sabato,Aprile 20 2024

Omicidio di Bruno Lazzaro nelle Preserre: otto gli indagati. Delitto d’onore di stampo mafioso?

La svolta nelle indagini della Dda di Catanzaro. Secondo l’accusa, la vittima è stata uccisa materialmente dal cugino (che non era solo) su mandato del clan Emanuele

Omicidio di Bruno Lazzaro nelle Preserre: otto gli indagati. Delitto d’onore di stampo mafioso?
Bruno Lazzaro

Un delitto d’onore di stampo mafioso. L’omicidio di Bruno Lazzaro, il giovane assassinato il 4 marzo del 2018 nel territorio comunale di Gerocarne, fu concepito dalla ‘ndrina Emanuele. È la tesi della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha scritto sul registro degli indagati otto persone considerate pienamente inserite nel contesto ‘ndranghetistico delle Preserre vibonesi: Gaetano Emanuele, 47 anni di Gerocarne, fratello del boss ergastolano Bruno Emanuele; Luca Ciconte, 29 anni, di Sorianello, residente a Pizzinni di Filandari; Franco Idà, 57 anni, di Gerocarne, cognato di Bruno Emanuele; Michele Idà, 24 anni, di Gerocarne; Giovanni Alex Nesci, 31 anni, di Sorianello; Antonio Raffaele Pisani, 23 anni di Gerocarne; Angela Vono, 41 anni, Gerocarne, moglie di Gaetano Emanuele; Domenico Zannino, 32 anni, di Sorianello. [Continua in basso]

Il pm Annamaria Frustaci

Secondo il pm antimafia di Catanzaro Annamaria Frustaci, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri, Gaetano Emanuele, Franco Idà, Angela Vono e Domenico Zannino avrebbero ordinato l’omicidio, eseguito materialmente da Michele Idà e Antonio Raffaele Pisani in concorso con Gaetano Muller (cugino della vittima e già giudicato colpevole dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, la quale – accogliendo le prospettazioni difensive dell’avvocato Giuseppe Di Renzo – aveva ridotto da 30 a 16 anni la pena inflitta in primo grado dal gup di Vibo Valentia). La vittima, infatti, avrebbe intrattenuto una osteggiata relazione sentimentale con Marianna Emanuele, figlia di Gaetano Emanuele e Angela Vono, a sua volta fidanzata con Gaetano Muller.

Gaetano Muller

Il 4 marzo 2018 Muller, Pisani e Michele Idà avrebbero attirato Bruno Lazzaro fuori dalla sua abitazione, fino alla casa di Pisani, con lo scopo di «dargli una lezione». Qui sarebbe esploso un alterco, al culmine del quale Muller avrebbe tirato fuori un coltello ferendo mortalmente il rivale in amore. A questo punto, aiutato da Pisani e Michele Idà, Bruno Lazzaro sarebbe stato trasportato, con l’auto dello stesso Pisani, a casa di Angela Vono (madre della ragazza contesa). Ritardati i soccorsi, la morte di Bruno Lazzaro fu inevitabile.
Lo sviluppo delle indagini della Dda di Catanzaro ha anche permesso di ricostruire quanto sarebbe avvenuto circa un anno prima del delitto. Bruno Lazzaro, infatti, proprio in ragione della relazione intrattenuta con Marianna Emanuele, sarebbe stato aggredito e reiteratamente minacciato affinché lasciasse la Calabria. Mandanti del disegno criminoso, in questo caso, i genitori della ragazza contesa (Gaetano Emanuele e Angela Vono) e Franco Idà, esecutori Luca Ciconte, Michele Idà e Domenico Zannino. [Continua in basso]

L’informazione di garanzia è stata notificata dai carabinieri contestualmente ai rilievi che il Ris di Messina, nei giorni scorsi, agli ordini del tenente colonnello Carlo Romano, hanno condotto nelle abitazioni di Antonio Raffaele Pisani e dei coniugi Gaetano Emanuele (attualmente detenuto per altra causa) e Angela Vono. Il nome di Alex Nesci compare nell’epigrafe, ma non nelle imputazioni formulate dalla Dda di Catanzaro.

Giovanni Nesci
Luca Ciconte

Luca Ciconte è stato condannato il 26 ottobre dello scorso anno dal Tribunale di Vibo a 10 anni e 9 mesi di reclusione al termine dell’operazione Nemea contro il clan Soriano di Filandari. Dal procedimento Rinascita Scott, unitamente alla moglie Caterina Soriano (figlia del defunto Roberto Soriano), è stato invece assolto.

LEGGI ANCHE: L’ombra del clan Emanuele sull’omicidio Lazzaro: nuovi accertamenti del Ris di Messina

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