sabato,Maggio 11 2024

Comune di Vallelonga: indagini su intimidazione al responsabile dell’Ufficio tecnico

Una testa di pecora mozzata, tre proiettili e un lumino sono stati ritrovati dinanzi alla sua abitazione. Nessun collegamento con altro “rinvenimento” a Nardodipace denunciato dal sindaco nelle scorse settimane

Comune di Vallelonga: indagini su intimidazione al responsabile dell’Ufficio tecnico
La piazza principale di Vallelonga

Indagini in corso da parte dei carabinieri per fare luce sull’intimidazione ai danni del responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Vallelonga. Ignoti hanno infatti lasciato davanti al portone di casa una scatola di cartone con all’interno una testa di pecora mozzata, tre proiettili per pistola ed un lumino. Un messaggio inequivocabile che ha lasciato attonita un’intera comunità – composta da circa 800 abitanti – non abituata a simili “avvertimenti”. Vito De Caria è da anni il responsabile dell’ufficio tecnico manutentivo, che si occupa anche della gestione del patrimonio del Comune e della Protezione civile. Saranno i militari dell’Arma a dover “decifrare” quella che appare a tutti gli effetti come un’intimidazione, legata probabilmente all’attività lavorativa di De Caria. Utili alle indagini potrebbero rivelarsi le immagini di alcuni impianti (pochi) di videosorveglianza della zona. Il rinvenimento del “pacco”, ritrovato nei pressi dell’abitazione del responsabile dell’ufficio tecnico, è stato duramente condannato dal sindaco del paese delle Preserre, Egidio Servello, il quale ha espresso vicinanza – a nome dell’amministrazione comunale – al professionista preso di mira. “Si tratta di episodi – ha affermato il primo cittadino – che offendono un’intera comunità ed i cui autori spero siano individuati al più presto dalle forze dell’ordine e puniti duramente. Non è possibile stravolgere in questo modo la vita di una famiglia e di un intero paese che reputo tranquillo e di certo non abituato a simili gesti eclatanti”.

Il “caso” Nardodipace

Romano Loielo

Nessun collegamento, naturalmente, con altro “ritrovamento” avvenuto il 3 luglio scorso quando il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, ha denunciato di aver trovato dinanzi al portone dello studio tre cartucce per fucile, un lumino ed un cartone con la scritta “Sindaco dimettiti”. In questo caso, però – almeno allo stato – nessuna ipotesi fa propendere i carabinieri per un’intimidazione nei confronti del sindaco e non viene al momento esclusa nessuna pista. Non convincono del tutto, infatti, modalità e tempi del “ritrovamento”, ma soprattutto non viene tralasciato dagli investigatori un aspetto: i precedenti organi elettivi dell’ente sono stati sciolti per ben due volte (2011 e 2015) per infiltrazioni mafiose ed in entrambi i casi le due amministrazioni erano guidate dal sindaco Romano Loielo. Scioglimenti confermati in sede amministrativa, avendo il primo cittadino perso tutti i ricorsi dinanzi a Tar, Consiglio di Stato. I carabinieri non trascurano inoltre un’altra circostanza non da poco: nell’ultima relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato allo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose, Romano Loielo – attuale vicesegretario provinciale dell’Udc vibonese – è stato definito espressamente quale (citiamo testualmente) “vero ed unico pilastro portante dell’impianto criminale, catalizzatore di interessi pubblici, privati e delinquenziali. Solo attraverso la comprensione del grado di scaltrezza, arroganza, spregiudicatezza ed indifferenza alle leggi dello Stato ad opera del primo cittadino Loielo Romano, fulcro e accentratore di tutte le funzioni dell’ente Comune – si legge ancora nella relazione di scioglimento del 2016 – è infatti possibile affermare non soltanto l’esistenza di un profondo condizionamento dell’ente da parte della criminalità organizzata, ma il suo totale asservimento alle logiche ‘ndranghetiste”. Perché mai, dunque, la ‘ndrangheta locale (se di ‘ndrangheta si tratta) avrebbe deciso improvvisamente (a meno di due mesi dalla rielezione) – se il “ritrovamento” dinanzi all’abitazione di Romano Loielo (cartucce e lumino) venisse classificato come un’intimidazione – di colpire il primo cittadino che nel denunciare l’accaduto ha chiamato attorno a sé i propri consiglieri di maggioranza? Saranno le indagini dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, in questo caso, così come a Vallelonga, a dover far luce. Ricordiamo che per quanto riguarda Romano Loielo ci eravamo occupati l’8 maggio scorso, con un’apposita inchiesta, dei profili shock dei candidati alle elezioni per il Comune di Nardodipace (LEGGI QUI: Comunali a Nardodipace e rischio di infiltrazioni mafiose: i profili shock dei candidati alle elezioni).

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