Cessaniti, la tariffa dello scuolabus come la rata per un’auto nuova: 60 euro. Le famiglie: «Prezzi raddoppiati, è insostenibile»
Malumori nel piccolo centro vibonese a seguito della decisione del Comune di incrementare del 100% l’entità della quota per far fronte al dissesto. Alcune mamme: «Però i soldi per premiare i dipendenti li hanno trovati. Chi ha due figli deve sborsare 120 euro al mese»

Un dissesto economico che rischia di pesare come un macigno sulle tasche dei cittadini. I primi effetti del default finanziario che ha colpito il Comune di Cessaniti, riguardano le tariffe per il servizio di trasporto scolastico dei bambini. La denuncia arriva da alcune mamme dei piccoli studenti che, delibere alla mano, hanno espresso forti malumori per il raddoppio delle tariffe: «Lo scorso anno – affermano – per il trasporto si spendevano 30 euro a figlio. Due bimbi? 60 euro. Il tutto senza tenere in considerazione il reddito di ciascun nucleo familiare né il numero di figli. Oggi, una nuova stangata. Per poter usufruire del servizio si dovranno sborsare 60 euro a testa. Ogni mese. Cifre che schiacciano di non poco conto i bilanci delle famiglie».
Addirittura inizialmente, «si era prospettato un rincaro pari a 145 euro a bambino ma la proposta è stata bocciata». Cifre, commentano le mamme, probabilmente legittime visto il dissesto che ha travolto l’ente. «Infatti il Comune ha facoltà, alla luce della situazione economica, di aumentare le tariffe. Eppure – aggiungono – c’è un paradosso. Prima si deliberano cifre di peso per il servizio trasporto, dopo qualche giorno, però, l’ente “premia” i dipendenti con la liquidazione delle indennità di risultato dopo aver accantonato una cifra di 18mila euro. Non parliamo di spicci. Ma di questi 18mila euro sono stati liquidati ben 5mila euro per un dipendente e circa 6mila e 400 euro per altri cinque. Ingiusto. Entro il 4 agosto – evidenziano – si dovranno raccogliere le adesioni per lo scuolabus ma non crediamo che tutte le famiglie avranno le possibilità di sobbarcarsi queste spese. Bisognerà vedere, a questo punto, se si raggiungerà la percentuale di adesione prevista per l’avvio del servizio».
Altro capitolo, la mensa scolastica: «Su questo, non ci sono novità dopo gli aumenti dello scorso anno. Le cifre sono rimaste invariate e prevedono un pasto a 3 euro, per i secondi figli a 2 euro e via via. Vogliamo però ricordare – fanno presente le mamme – che i rincari ci erano già stati lo scorso anno. Prima i genitori per un pasto pagavano 1 euro e 50 centesimi».
Insomma, un clima di malumori che agita la comunità (specie i residenti nelle frazioni) ancora prima del ritorno tra i banchi: «Vorremo chiedere lumi al sindaco Sorrentino. Come spiega gli aumenti da una parte e i premi ai dipendenti dall’altra? Le famiglie meritano risposte».