domenica,Giugno 22 2025

«A Vibo non si amano più gli alberi», la denuncia di Montesanti sulle piante «strozzate» di piazza Buccarelli

Lo storico evidenzia la presenza di cordoli troppo stretti e alti che potrebbero compromettere la sopravvivenza degli arbusti. E lancia un appello per una modifica in corsa dei lavori

«A Vibo non si amano più gli alberi», la denuncia di Montesanti sulle piante «strozzate» di piazza Buccarelli

«A Vibo Valentia non si amano più gli alberi». Parola dello storico Antonio Montesanti, secondo cui le piante non vengono più intese come esseri viventi ma come semplici «elementi decorativi» nei progetti di urbanizzazione. Il pensiero va innanzitutto ai pini di piazza Salvemini: abbattuti dalle ruspe qualche giorno fa, tra le polemiche delle associazioni ambientaliste e non solo. Ma c’è di più. Montesanti fa infatti riferimento anche ad altro: «Prendiamo i lavori tutt’ora in corso di Piazza Buccarelli o Morelli, dove gli alberi risultano “strozzati” in un cordolo a collare decorativo ed antiradici troppo piccolo, troppo stretto e troppo alto… da comprometterne tra qualche anno la sopravvivenza».

Le foto diffuse sui social dallo stesso Montesanti mostrano bene la condizione degli alberi in questione. Secondo lo storico, cemento e mattonelle non permettono all’acqua di arrivare al terreno e così gli alberi finiranno per soffrirne: «È facilissimo prevedere che quegli alberi già stentati, con quello stretto ed alto collare si ammaleranno e moriranno», scrive. «Quando si progetta il verde in ambiente urbano – aggiunge Montesanti -, occorre prendere una serie di accorgimenti per evitare che questi fenomeni si verifichino.

I sistemi esistono e devono essere studiati in fase progettuale in base allo stato di fatto ed alle esigenze di vita degli alberi. Qui non si studia perché non si vuole bene agli alberi… e l’esperto lo chiamiamo solo per redigerne l’atto di morte», denuncia lo storico che lancia poi la proposta: «Visto che i lavori sono ancora in itinere, perché non corriamo il rischio di amare finalmente gli alberi… liberandoli da quel “cappio a cordolo” mortale?»

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