sabato,Novembre 9 2024

Vibo Marina: recuperato il peschereccio affondato domenica pomeriggio – Video

Le operazioni si sono svolte ieri pomeriggio, sul posto l'ormeggiatore MIno De Pinto che pone l'accento sulla Sicurezza del porto

Vibo Marina: recuperato il peschereccio affondato domenica pomeriggio – Video

Il relitto Assunta Madre è riemerso ieri pomeriggio dalle acque del porto di Vibo Marina. Uno dei barconi più vecchi, di proprietà dei fratelli Ceravolo, è affondato domenica scorsa per cause in corso d’accertamento. La Capitaneria di porto di Vibo Marina, intervenuta tempestivamente, ha provveduto alla messa in sicurezza della zona per evitare dispersioni di materiale inquinante, scongiurato il quale il vecchio barcone che per oltre mezzo secolo ha solcato le acque del Mediterraneo, è stato recuperato. Sul posto durante le operazioni di soccorso, l’ormeggiatore Mino De Pinto che non nasconde l’emozione nel vedere l’imbarcazione che per 5 anni ha guidato il padre, ormai un relitto. «Mio padre è stato il comandante di questo peschereccio. Sono emotivamente legato all’Assunta Madre, mi dispiace sia finita così». Il peschereccio era uno dei più vecchi attraccato al porto e certamente aveva bisogno di qualche intervento di riparazione, «ma aveva le carte in regola», conferma De Pinto. Tant’è che fino al fermo pesca (1 ottobre), era uscito in mare. Un incidente che solleva la questione sicurezza del porto. «Sono almeno 40 anni che diciamo che il molo verde deve essere allungato, spiega l’ormeggiatore. Lo stesso ricorda: «domenica mattina, abbiamo ormeggiato una petroliera, ma per condizioni meteo avverse dopo mezz’ora è dovuta andare via. Quello stesso pomeriggio l’incidente, causato, forse – continua De Pinto – da una risacca. Il peschereccio ha imbarcato acqua ed è affondato». Ad assistere alle operazioni anche Luciano De Leonardo, uno dei pescatori più anziani di Vibo Marina. «Ho 85 anni – dice -, l’ho visto nascere il porto, bastava allungare il molo verde pure di 100 metri per evitare disagi alle imbarcazioni. Quando il mare è un po’ mosso – conclude – è meglio stare alla rada che al porto». 

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