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‘Ndrangheta: tremano i clan di Briatico e del Vibonese, collabora Antonio Accorinti

Il pm Antonio De Bernardo ha annunciato il deposito dei verbali del figlio del boss Antonino che segue la strada intrapresa nei mesi scorsi da Onofrio Barbieri di Sant’Onofrio

‘Ndrangheta: tremano i clan di Briatico e del Vibonese, collabora Antonio Accorinti
Nel riquadro Antonio Accorinti
Antonio Accorinti

Un nuovo collaboratore di giustizia nel Vibonese ed è un nome “pesante” negli organigrammi della ‘ndrangheta vibonese o, quanto meno, nel clan di Briatico. Si tratta di Antonio Accorinti, 43 anni, figlio del presunto boss dell’omonimo clan Antonino Accorinti. E’ stato il pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, nel corso del processo Imponimento che si sta tenendo dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme ad annunciare il deposito delle dichiarazioni di due nuovi collaboratori di giustizia: Onofrio Barbieri di Sant’Onofrio (la cui collaborazione era già emersa) e, appunto, Antonio Accorinti di cui si apprende oggi per la prima volta. Top secret al momento le dichiarazioni di Antonio Accorinti, che avrebbe iniziato a collaborare con la Dda di Catanzaro nel giugno scorso. Il 9 maggio è stato condannato dalla Corte d’Appello ad 8 anni di reclusione al termine del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Costa Pulita”, mentre il padre Antonino – ritenuto al vertice dell’omonima ‘ndrina di Briatico – è stato condannato a 12 anni. Coinvolto anche nell’operazione antimafia denominata “Olimpo”, scattata nel gennaio scorso, Antonio Accorinti il 2 marzo scorso aveva ottenuto dal Tribunale del Riesame di Catanzaro l’annullamento della misura cautelare per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso in quanto – secondo l’accusa – avrebbe compiuto atti idonei a costringere l’imprenditore Costantino Trimboli a “corrispondere una somma di denaro imprecisata – quale “saldo” di comuni affari oggetto del rapporto collusivo intercorrente, in epoca pregressa, tra il Trimboli e la cosca Accorinti di Briatico e, quindi, a procurarsi un ingiusto profitto con pari danno per la persona offesa. La contestazione porta la data del 20 settembre 2017. Per Briatico e dintorni tale collaborazione potrebbe aprire varchi importanti anche per capire il reale legame tra la “consorteria” di famiglia e diversi esponenti delle istituzioni e della politica locale (il Comune di Briatico è stato sciolto tre volte per infiltrazioni mafiose). Lo scorso anno Antonio Accorinti si era reso protagonista di un Post pubblico su Facebook nel quale aveva lanciato gravi accuse all’attuale amministrazione comunale, difendendo pubblicamente la partecipazione dell’assessore di Briatico Nicola Mobrici al matrimonio della sorella che si è sposata con un imputato della maxioperazione antimafia Rinascita-Scott. Sul caso era intervenuto anche l’allora presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra.

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