sabato,Aprile 20 2024

L’intervento | Caso via Vespucci, il problema non sono i parcheggi ma i depositi costieri

“Non è l’area circostante alla Meridionale Petroli a non avere i requisiti di affollamento ma è la Meridionale Petroli a non avere i requisiti per operare nell’area in questione. Si spostino altrove i depositi”

L’intervento | Caso via Vespucci, il problema non sono i parcheggi ma i depositi costieri

L’ordinanza del sindaco di Vibo Valentia del 6 agosto scorso con cui l’attuale amministrazione ha sancito la decimazione dei parcheggi lungo via Amerigo Vespucci a Vibo Marina, la strada che costeggia uno dei litorali comunali più belli e ampi, ha suscitato la ferma irritazione dei frequentatori, sia cittadini residenti che turisti, costretti ad una grave restrizione della fruibilità a cui erano abituati e spingendoli in gran parte a spostarsi verso litorali più accoglienti sulla Costa del Dei. Numerosi anche gli interventi sui media che hanno fortemente stigmatizzato questa decisione, che penalizza pesantemente e in modo del tutto evidente la comunità e le strutture ricettive ivi collocate. A tal proposito, a qualche voce critica che maliziosamente fa riferimento a conflitti di interesse tra editori e imprenditori titolari di strutture ricettive, ci piace ricordare che l’interesse dei fruitori del litorale e quello degli stabilimenti là situati coincidono e quando non vi è danno per il cittadino, anzi vantaggio, l’interesse dell’impresa è quello del cittadino: per chi fatica a capirlo, diciamo che questo si chiama sviluppo economico turistico! 

Di contro, quando l’interesse del privato provoca nocumento alla comunità, come quello indotto dalla Meridionale Petroli perché non mantiene all’interno dell’area ottenuta in concessione “l’Area di danno”, eventuali conflitti di interesse tra amministratori e privato andrebbero repentinamente rimossi. Sull’intera vicenda aleggia comunque ancora una grande confusione che non aiuta a comprendere pienamente la gravità di questo provvedimento del tutto inopportuno, specie se consideriamo che è stato emesso proprio nel periodo di punta, compromettendo irrimediabilmente la stagione balneare che si preannunciava brillante, vista anche la clemenza climatica

Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza. Questa problematica prende il via nel lontano novembre 2015, quando in una riunione tra Prefettura, amministrazione comunale, Comando provinciale dei Vigili del fuoco, Capitaneria di Porto e Meridionale Petroli si tiene un meeting avente per oggetto “L’avvio delle attività prodromiche all’approvazione, da parte del Prefetto, del Piano di sicurezza esterno previsto dall’art.20 del D.Lgs. n.334/1999 dello Stabilimento della Meridionale Petroli”. Documentati da una copiosa corrispondenza, si sono succeduti nel tempo numerosi incontri, direttive, raccomandazioni, intimazioni e ultimatum delle istituzioni nei confronti della Meridionale Petroli, tutte orientate a far rientrare nel perimetro dell’area posseduta in concessione l’Area di danno, per evitare rischi e restrizioni alla popolazione. Come stiamo constatando, purtroppo tutti caduti nel vuoto e adesso si aggiunge lo sconcerto di apprendere che alla Meridionale Petroli, nella riunione tenutasi in Prefettura il 25 luglio 2019, nel pieno della stagione balneare, è stato consentito di poter operare come se nulla fosse e di poter “completare, presumibilmente entro il mese di ottobre 2019, l’implementazione delle misure protettive e/o organizzative al fine di contenere le curve di danno all’interno del perimetro del deposito costiero”! 

Sorprende che in questa circostanza l’amministrazione comunale, nonostante i buoni propositi sbandierati sui “Progetti di riqualificazione complessiva di Vibo Marina”, abbia accolto supinamente la posizione del Ctr secondo cui “tutta l’area circostante alla Meridionale Petroli non ha i requisiti di compatibilità con attività di affollamento”, quando la realtà è esattamente opposta, infatti, anche in considerazione del Piano Spiaggia adottato, è la Meridionale Petroli a non avere i requisiti per permanere o comunque operare in difformità delle normative vigenti nell’area in questione! La vicenda ha dell’incredibile, si consente ad un’azienda con un fatturato che non arriva ai cinque milioni di euro all’anno e con meno di 20 dipendenti di arrecare un danno così grave alla comunità e agli imprenditori che con grandi sacrifici e abnegazione hanno investito rilevanti risorse in quell’area. Se queste sono le premesse, appare del tutto evidente che un imprenditore non si sognerebbe mai di investire il proprio danaro in questo territorio e chi lo ha già fatto probabilmente non ci resterà ancora a lungo. 

Qualcuno porta a giustificazione di questa scelta insensata le circa 170 petroliere all’anno che attraccano al nostro porto e le notevoli accise procurate, omettendo però di ricordare che queste navi per il porto sono solo un costo pagato alla fine dalla comunità e non certo dai Depositi costieri, mentre delle accise, che per circa il 90% vengono incamerate dallo Stato e circa il 10% dalla Regione, sul territorio non rimane proprio un bel niente! Sarebbe il caso di decidere una buona volta di spostare questi depositi costieri, fortemente limitativi dello sviluppo turistico di Vibo Marina, nella zona industriale, che potrebbe essere così anche rivitalizzata, con serbatoi costruiti in accordo alle più aggiornate norme antisismiche e di tutela ambientale. Rimane infine da chiedersi: chi pagherà per il notevole danno indotto agli imprenditori che hanno visto svuotarsi i loro stabilimenti: gli amministratori a dir poco incoscienti o, come al solito la comunità?

*Ingegnere 

LEGGI ANCHEVibo Marina, in via Vespucci si cambia: stalli solo da un lato e stop alla sosta selvaggia

Parcheggi in via Vespucci a Vibo Marina, Policaro: «Il petrolio prevale sul turismo»

Parcheggi in via Vespucci, il sindaco Limardo: «Decisione necessaria per garantire sicurezza»

Vibo Marina, individuata un’area parcheggio nei pressi di via Vespucci

Da via Vespucci allo sviluppo di Vibo Marina, intervista al sindaco – Video

L’intervento | Vibo Marina punti sul turismo ma non rinunci all’industria

top