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“La bambina e il suo coraggio”, una storia vera di abusi e vittorie: il libro di Maria Grazia Bova presentato a Jonadi

L'autrice: «I genitori devono stare attenti a qualsiasi movimento dei loro figli, solo così possono capire». All'incontro anche il Garante regionale per l'Infanzia e l'adolescenza

“La bambina e il suo coraggio”, una storia vera di abusi e vittorie: il libro di Maria Grazia Bova presentato a Jonadi
Ieri alle ore 18 la presentazione del libro "La bambina e il suo coraggio"

Affrontare un macigno più grande di tutto e che occulta e sbiadisce la propria vita, rendendola vuota e inerme. Reagire però significa riuscire a sollevarlo e scacciando ogni abuso di natura sia fisica che mentale. È ciò che ha fatto Maria Grazia Bova nella presentazione del suo libro, avvenuta ieri alle ore 18 in via Orazio Falduti a Jonadi, intitolato “La bambina e il suo coraggio“, racconto tratto da una storia vera e fatta di abusi che hanno frantumato l’innocente infanzia di una ragazzina. Una testimonianza forte ma che serve per preservare ogni bambino indifeso.

Più attenzione da parte dei genitori

Una tematica forte quella che ha voluto affrontare Maria Grazia Bova, autrice del libro, trasformando la paura in messaggio per i bambini ma soprattutto per i genitori: «Questo libro nasce grazie a un percorso psicologico che io ho fatto per svariati anni e con la mia psicologa che mi consigliò di scrivere tutte quelle che erano le mie sensazioni, emozioni e sentimenti. Così ho fatto». Poche pagine ma che pesano davvero tanto: «Ho scritto queste poche pagine che per me sono l’emblema della libertà e sono orgogliosa di averlo fatto. Inoltre vorrei che questo libro venisse divulgato affinché tutti i genitori possano aprire gli occhi sui loro figli e stare attenti a qualsiasi movimento. Il mio consiglio a chi si trova vittima di queste violenze è quello di parlare il più possibile, solo così si può battere il muro dell’omertà e della paura».

Una mentalità sbagliata

In occasione della presentazione era presente anche Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e autore della prefazione del libro. Un intervento, il suo, pieno di significato ma di grande responsabilità: «Per me essere qui è un grande onore perché fin da giovane combatto per la tutela dei minori, prendendomi cura dei bambini, poiché loro sono una delle voci più autorevoli nella lotta alla pedofilia nel nostro paese». E ancora: «Nella nostra Nazione lo Stato concede al soggetto, all’età di soli 14 anni, l’esercizio della sessualità con i maggiorenni e devo dire che mi sento a disagio solo a pensarci. Purtroppo c’è la mentalità di voler far crescere in fretta i propri figli, non rendendoci conto che molto spesso l’orco è in casa e può essere il padre, lo zio, il vicino di isolato». Ecco allora dove sta il coraggio della protagonista del libro, sottolineato dallo stesso Marziale: «Vorremmo che non ci fossero testimonianze del genere, perché vuol dire che non esisterebbero. Chi subisce tali abusi vive un inferno, muore dentro, e nessuno può prendersi il diritto di mettere le mani sui bambini. Bisogna fare quadrato e aiutare la gente che ci è caduta dentro». Una condanna forte, quella di Marziale, anche sul piano della religione dal momento che ricorda come anche Gesù non contemplava il perdono verso quelle persone che manifestano violenza contro i bambini: “Cristo affermò che chiunque applichi violenze sui bambini si deve legare al collo una pietra da mulino e gettarsi nei profondi abissi del mare».

Divulgare il messaggio

Anche Roberto Laruffa, editore del libro, ha accolto pienamente il messaggio principale di questa pubblicazione, come afferma lui stesso: «Come editoria abbiamo aderito subito all’iniziativa dal momento che questo progetto può e deve andare oltre proprio per il significato che rappresenta. Il senso di queste pagine deve essere divulgato il più possibile e, in questo caso, i messaggi della violenza sono messaggi seri e importanti. Secondo me per un genitore è molto importante leggere questo libro poiché può capire i segnali che manda il figlio o la figlia»

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