Si è conclusa la prima settimana di scuola con il nuovo orario uniforme per l’Istituto comprensivo “Rombiolo–San Calogero–Cessaniti”, che include anche i plessi di Zungri, Zaccanopoli e Nicotera, accorpati dall’anno scorso per effetto della riforma del dimensionamento scolastico in un’unica direzione con circa 1.700 studenti. A guidarlo è stato nominato Angelo Stumpo, che per l’anno 2024-2025 aveva lasciato invariati gli orari esistenti. Da settembre 2025, invece, il dirigente ha avviato un processo di uniformazione: tutti i plessi sono passati alla settimana corta (dal lunedì al venerdì), con un orario di funzionamento reso omogeneo per ordine, grado e tempo scuola.

Il caso Badia di Nicotera

Le novità sull’orario, annunciate con una circolare del 23 luglio, hanno suscitato malumori e preoccupazioni tra le famiglie di due classi del plesso della frazione Badia di Nicotera. Le classi terza e quarta della primaria di Badia, infatti, all’inizio del ciclo di studi avevano scelto il curriculum/tempo scuola da 30 ore settimanali, che nel Piano triennale dell’offerta formativa della scuola (PTOF) 2022-2025 era previsto con tre rientri pomeridiani e la mensa.

Nel processo di uniformazione, il dirigente Stumpo, ha ritenuto opportuno compattare la didattica per quelle classi con un curriculum di 30 ore settimanali, con entrata alle 8 e uscita alle 14, senza mensa, per snellire la gestione del personale scolastico e garantire omogeneità amministrativa.

Una scelta che i genitori di Badia hanno subito contestato, parlando di esclusione e disagio. A complicare il quadro, nella stessa primaria ci sono classi che hanno optato per un curriculum settimanale a 40 ore, che continueranno con orario 8-16 e servizio mensa, creando differenze di trattamento tra bambini dello stesso plesso.

La voce dei genitori

Prima di procedere con la decisione espressa nella circolare del 23 luglio, a gennaio il dirigente aveva promosso un sondaggio, ma rivolto soltanto ai plessi di Nicotera centro e Marina, gli unici sul totale dei 28 che allora funzionavano ancora con la settimana lunga (lunedì-sabato). Badia era già con la settimana corta.

Nel sondaggio era presente anche la domanda sugli orari (con opzione 8-14 continuato o rientri pomeridiani), ma - come ha poi chiarito il dirigente - le risposte sull’orario non erano vincolanti per la scuola. Per le famiglie di Badia, che da settembre hanno perso i rientri con mensa, passando obbligatoriamente all’orario 8-14, questa esclusione dal sondaggio sull'orario è stata motivo di forte malcontento.

«Il nostro plesso non ha potuto esprimersi – affermano i genitori degli alunni di Badia - un bambino di otto anni, fa colazione alle 7 ma poi il pranzo arriva alle 14.30. E non tutte le famiglie hanno gli stessi strumenti per garantire merende equilibrate per reggere fino a quando tornano a casa per mangiare».

Le perplessità sono anche logistiche. Molti hanno due figli nello stesso plesso, ma con orari di entrata e uscita diversi. Questo significa più viaggi, con impatto sia sull’ambiente che sulla già precaria organizzazione familiare, in un territorio privo di trasporto scolastico pubblico.

Il punto di rottura

La tensione con la dirigenza si è acuita ad agosto, quando i genitori di Badia hanno chiesto la revisione in autotutela della delibera sull’orario. La pressione ha portato alla convocazione di un Consiglio d’Istituto straordinario riunitosi il 13 agosto. Quattro rappresentanti delle famiglie si sono presentati per assistere, ma sono stati invitati ad uscire dall’aula, secondo la loro versione, con toni ostili e con la minaccia di chiamare le forze dell’ordine, nonostante il regolamento prevedesse la pubblicità delle sedute, salvo casi specifici. L’episodio, raccontato dai genitori, ha lasciato nelle famiglie un senso di esclusione e sfiducia che tutt'oggi permane.

La posizione del dirigente

Angelo Stumpo

Dal canto suo, il dirigente scolastico, Angelo Stumpo, respinge l’accusa di imposizione: «Non sono arrivato come l’orco a fare il cattivo. Ho ereditato una scuola-torre di Babele, con 28 plessi su sei comuni, con orari diversi. Non era più sostenibile. Uniformare a partire da quest’anno era l’unico modo per garantire equità, trasparenza e continuità del servizio. Con l’organico e le risorse disponibili, mantenere rientri differenziati avrebbe significato tornare al caos amministrativo dell’anno scorso. Anche io sono genitore di due bambini, capisco le preoccupazioni sull'alimentazione e il benessere degli studenti, ci saranno una prima pausa nutritiva e una distensiva, non due merende. Inoltre, ci saranno progetti dedicati all'educazione alimentare».

Il dirigente, infine, ricorda che la pianificazione del nuovo orario era stata trasmessa già ai Comuni, tramite sei dossier inviati via Pec a giugno per permettere l’organizzazione di mensa e trasporti, ma nessuna amministrazione locale ha sollevato obiezioni o dato voce a particolari esigenze della comunità di riferimento.