venerdì,Aprile 19 2024

“Saggio compagno”, i nomi degli arrestati e i dettagli dell’operazione

Le indagini dei Carabinieri di Reggio Calabria hanno colpito il “locale” di Cinquefrondi portando all’arresto di 36 persone e al deferimento di altre 41 in quattro province, tra cui Vibo Valentia.

“Saggio compagno”, i nomi degli arrestati e i dettagli dell’operazione

L’operazione “Saggio compagno” è stata così denominata in quanto trae origine dall’appellativo con cui il principale indagato, Ladini Giuseppe, si rivolgeva al suo più fidato sodale, Tigani Leonardo.

L’indagine è stata avviata nel novembre 2013 dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova, sulla base di alcuni sviluppi dell’operazione “Vittorio Veneto” (conclusa nell’estate dello stesso anno), che già a suo tempo aveva permesso di trarre in arresto in Cinquefrondi 8 persone responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e violazioni in materia di armi.

Tra questi figurava infatti anche Ieranò Rocco Francesco cl. ‘72, personaggio di indiscussa valenza nell’ambito della ‘ndrangheta cinquefrondese (cui era attribuita la carica del “Vangelo”), che dopo aver inizialmente tentato invano di sottrarsi alla cattura nell’estate 2013, aveva poi intrapreso anche un percorso di collaborazione con la giustizia.

L’attività investigativa ha quindi consentito di: ricostruire e disarticolare la composizione della “locale” di Cinquefrondi, che storicamente imperversa nell’omonimo centro ed in quello limitrofo di Anoia (RC); riscontrare le attività illecite del sodalizio che, dopo l’arresto di Ieranò, faceva capo a Ladini Giuseppe cl. ’78, già noto per i suoi precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, ricettazione e riciclaggio.

Le articolate attività tecniche compiute prima, durante e dopo i predetti arresti, unite poi agli innumerevoli riscontri eseguiti sul territorio ed agli approfondimenti investigativi del caso, hanno poi permesso di accertare che Giuseppe Ladini, benché sottoposto a detenzione domiciliare anche per reati in materia di criminalità organizzata, avvalendosi innanzitutto della stretta collaborazione morale e materiale di tutto il suo nucleo familiare, ed in particolare della moglie Antonella Bruzzese e del figlio minore:
aveva costituito di fatto e stava consolidando a Cinquefrondi una nuova articolazione della ‘ndrangheta sotto la sua guida, cui facevano capo gli appartenenti alle preesistenti cosche “Ladini”, “Petullà” e “Foriglio”;

intratteneva presso la propria abitazione, con evidente disinvoltura e padronanza, tutta una serie di rapporti con numerosi pregiudicati, facenti capo non solo al contesto delinquenziale di Cinquefrondi, ma anche ad altre aree della Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, dando quindi prova della sua caratura criminale e dell’importanza del sodalizio che faceva capo alla sua persona;

nell’ambito di tali rapporti, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, esercitava un vero e proprio controllo del territorio, sfruttando le risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti in materia di armi e stupefacenti, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, con riferimento anche al settore degli appalti boschivi.

A conclusione della predetta attività, alla prime luci dell’alba di oggi, nella provincia di Reggio Calabria ed in quelle di Roma, Verbania e Vibo Valentia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, hanno quindi dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nell’ambito del quale sono state tratte in arresto 36 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Si tratta di TRIPODI Costantino cl. ‘45, già capo della locale di Cinquefrondi, IERACE Michele cl. ’58, PETULLÀ Antonio cl. ‘49, NAPOLI Antonio cl. ‘57, NAPOLI Saverio cl. ’64, IANNIZZI Rocco cl. ‘71, ZANGARI Vincenzo cl. ‘73, IERACE Orazio cl. ‘78, IERACE Michele cl. ’91, BRUZZESE Raffaele cl. ‘52, LADINI Domenico cl. ‘55, FONTI Renato cl. ‘64, IERACE Fabio cl. ‘68, PRIMERANO Girolamo cl. ‘74, MIGLIACCIO Gaetano cl. ‘77, PORCARO Fabio cl. ‘76, MONTELEONE Maurizio cl. ‘74, PETULLÀ Rocco cl. ‘66, PETULLÀ Angelo cl. ‘89, PETULLÀ Raffaele cl. ‘92, BRUZZESE Maria Polsina cl. ‘93, FORIGLIO Saverio cl. ‘63, FORIGLIO Rocco cl. ‘95, CUTURELLO Salvatore cl. ‘70, GIORGI Attilio cl. ‘84, GIORGI Francesco cl. ‘75, IANNONE Renato cl. ‘70, LAMARI Nicodemo cl. ‘58, LONGORDO Francesco cl. ‘79, NAPOLI Saverio cl. ‘85, PAPALUCA Fabio cl. ‘86, PRONESTÌ Maurizio cl. ‘75, VARACALLI Rocco cl. ‘87, VIGLIANTE Giuseppe cl. ‘86, VOMERA Michele cl. ‘91, ZAITA Pasquale cl. ‘91;

Deferire ulteriori 41 persone, in stato di libertà o comunque già detenute a seguito delle pregresse risultanze investigative. Sono stati sottoposti a sequestro un’impresa di rifornimento carburanti, un ristorante, otto beni immobili, tra terreni e fabbricati, ventuno tra conti correnti e rapporti bancari ed una quota societaria, relativa ad un’azienda di trasporti, riconducibili ad alcuni degli indagati per un valore stimato di oltre cinquecento mila euro; effettuate ulteriori 10 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati nel medesimo procedimento.

Nella circostanza sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 3 pistole, 2 fucili e 218 cartucce di vari calibri.

Articoli correlati

top