venerdì,Marzo 29 2024

Prefettura, il saluto di Cavallaro a Giovanni Bruno

Il segretario generale della Cisal celebra i meriti del prefetto uscente e ne loda l’impegno a favore della popolazione vibonese. «E’ stato uomo d’impegno tra la gente» ha detto tra le altre cose.

Prefettura, il saluto di Cavallaro a Giovanni Bruno

Un addio che lascia «l’amaro in bocca non solo agli addetti ai lavori ma anche a tantissimi cittadini vibonesi». È quello del prefetto Giovanni Bruno, secondo il leader della Cisal, Franco Cavallaro, che in una nota commenta l’avvicendamento alla guida della Prefettura di Vibo Valentia, dove tra pochi giorni all’uscente rappresentante del governo subentrerà il siciliano Casabona.

Per Cavallaro, l’impegno di Bruno «per il territorio è andato oltre ogni più rosea previsione, aspetto più che positivo non sfuggito all’opinione pubblica con la quale è sorto anche un vero e ben coltivato rapporto d’amore . Proprio per questo motivo lui confessa che la sua partenza lo rattrista così come non nasconde che il suo arrivo a Roma lo inorgoglisce per il delicato compito che andrà ad assumere nell’Amministrazione dell’Interno».

Ancora, per il segretario generale Cisal «Giovanni Bruno ha lavorato bene, con entusiasmo, alto senso del dovere ed eccellente rapporto con la popolazione. Se dovessimo mettere insieme – aggiunge – tutta la cronostoria dei suoi interventi, probabilmente ci accorgeremmo che, senza voler togliere nulla ai suoi pur valenti predecessori, la sua iniziativa si è sempre rivelata non solo la più eccellente ma soprattutto la più accorta, tempestiva e utile a superare i non pochi momenti di difficile gestione vissuti dal territorio».

«Un’opera difficile – sostiene Cavallaro -, di forte intensità e che ha messo a dura prova la sua forte fibra di uomo impegnato nelle più importanti istituzioni. Si deve alla sua collaudata pazienza certosina, al suo savoir faire, al suo modo di essere se Vibo Valentia ha saputo fronteggiare e spesse volte superare momenti di forte tensione sociale. Ma è stata soprattutto la sua spiccata personalità, votata in maniera incredibile all’ascolto del cittadino, che gli ha permesso di aiutare questa provincia ad evitare che conflitti di varia natura sfociassero nel disordine, ma soprattutto nella disperazione che spesso ha travolto gli animi di lavoratori alle prese con una dura ma anche estenuante lotta per la conservazione del posto di lavoro» tanto che lo stesso Bruno viene da Cavallaro definito «“Prefetto della speranza”. Sono state tantissime – spiega – le aziende, molti i cittadini che in fasi di emergenza hanno trovato in lui un momento di conforto, pace e di speranza. Dalla sua parte la non comune ed eccellente forza e voglia di affrontare con coerenza, alto spessore culturale e professionale, ogni tipo di difficoltà denunciata dal suo interlocutore».

Infine «il prefetto Bruno si è visto costretto, perché le grane non è andato mai a trovarsele, a sostituirsi, sostanzialmente, anche al potere civico. Non ha mai tralasciato di rendersi più che utile anche al Comune, travolto non solo dal disastro economico ma anche dalla incapacità politico amministrativa di chi aveva chiesto all’elettore, deludendolo in pieno, l’affidamento della gestione della cultura dei servizi. Ma quel che piace del prefetto Bruno è che è stato un uomo d’impegno tra la gente e che ha amato ritrovarsi tra gli stessi cittadini anche nelle sue frequenti passeggiate distensive per la città».

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