Vibo non dimentica l’alluvione del 3 luglio 2006: diciott’anni dopo è ancora una ferita aperta

Una messa sarà celebrata a Bivona in ricordo delle quattro vittime, tra cui un bimbo di appena 15 mesi. L'appello della Pro loco di Vibo Marina alla nuova amministrazione comunale perché proceda con la messa in sicurezza del territorio costiero

Vibo non dimentica l’alluvione del 3 luglio 2006: diciott’anni dopo è ancora una ferita aperta
L'alluvione del 2006 a Vibo Marina

Sono trascorsi diciotto anni, ma ancora rimangono negli occhi di chi ha vissuto quella tragica mattina d’estate l’acqua e il fango scesi con forza immane dalla collina, i torrenti straripati, l’esondazione dei canali già ostruiti per invadere con tutta la loro violenza la fragile striscia di terra costiera abbattendosi su strade e case, campagne ed aziende, siti culturali e strutture turistiche. Bivona non vuole dimenticare quella data, con un doveroso ricordo di quanti si sono mobilitati a prestare soccorso: enti, istituzioni, militari, vigili del fuoco, protezione civile, le aziende locali e nazionali che hanno inviato aiuti di ogni genere, i gesti di ammirevole solidarietà da parte di associazioni e comuni cittadini e la partecipazione di tanti giovani venuti da tutta la regione che non si sono risparmiati nello spalare per giorni acqua e fango. Una comunità che ritiene doveroso fermarsi un attimo per ricordare anche le giovani vite perse in quella tragica giornata programmando, per le ore 19 di questo 3 luglio 2024, una messa che verrà celebrata presso la chiesa parrocchiale di san Giuseppe Lavoratore. Quattro le vittime dell’alluvione, tra cui un bimbo di appena 15 mesi.

In occasione della ricorrenza, anche la Pro Loco di Vibo Marina ha inteso commemorare le vittime e ricordare le ferite ancora aperte, tra la gente e nell’ambiente, che attendono di essere curate. «Eravamo forse impreparati – viene osservato – si erano trascurate tante cose, tra cui la prioritaria cura per l’ambiente; non si credeva che i cambiamenti climatici con i loro venti estremi potessero toccare anche la nostra comunità. Ma quella tragedia- si domanda la Pro Loco- ha cambiato qualcosa? La collina e la striscia costiera permangono purtroppo in una situazione di rischio idro-geologico; non è stato fatto quanto dovuto per la messa in sicurezza del territorio. Purtroppo sono stati persi consistenti finanziamenti regionali e non sono stati completati i lavori necessari: soprattutto permangono gli strozzamenti dei fossi-canali che passano sotto la ferrovia e le strade a Vibo Marina, Bivona, Porto Salvo; non è stato effettuato il bacino di contenimento e gli interventi per la regimentazione delle acque piovane dalla collina al mare».

Prendendo atto di quanto si sarebbe dovuto fare e non è stato fatto, il sodalizio rivolge, di conseguenza, un invito alla nuova amministrazione comunale affinché si attivi per «affrontare prioritariamente, oltre ai servizi pubblici mancanti, anche la messa in sicurezza del territorio costiero, per come già nel suo programma, facendo ripartire al più presto i lavori necessari per superare le criticità messe a nudo dall’alluvione del 2006, adoperandosi fattivamente per recuperare i finanziamenti regionali, vecchi e nuovi e , se ritenuto opportuno, facendo luce sui motivi di tanti ritardi».

In conclusione, la Pro Loco evidenzia come sia sua intenzione edificare una stele in un luogo significativo «insieme a quanti credono nell’importanza di non dimenticare il passato, per comprendere l’oggi, per costruire con impegno il domani».

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