martedì,Aprile 23 2024

Tentati omicidi a Sorianello, lasciano il carcere due delle donne indagate

Non regge al vaglio dei giudici del Riesame la misura cautelare di massimo rigore, sostituita con gli arresti domiciliari

Tentati omicidi a Sorianello, lasciano il carcere due delle donne indagate
Sorianello

Il Tribunale del Riesame ha concesso gli arresti domiciliari a Rosa Inzillo, 50 anni, di Sorianello, ed alla sorella Viola Inzillo, 52 anni, residente a Gerocarne, detenute nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Black Widows”. Entrambe sono difese dagli avvocati Nazzareno Latassa e Marcello Scarmato. L’inchiesta del pm della Dda Annamaria Frustaci, e del pm della Procura di Vibo, Filomena Aliberti (applicata alla Dda per tale singola inchiesta), con il coordinamento del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri e dell’aggiunto Giovanni Bombardieri, mira a far luce sul tentato omicidio a Sorianello di Giovanni (detto Alex) Nesci e del fratello minorenne Manuel (fra l’altro affetto dalla sindrome di down), nell’ambito dello scontro fra i clan delle Preserre.  Allo stato, dunque, nell’ambito dell’operazione “Black Widows” restano in carcere solo Michele Nardo, 47 anni, di Sorianello, marito di Rosa Inzillo, e Vincenzo Cocciolo, 30 anni, di Gerocarne, nipote di Salvatore Inzillo, ucciso a Sorianello il 21 giugno 2017. Tale ultimo fatto di sangue, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe provocato il tentato omicidio – sempre a Sorianello – di Giovanni, detto Alex Nesci, e del fratello Manuel, attinti da colpi d’arma da fuoco il 28 luglio dello scorso anno. Contestualmente alla concessione degli arresti domiciliari per le sorelle Inzillo, stessa misura cautelare il Riesame ha stabilito per Gaetano Muller (zio di Rosa Inzillo), difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, escludendo le aggravanti mafiose (art. 7 della legge antimafia) nelle condotte contestate. Già in sede di convalida del fermo di indiziato di delitto, il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Graziamaria Monaco, aveva escluso le aggravanti mafiose nel tentato omicidio di Giovanni (Alex) Nesci e del fratello minorenne Manuel. Decisione del magistrato vibonese ora condivisa anche dai giudici del Riesame di Catanzaro.

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