Al “padre” della Provincia di Vibo Antonino Murmura intitolata la sala consiliare. La moglie: «Non c’è futuro senza memoria» -Video
Alla cerimonia in memoria del senatore scomparso 10 anni fa e fautore della creazione dell'ente provinciale, hanno preso parte cittadini, istituzioni e studenti. A questi ultimi il messaggio più importante
La sala del Consiglio provinciale di Vibo Valentia è stata intitolata questa mattina al senatore vibonese Antonino Murmura, scomparso l’8 dicembre di 10 anni fa. Una cerimonia a cui hanno preso parte cittadini, studenti e rappresentanti istituzionali per ricordare uno dei più apprezzati politici calabresi. Un piccolo gesto ma dall’enorme valore simbolico: «Voluto fortemente per dare riconoscimento e valore al merito a una figura di primo piano della politica locale che ha saputo proiettarsi anche nella politica e nelle istituzioni nazionali» ha spiegato il presidente della Provincia di Vibo Valentia Corrado L’Andolina.
«Antonino Murmura è un sincero democratico – ha commentato Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale -. Il suo impegno politico nasce all’indomani della Costituzione e la Costituzione è il filo guida della sua attività: prima come amministratore locale e quindi con il contatto diretto con le esigenze della popolazione, delle collettività, degli individui e poi sul piano nazionale; con interventi nell’ambito di diverse riforme che sono in parte attuazione della Costituzione e in parte muovono nello spirito della Costituzione per l’ammodernamento del Paese con un’attenzione sempre all’ottica che parte dalla visione dei diritti del cittadino».
Da sempre esponente della Democrazia Cristiana, Antonino Murmura è stato sindaco di Vibo Valentia nel 1952, consigliere e assessore della provincia di Catanzaro nel 1960, e di nuovo sindaco nel 1964, nel 1968 invece venne eletto in Senato e riconfermato per sette legislature fino al 1994. A lui è riconosciuto inoltre il merito dell’elevazione del rango di provincia del territorio vibonese. «Lui nel 1968, appena è stato eletto, il primo disegno di legge che ha presentato è stato quello della provincia di Vibo – racconta col sorriso Maria Folino Murmura, moglie del senatore -. Ricattava addirittura il Senato pur di ottenere questo risultato e l’ha ottenuto nel 1992. Quindi quanti anni ha combattuto? Però oggi abbiamo questa soddisfazione di avere questa città capoluogo di provincia che era una cosa giusta da fare».
Dopo i saluti istituzionali del presidente della provincia di Vibo Corrado L’Andolina, del sindaco Enzo Romeo e di Maria Folino Murmura, la cerimonia è entrata nel vivo con la benedizione della targa commemorativa da parte di don Nunzio Maccarone, vicario generale della Diocesi di Mileto, Tropea e Nicotera. Sono seguiti gli interventi di Damiano Nocilla, già segretario generale del Senato, che ha parlato dell’umanità e del rigore del senatore nell’esercizio delle sue funzioni parlamentari; di Antonino Pio Arena, giovane studente della Luiss Guido Carli che si è concentrato sull’importanza dell’esempio di Murmura per le nuove generazioni e di Franco Cimino, già segretario provinciale della Dc di Catanzaro, che si è soffermato sull’eredità politica di Murmura.
Un momento di riflessione, di conoscenza e soprattutto un grande insegnamento: «Ai giovani dico che non c’è futuro se non c’è memoria – conclude Maria Folino Murmura -. Ecco, la memoria è importantissima, questi studenti dovrebbero conoscere quella che è la loro storia, la storia della città, degli uomini che l’hanno rappresentata, che l’hanno onorata. Perché non c’è stato solo mio marito, ma ce ne sono stati molti altri, al di là delle idee, al di sopra di tutto. Quindi diciamo che per i giovani è stata una bella e importante lezione quella di oggi».