venerdì,Marzo 29 2024

Olimpo: i rapporti tra i La Rosa e i Mancuso e i timori per il pentimento di Francesco Zaccaro

Andrea Mantella svela le “manovre” messe in atto per far tornare sui propri passi il genero del boss Tonino La Rosa. I contrasti con Carmine Il Grande di Parghelia, il progettato attentato a Francesco la Rosa e il ruolo dei Muggeri di Briatico e Zambrone

Olimpo: i rapporti tra i La Rosa e i Mancuso e i timori per il pentimento di Francesco Zaccaro
A sinistra Andrea Mantella, a destra Tonino La Rosa, Diego Mancuso e Pantaleone Mancuso

Si è soffermato a lungo sugli assetti mafiosi nella zona di Tropea, il collaboratore di giustizia Andrea Mantella le cui dichiarazioni sono confluite nell’operazione antimafia denominata Olimpo. Dichiarazioni importanti che permettono da un lato di delineare gli “schieramenti” mafiosi in campo, dall’altro lato svelano anche particolari inediti come il progetto di un attentato ai danni di Francesco La Rosa, alias “U Bimbu”, ma anche le “fibrillazioni” in seno ai clan Mancuso e La Rosa per la possibile collaborazione con la giustizia – negli scorsi anni – di Francesco Zaccaro, genero del boss Tonino La Rosa.
Sulla zona di Tropea, a livello criminale, mi sono sempre interfacciato con la famiglia La Rosa, in particolare con Antonio detto “Ciondolino” e con il fratello Francesco detto “U Bimbu”. Ho conosciuto anche il genero di Antonio La Rosa – ha affermato Mantella – ovvero, tale Zazzaro; la cugina o la sorella di Zaccaro era invece legata a Diego Mancuso. Con Antonio La Rosa sono stato anche detenuto insieme nel carcere di Vibo Valentia e con noi c’erano anche Franco Barba, Pantaleone Mancuso detto l’ingegnere, lo stesso Zaccaro ed altri”. [Continua in basso]

I Muggeri caduti in “disgrazia” e il “pentimento” di Zaccaro

Antonio La Rosa

“Con Tonino La Rosa sono stato detenuto anche nel carcere di Cosenza, in piani diversi. Tuttavia è nel carcere di Vibo Valentia che La Rosa – ha spiegato Mantella – ha conferito la dote di ‘ndrangheta a Muggeri che si trovava con lui nella stessa cella insieme al genero Francesco Zaccaro.
Poi quest’ultimo – ha aggiunto Mantella – iniziò a collaborare con la giustizia, anche se poi ha ritrattato e so che è stato indotto a fare delle ritrattazioni: ciò si diceva nella ‘ndrangheta. Io ne parlai direttamente con Franco Barba di Vibo che era legatissimo a Tonino La Rosa e fu Barba a confermarmi che era in atto una manovra per far tornare indietro Zaccaro, per spacciarlo per tossico e per persona che soffriva il carcere e si era inventato tutto. In effetti poi Zaccaro tornò indietro.

Il Muggeri – ha continuato Mantella – per quanto ne so era di origine di Briatico e non so se era intraneo anche ai La Rosa ed era un loro azionista, perché si diceva che era fidanzato con una dei La Rosa. Era un ragazzotto alto, con gli occhi chiari, robusto ed era il pupillo di Tonino La Rosa, alias “Ciondolino”. Un tempo i Muggeri erano vicini  ai La Rosa: poi i Muggeri, non però questo ragazzo, – aggiunto Mantella – sono un pò sono caduti in disgrazia perché erano assuntori di stupefacenti”. Andrea Mantellaha anche aggiunto che i Muggeri di Zambrone e Briatico “erano con Italo Greco e con la sua morte vennero messi un pò da parte e poi iniziarono a simpatizzare con i La Rosa e con i “Nnacci o patatari” cioè gli zii di Tonino La Rosa”. Italo Greco (autore di un triplice omicidio a Capistrano nel 1971) è stato ucciso con un fucile a canne mozze il 10 marzo del 1989 a Briatico. Era ritenuto il personaggio di maggior spessore criminale della zona e il suo omicidio è rimasto sino ad oggi impunito.

Gli assetti criminali a Tropea

Francesco La Rosa

Andrea Mantella ha quindi delineato agli inquirenti anche gli assetti mafiosi su Tropea ed i rapporti con i Mancuso di Limbadi. “Per comprendere quale fosse la situazione a Tropea, bisogna considerare quelli che erano i contrasti esistenti all’interno della cosca Mancuso, tra i cosiddetti “undici” e la fazione di Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni” e gli altri del c.d. ramo “Mbroglia”. A seguito di tali contrasti, infatti, ciascuna delle due fazioni –ha spiegato Mantella –per limitare l’influenza dell’altra cercava di stringere legami con  propri referenti nelle varie zone di influenza della cosca Mancuso. Ad esempio, nella zona di Tropea, il gruppo composto da Domenico Ninja, il figlio di Peppe Mancuso, lo zio Diego Mancuso e Francesco Mancuso detto Tabacco esercitavano una forte pressione sugli ‘ndranghetisti del posto per affermare il proprio predominio. Rispetto a tale situazione i La Rosa si relazionavano sia con la parte “diplomatica” dei Mancuso, sia con la fazione di Pantaleone “Scarpuni” Mancuso cercando principalmente di non avere problemi derivanti da queste frizioni. Questo atteggiamento non sempre stava bene al gruppo composto da Diego, Domenico e Francesco Mancuso, i quali per questo motivo aizzavano personaggi come Carmine Il Grande di Parghelia contro gli stessi La Rosa”. E’ a questo punto che Andrea Mantella svela di aver saputo di “un progetto di attentato ai danni di Francesco La Rosa, detto “U bimbu”, intorno agli anni 2006-2007.

Il modus operandi dei La Rosa

Cosmo Michele Mancuso

In tale situazione i La Rosa, “per mantenersi neutrali tra le due fazioni, versavano la quota delle estorsioni all’uno o all’altro dei Mancuso – ha dichiarato Mantellaa seconda delle specifiche situazioni e dell’interesse manifestato dal singolo esponente dei Mancuso ad una determinata attività imprenditoriale tramite specifica e tempestiva “imbasciata”, salvo comunicazione all’altra parte. In particolare, erano principalmente Pantaleone Scarpuni e Diego Mancuso i più aggressivi su quella zona e a questi i La Rosa tendenzialmente riconoscevano la quota sulle estorsioni, mentre Michele Cosmo Mancuso, esponente dell’ala “diplomatica”, in quel periodo doveva subire la loro intraprendenza. Tale situazione che ho descritto su Tropea è rimasta tale fino al 2016, anno della mia collaborazione”.

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