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Fabrizia, Rita Tassone racconta il miracolo dello Scoglio: «Sono rimasta paralizzata per 13 anni, ora sto bene grazie a fratel Cosimo» – Video

La donna è tra i primi esempi di guarigione dopo l’incontro col mistico a cui apparve la Madonna: il suo caso è stato certificato dal medico curante

Fabrizia, Rita Tassone racconta il miracolo dello Scoglio: «Sono rimasta paralizzata per 13 anni, ora sto bene grazie a fratel Cosimo» – Video
Rita Tassone

Di Ilario Balì
Rita Tassone, vive a Fabrizia e 36 anni fa andò a Santa Domenica malata terminale in condizioni critiche per un tumore alle ossa che l’aveva ridotta su una sedia a rotelle. È rimasta per 13 anni paralizzata e i medici non le davano speranze. A sostenerla solo la sua grande fede. Dopo anni di calvario, nel 1981 il marito viene a conoscenza delle innumerevoli grazie e guarigioni che avvengono allo Scoglio. In lui si riaccende la speranza, così porta a Fratel Cosimo una fotografia della moglie. Questi gli risponde che la mano dell’uomo non può fare nulla. Serve solo un miracolo, e miracolo è stato.

«Mi disse le stesse parole che Gesù disse a Lazzaro: “alzati e cammina”» racconta la donna. Rita allora, sollevata da una forza misteriosa, inizia a camminare. Il marito vuole aiutarla, perché non si muove più da 13 anni e ha i muscoli atrofizzati. Teme che cada, ma Fratel Cosimo interviene: «Non la toccate, lasciate che Gesù compia la sua opera». Rita scende i gradini, appoggia le mani sullo Scoglio delle apparizioni e prega. Poi risale la scalinata, entra nella cappella e sosta in preghiera davanti al quadro della Vergine Maria. Solo quando termina l’estasi, la donna si accorge del miracolo. «Ancora ora sono qui a ringraziare il Signore – dice – Sto camminando e sto bene».

La notizia si diffonde rapidamente e la guarigione viene certificata dal suo medico curante. Oggi Rita, insieme a suo marito Michele, è una volontaria dello Scoglio e una volta a settimana dalla provincia di Vibo Valentia si reca al Santuario della Locride per ringraziare e pregare la Madonna. Michele ricorda che ci sono voluti molti anni di fede, di sofferenza e preghiere, per strappare il miracolo, e esorta i pellegrini a coniugare la fede con la perseveranza: «Molti vengono qui una volta sola – afferma – pensando di tornare a casa guariti, e talvolta accade, ma non è sempre così. La nostra fede è stata messa a dura prova per anni, prima che il Signore ci concedesse la grazia».

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