sabato,Aprile 27 2024

Violenza nel carcere di Rossano, detenuto tenta di strangolare vicecomandante

La denuncia del sindacato Sappe dopo l’ennesima aggressione ai danni degli operatori: «Molti detenuti sono affetti da problemi psichiatrici con casi anche gravi»

Violenza nel carcere di Rossano, detenuto tenta di strangolare vicecomandante

Grave aggressione contro il personale della polizia penitenziaria nel carcere di Rossano. La denuncia arriva dal segretario generale aggiunto del Sappe Giovanni Battista Durante e il segretario nazionale Damiano Bellucci. «Un detenuto, già protagonista dei gravi disordini dei giorni addietro – affermano Durante e Bellucci – ha aggredito il vice comandante del reparto mettendogli le mani al collo nell’atto di strangolarlo. Dopo attimi di paura, solo grazie alla scaltrezza e professionalità dei poliziotti in servizio è stato scongiurato il peggio, bloccando il detenuto e ripristinando la sicurezza. Purtroppo, nel carcere di Rossano, negli ultimi mesi, sono stati destinati numerosi detenuti che, negli istituti di provenienza, pare si siano resi promotori di eventi simili. Si tratta di soggetti di difficile gestione, alcuni dei quali allontanati dal reclusorio rossanese, per motivi di ordine e sicurezza e riassegnati, inspiegabilmente nello stesso, a distanza di pochi mesi».

«Altro grave problema del carcere di Rossano – sostengono i due dirigenti nazionali del Sappe che esprimono solidarietà al collega aggredito – è dato dalla presenza dei detenuti affetti da problemi psichiatrici, molti dei quali considerati abbastanza gravi, nonostante non sia presente un’articolazione territoriale di salute mentale per la gestione degli stessi. Tra l’altro, ci riferiscono che nello stesso istituto lo psichiatra fa due accessi a settimana, assolutamente insufficienti per seguire i detenuti che ne avrebbero bisogno». «Chiediamo al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – sottolineano Durante e Bellucci – di rivedere al più presto la classificazione degli istituti, dividendo gli stessi, nell’ambito della regione, in massima sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, e prevedendo adeguate articolazioni salute mentale, in accordo con le Aziende sanitarie locali. Inoltre, è necessario chiudere in sezioni diverse i detenuti facinorosi e ridurre le ore di apertura al minimo previsto, fino a quando gli stessi non maturano la consapevolezza del rispetto delle regole». (Ansa)

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