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“Giardini segreti”: due condanne a Vibo e quattro proscioglimenti

Arriva a ben tre anni dalla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura la decisione del gup per sette imputati accusati di aver spacciato marijuana. L’inchiesta è nata dalle dichiarazioni di Emanuele Mancuso

“Giardini segreti”: due condanne a Vibo e quattro proscioglimenti
Nel riquadro Emanuele Mancuso

Arriva a distanza di oltre due anni e mezzo dalla prima udienza dinanzi al gup, la decisione del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di sette imputati coinvolti nell’inchiesta antidroga della polizia denominata “Giardini segreti”, nata anche grazie alle dichiarazioni di Emanuele Mancuso, il rampollo dell’omonimo clan di Nicotera e Limbadi, figlio del boss Pantaleone Mancuso (detto “l’Ingegnere), dal 18 giugno scorso collaboratore di giustizia.
Quattro i non luoghi a procedere, una l’assoluzione al termine del rito abbreviato e solo due le condanne. Il proscioglimento con un non luogo a procedere è stato deciso dal gup Francesca Del Vecchio nei confronti di: Giacomo Chirico, 24 anni, di Maierato (difeso dall’avvocato Mario Bagnato); Antonio Curello, 24 anni, di Vibo ma domiciliato a Rho (assistito dagli avvocati Beatrice Biamonte e Vincenzo Brosio); Maria Ludovica Di Stilo, 26 anni di Vibo (avvocato Carmine Pandullo); Salvatore Ferraro, 25 anni, di Rombiolo (avvocato Mario Ferraro). Per tutti loro l’ufficio di Procura aveva chiesto al gup il rinvio a giudizio. Assolta invece, dopo essere stata ammessa al rito abbreviato. Condannato a 2 anni e 4 mesi William Gregorio, 26 anni, di San Ferdinando, mentre a 2 anni è stato condannato Riccardo Papalia, 37 anni, di Nicotera. [Continua in basso]

Maria Ludovica Di Stilo, Salvatore Ferraro e Riccardo Papalia erano stai sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, William Gregorio all’obbligo di dimora.

Giacomo Chirico era accusato di aver trasportato e commerciato un imprecisato quantitativo di marijuana, mentre Maria Ludovica Di Stilo e Salvatore Ferraro avrebbero illecitamente detenuto lo stupefacente, garantendone la custodia. Antonio Curello è invece accusato di aver acquistato un imprecisato quantitativo di stupefacente ai fini di spaccio. Per tutti loro le accuse non hanno retto al vaglio del giudice. Per William Gregorio l’accusa era invece quella di aver trasportato marijuana a bordo di un veicolo diretto in Puglia per venderla a terzi ai fini di spaccio.
Riccardo Papalia si sarebbe infine adoperato a soccorrere il mezzo – andato in avaria sull’autostrada nel tratto di Pizzo – a bordo del quale il 10 agosto 2016 sarebbe stato trasportato lo stupefacente, mettendo a disposizione la propria autovettura per consentire il soccorso e recuperare la sostanza stupefacente.

Tale procedimento penale rappresenta solo una parte della più vasta operazione denominata “Giardini segreti”. Altre posizioni sono infatti rimaste di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, mentre alcune sono finite per competenza territoriale alle Procure di Cosenza e Viterbo. Resta il dato della lentezza della giustizia vibonese: la richiesta rinvio a giudizio della Procura di Vibo per tale troncone di “Giardini segreti” risale infatti al novembre del 2018 con l’allora pm Claudia Colucci. A tre anni dalla richiesta la decisione odierna del gup.

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