giovedì,Giugno 12 2025

Operazione Maestrale: in tre lasciano il carcere, un quarto ai domiciliari

Ecco la decisione del Tribunale del Riesame in ordine a quattro ricorsi presentati dalle difese per indagati di Mileto e San Gregorio d’Ippona

Operazione Maestrale: in tre lasciano il carcere, un quarto ai domiciliari

Lasciano il carcere e ritornano in libertà tre degli arrestati nell’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata Maestrale-Carthago. Un quarto passa invece agli arresti domiciliari. In particolare, in accoglimento di un ricorso proposto dall’avvocato Tommaso Zavaglia, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Domenico Galati, 39 anni, di Mileto, mentre in accoglimento di un ricorso proposto dagli avvocati Francesco Muzzopappa e Tommaso Zavaglia è stato annullata l’ordinanza per Fortunato Galati, 45 anni. I due fratelli sono i figli dell’ergastolano Salvatore Galati e sono accusati di far parte della ‘ndrina di Paravati, inserita nel locale di ‘ndrangheta di Mileto. Lascia poi il carcere e torna in libertà Fortunato Mesiano, 49 anni, di Mileto, residente a Biassono (Mb). In questo caso il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto il ricorso degli avvocati Michelangelo Miceli e Leopoldo Marchese. Anche per Fortunato Mesiano l’accusa di associazione mafiosa (‘ndrina di Comparni di Mileto) con il ruolo di essere uno dei promotori ed organizzatori del locale di ‘ndrangheta di Mileto. Lascia invece il carcere per gli arresti domiciliari Gregorio Coscarella, 40 anni, di San Gregorio d’Ippona, nipote del defunto boss Rosario Fiarè. A gradare la misura è stato il Tribunale del Riesame in accoglimento di un ricorso degli avvocati Francesco Muzzopappa e Cosimo Tripodi. A Coscarella viene mossa l’accusa di associazione mafiosa – ed in particolare di essere un partecipe attivo della ‘ndrina dei Fiarè – operando nel settore imprenditoriale della somministrazione del servizio mensa nelle strutture ospedaliere del vibonese. Vengono poi ipotizzati nei suoi confronti i reati di corruzione e scambio elettorale politico mafioso in concorso con Domenico Colloca (imprenditore ed ex assessore a Mileto), Clemente Mazzeo di Mileto e l’ex dirigente dell’Asp di Vibo Cesare Pasqua in occasione delle elezioni regionali del gennaio 2020 nelle quali era candidato Vincenzo Pasqua (figlio di Cesare). In un caso per Coscarella e Colloca viene ipotizzato anche il reato di truffa in ordine alla somministrazione dei pasti negli ospedali. Sulla sua posizione e la gradazione della misura l’avvocato Francesco Muzzopappa dopo la decisione del Riesame ha dichiarato che quella del Tdl è “una decisione importante, anche miriamo a dimostrare a breve in altre sedi la totale estraneità del nostro assistito rispetto alle accuse formulate dalla Dda e andremo avanti su questa strada”.  

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