martedì,Maggio 14 2024

Waterfront: chiesto il processo anche per il marito di una consigliera comunale di Vibo

Nell’inchiesta finisce Walter Cosenza quale amministratore di una società di ingegneria, con lavori anche in città, di cui è socia pure la vicecapogruppo di Forza Italia a “palazzo Luigi Razza”. In totale sono in 50 a rischiare il processo e fra loro il deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele

Waterfront: chiesto il processo anche per il marito di una consigliera comunale di Vibo

La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio di 50 persone a conclusione dell’inchiesta “Waterfront” su presunti illeciti in una serie di gare d’appalto bandite da amministrazioni pubbliche del Reggino, ed in particolare della Piana di Gioia Tauro. L’udienza preliminare è stata fissata per l’11 aprile prossimo nell’aula bunker di Reggio Calabria. Tra i 50 indagati anche imprenditori e pubblici ufficiali tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata, corruzione. Tra le richieste di rinvio a giudizio anche quella nei confronti del deputato della Lega, il lametino Domenico Furgiuele, accusato di turbativa d’asta in concorso in relazione ad una singola gara d’appalto.

A rischiare il processo, anche l’ingegnere Walter Cosenza, 47anni, nativo di Luzzi (Cs), residente a Vibo Valentia. Nei suoi confronti vengono ipotizzati i reati di frode nelle pubbliche forniture, abuso d’ufficio e truffa quale legale rappresentante della “Ase Engeneering consulting srl”. L’appalto contestato è quello per i lavori di realizzazione del Centro polisportivo di Rosarno dove – secondo la Procura di Reggio Calabria e la Guardia di finanza – ci sarebbe stata una frode nell’adempimento degli obblighi contrattuali mediante condotte consistite nel non sovraintendere al regolare svolgimento del procedimento amministrativo ed alla regolare esecuzione dei lavori, non garantendo che gli stessi lavori venissero svolti a regola d’arte ed in maniera corrispondente al progetto esecutivo. La contestazione di truffa fa riferimento all’utilizzazione di polizze a garanzia delle somme anticipate dall’ente pubblico del 20% in acconto emesse da intermediari non abilitati al rilascio di tali polizze. [Continua in basso]

La Ase Engeneering consulting srl”

Carmen Corrado

Fra i soci della “Ase Engeneering consulting srl”, impresa finita nell’inchiestaWaterfront”, c’è anche la consigliera comunale di Vibo Valentia Maria Carmonsina (Carmen) Corrado, attuale vice capo gruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Vibo Valentia, eletta nel maggio dello scorso anno con 269 voti, ed anche presidente della seconda commissione consiliare (Urbanistica) di “palazzo Luigi Razza”. L’architetto Maria Carmonsina Corrado (non indagata) è la moglie dell’ingegnere Walter Cosenza nei cui confronti la Procura di Reggio Calabria ha chiesto il processo.
Maria Carmonsina Corrado all’interno della Ase Engeneering consulting srl è uno dei sei soci attivi ed in particolare è la responsabile dell’area “Sicurezza e progettazione”.

La Ase Engeneering consulting srl – di cui è amministratore l’ingegnere Walter Cosenza, iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Vibo – è una società di ingegneria che presta servizi di nuova generazione in diversi settori ed è nata nel 2008 dall’unione di un gruppo di tecnici, formato da ingegneri e architetti. Dal sito internet della stessa si apprende che ha due sedi: una a Vibo Valentia e l’altra a Verona. Fra gli ultimi lavori seguiti ci sono anche quelli del nuovo teatro di Vibo Valentia, del miglioramento sismico di palazzo Gagliardi/De Riso, la riqualificazione del piano terra di palazzo Gagliardi/De Riso, i lavori nell’insediamento rupestre “Sbariati” di Zungri, lavori di recupero ambientale a Vibo, il nuovo depuratore di Torre Ruggiero, i lavori al complesso monumentale del San Giovanni e via Carlo V a Catanzaro, il polo scolastico di Lavagno (Vr). [Continua in basso]

Le richieste di rinvio a giudizio

Domenico Furgiuele

Questi tutti gli indagati per i quali è stato chiesto il processo: Leonardo Maiolo, 46 anni, di Arena; Antonio Cilona, 41 anni di Vibo ValentiaWalter Cosenza, 50 anni di Vibo Valentia; Giovanni Romano, 42 anni di MiletoDomenico Furgiuele, 39 anni di Lamezia Terme (deputato della Lega); Andrea Amato, 63 anni di Alcamo; Luigi Bagalà,76 anni di Gioia Tauro; Vincenzo Bressi, 58 anni di Badolato; Alessandra Campisi, 57 anni di Reggio Calabria; Gaspare Castiglione, 51 anni, di Polistena; Francesco Ciambriello, 65 anni di Airola (Benevento); Sergio Cittadini, 78 anni di Roma; Domenico Coppola, 41 anni di Gioia Tauro; Antonio Crea, 60 anni di Gioia Tauro; Caterina De Giuseppe, 42 anni di Reggio Calabria; Fabio Di Mario, 40 anni di Ardea (Roma); Caterina Eloquente, 55 anni di San Giorgio a Morgeto; Francesco Fedele, 38 anni di Varapodio; Santo Fedele, 68 anni di Varapodio; Giovanni Fiordaliso, 44 anni di Reggio Calabria; Gianluca Fiore, 40 anni di Pedivigliano (Cosenza); Michele Gabriele, 60 anni di Gioia Tauro; Santo Gagliostro, 39 anni di Palmi; Domenico Gallo, 66 anni di Bovalino; Luca Giachetti, 65 anni di Roma; Iacopo Granchi, 42 anni di Volterra (Pisa); Marzia Granchi, 58 anni di Montecatini; Rossano Granchi, 50 anni di Volterra (Pisa); Angelo Sebastiano Locatelli, 44 anni di Palmi; Giuseppe Loprete, 66 anni di Taurianova; Francesco Mangione, 54 anni di Gioia Tauro; Mattia Mattogno, 36 anni di Pelestrina (Roma); Domenico Maugeri, 55 anni di San Giorgio Morgeto; Filippo Migliore, 61 anni di Cammarata (Agrigento); Angela Nicoletta, 58 anni di Gioia Tauro; Giovanni Oliveri, 46 anni di Seminara; Antonino Papalia, 76 anni di San Cristina d’Aspromonte; Mirko Pellegrini, 44 anni di Frascati; Alessandro Piccirilli, 49 anni di Roma; Francesco Pileggi, 31 anni di Maida; Pietro Pileggi, 44 anni di Maida; Igor Fortunato Pisano, 48 anni di Corigliano-Rossano; Bruno Polifroni, 55 anni di Varapodio; Antonino Quattrone, 49 anni di Cardeto; Vittorio Tripodi, 58 anni di Gioia Tauro; Francesca Trunfio, 54 anni di Cardeto; Cristiano Zuliani, 42 anni di Roma; Luciano Zurzolo, 51 anni di Benestare.

Le accuse per gli altri vibonesi

Per quanto riguarada Leonardo Maiolo, di Arena, l’accusa è di aver messo a disposizione la propria ditta D.I., insieme ad altri imprenditori, per la presentazione di un’offerta concordata con le altre imprese partecipanti al cartello, al fine di condizionare il risultato di una gara d’appalto in loro favore. Così facendo sarebbe stata turbata la gara d’appalto relativa ai lavori di costruzione di una circonvallazione attorno all’abitato di Drosi (frazione di Rizziconi) che è stata poi aggiudicata nel marzo del 2016 alla “Pileggi Costruzioni srl”. Il reato contestato è quello di concorso in turbata libertà degli incanti. L’impresa di Leonardo Maiolo è stata sequestrata in via preventiva al pari dei conti correnti riconducibili all’imprenditore.

Per Giovanni Romano di Mileto, invece, l’accusa è quella di turbata libertà degli incanti in relazione alla gara d’appalto per i lavori relativi alla realizzazione di un eliporto a supporto dell’ospedale di Polistena. Avrebbe messo a disposizione la propria società per la presentazione con altri imprenditori di un’offerta concordata al fine di condizionare il risultato della gara che è stata poi aggiudicata alla ditta Eurowork srl. La ditta “Cantieri Italia srl” di Giovanni Romano con sede a Mileto in via Ospedale è stata sequestrata nel maggio 2020 al pari dei conti correnti riconducibili all’imprenditore. Lo stesso Tribunale di Reggio Calabria con propria ordinanza del 17.07.2020 ha poi disposto “la restituzione a Romano – assistito dall’avvocato Giulio Capria – di quote sociali e rapporti bancari allo stesso intestati” e con ulteriore ordinanza del 29.09.2020 ha disposto la restituzione dell’intero complesso aziendale in sequestro “ritenendo il Romano – fa sapere l’avv. Giulio Capria attraverso una nota – svincolato dall’inserimento in un contesto criminale associativo”.

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