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Rinascita Scott: deposizioni del collaboratore Albanese e dell’ex giudice Petrini, atti in Procura per falsa testimonianza

Il Tribunale collegiale di Vibo ha trasmesso gli atti all’ufficio di Procura di Catanzaro non credendo a quanto raccontato in aula dai due testi escussi nel corso del processo

Rinascita Scott: deposizioni del collaboratore Albanese e dell’ex giudice Petrini, atti in Procura per falsa testimonianza
Immagini di repertorio aula bunker ed ex giudice Petrini di repertorio

Trasmissione degli atti alla Procura di Catanzaro per procedere per il reato di falsa testimonianza nei confronti di 17 testimoni ascoltati in aula (LEGGI QUI: Rinascita Scott: il Tribunale di Vibo trasmette gli atti alla Procura per 17 testi sentiti nel processo). E’ quanto deciso dal Tribunale di Vibo Valentia con la sentenza del maxiprocesso Rinascita Scott e tra gli atti trasmessi all’ufficio di Procura c’è pure la deposizione dell’ex collaboratore di giustizia Gaetano Albanese di Candidoni, (che il 22 febbraio 2021 in aula ha ritrattato tutte le dichiarazioni rese in precedenza), ma soprattutto quella dell’ex presidente della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini.

La deposizione di Albanese

Condannato in via definitiva per l’omicidio di Pino Russo di Acquaro, vittima innocente della ‘ndrangheta e punito per una relazione non gradita ai boss delle Preserre vibonesi (delitto per il quale Albanese di Candidoni è stato condannato in via definitiva), nel corso della deposizione in aula del 22 febbraio 2021 al maxiprocesso Rinascita Scott, Gaetano Albanese aveva ritrattato tutte le accuse rese in precedenza in storici processi come quelli nati dalle operazioni “Tirreno” e “Piano Verde” celebrati negli anni ’90 dinanzi alla Corte d’Assise di Palmi. Albanese in aula era arrivato addirittura a sostenere che i Molè di Gioia Tauro fossero “brave persone” per poi aggiungere che non intendeva più rispondere a nessuna domanda da parte del pm della Dda di Catanzaro Andrea Buzzelli. Da qui la richiesta – all’atto della requisitoria finale – da parte della Dda di Catanzaro di trasmissione degli atti all’ufficio di Procura per procedere per il reato di falsa testimonianza. Richiesta ieri accolta dal Tribunale di Vibo.

La deposizione di Petrini

Pittelli e l’ex giudice Petrini

Marco Petrini, 59 anni, oggi residente in un monastero dopo l’arresto in carcere risalente al 15 gennaio 2020 e gli arresti domiciliari ottenuti l’11 febbraio dello stesso anno, poi di nuovo il carcere ad aprile 2020 e ancora ai domiciliari il 29 maggio 2020, nel corso della testimonianza resa nel processo Rinascita Scott aveva negato di aver intrattenuto rapporti illeciti con Giancarlo Pittelli. In particolare, l’ex magistrato – deponendo nell’udienza datata 8 novembre 2022 – non aveva confermato in aula le precedenti dichiarazioni rese a verbale sull’esistenza di una loggia massonica coperta con sede a Catanzaro. Loggia della quale avrebbero fatto parte l’avvocato Giancarlo Pittelli (ieri condannato a 11 anni) più altri magistrati e avvocati – secondo quanto reso a verbale da Petrini – ma di cui il teste ha spiegato poi in aula di non ricordare nulla e di aver reso dichiarazioni non veritiere in quanto all’epoca in forte stato di prostrazione psicologica. “Ero fortemente turbato – aveva dichiarato Petrini – e oggi non mi riconosco nelle dichiarazioni che mi sta leggendo il pubblico ministero. Uscivo da un mese di carcere a Salerno e poi da un periodo di isolamento in un convento, chiuso in una cella. Mi sono preso di panico, avevo paura, ero stanco e provato e ciò mi ha portato a fare dichiarazioni non vere. Neanche ricordo di aver reso tali dichiarazioni, sono due anni e mezzo – aveva aggiunto Petrini – che prendo psicofarmaci in conseguenza del trauma subito per l’arresto”. L’ex giudice Petrini aveva poi ulteriormente sottolineato di non ricordare di aver mai prestato formale giuramento ad alcuna loggia massonica, né di essere mai stato affiliato da Pittelli nello studio del legale a Catanzaro o di aver prestato obblighi di fratellanza massonica. Con Pittelli ho avuto solo rapporti giudice-avvocato” – aveva dichiarato Petrini – mentre su altre domande del pm in relazione ai rapporti con alcuni magistrati della Corte d’Appello di Catanzaro, l’ex giudice si era avvalso della facoltà di non rispondere. Dichiarazioni, evidentemente, non credute dal Tribunale di Vibo Valentia che ieri ha accolto la richiesta della Procura di trasmissione degli atti per procedere per il reato di falsa testimonianza.

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