martedì,Aprile 30 2024

Commissione di accesso agli atti a Filadelfia, la genesi dell’invio e i riflessi sulla politica

Dall’operazione Imponimento ai rilievi dell’allora presidente della Commissione antimafia Nicola Morra. Dalla svolta sul monitoraggio dei Municipi data dal prefetto di Vibo e dalle forze dell’ordine sino alle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo

Commissione di accesso agli atti a Filadelfia, la genesi dell’invio e i riflessi sulla politica
Il Comune di Filadelfia e nei riquadri il primo cittadino Anna Bartucca e il vicesindaco Maurizio De Nisi
La Prefettura di Vibo e nel riquadro il prefetto Giovanni Paolo Grieco

Tre mesi di tempo per scandagliare atti, documenti, delibere e determine ma anche per fare il punto su eventuali frequentazioni controindicate con soggetti vicini alla criminalità organizzata e, quindi, su eventuali infiltrazioni mafiose. Su delega del ministro dell’Interno si è insediata ieri al Comune di Filadelfia la Commissione di accesso agli atti chiesta e voluta – sulla scorta di rapporti e delle segnalazioni da parte delle forze dell’ordine – dalla Prefettura di Vibo Valentia guidata dal prefetto Giovanni Paolo Grieco. La Commissione di accesso agli atti è composta da: Roberto Micucci, viceprefetto di Vibo (facente parte anche delle Commissioni di accesso insediate a Tropea, Nicotera e Mileto); Veronica Pastori, capitano della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia ed alla guida del Norm (Nucleo operativo radiomobile); Francesco Seminerio, capitano del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro. Tre mesi di tempo, dunque, per la Commissione di accesso agli atti – prorogabili di altri tre – che stilerà alla fine dei propri lavori una relazione da sottoporre al vaglio del prefetto.

Nicola Morra

L’invio della Commissione di accesso agli atti al Municipio di Filadelfia non rappresenta, almeno parzialmente, un “fulmine a ciel sereno”. Certamente l’operazione antimafia denominata Imponimento del luglio 2020 contro il clan Anello – di cui è in corso il processo di primo grado dinanzi al Tribunale di Lamezia Terme, mentre per il troncone dell’abbreviato si è già in appello – rappresenta lo spartiacque sull’accensione dei “riflettori” pure sul Comune di Filadelfia. Interi capitoli di tale inchiesta sono infatti dedicati alla raccolta dei voti da parte del clan Anello in alcune delle passate competizioni elettorali. Era stato poi il senatore del M5S, Nicola Morra – all’epoca presidente della Commissione parlamentare antimafia – nel luglio del 2022 a chiedere pubblicamente all’allora prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli,  la massima attenzione sul Comune di Filadelfia alla luce della sentenza in abbreviato dell’operazione Imponimento, posto che nell’ottobre 2021 – aveva evidenziato Morra – gli organi elettivi del Comune sono stati rinnovati e gli attuali amministratori vincenti hanno goduto del sostegno politico ed elettorale dei fratelli De Nisi, con il fratello del consigliere regionale Francesco De Nisi passato infatti da sindaco della precedente amministrazione comunale a vicesindaco in quella attuale. Sempre l’allora presidente della Commissione parlamentare antimafia – richiamando un nostro articolo (LEGGI QUI: Imponimento: per il giudice provato l’appoggio elettorale del clan Anello di Filadelfia al politico De Nisi) – aveva quindi chiamato in causa pure il Viminale, la Prefettura di Vibo Valentia ed il senatore Gaetano Quagliariello, quest’ultimo all’epoca leader di “Coraggio Italia” – stesso partito che vedeva Francesco De Nisi segretario regionale (oggi ricopre lo stesso ruolo per il partito di Azione) – ma soprattutto compagno dell’allora prefetto di Vibo Roberta Lulli.

Filadelfia e il lavoro della Commissione  

Sarà la Commissione di accesso agli atti che dovrà stabilire se esiste una linea di continuità tra le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti dal collaboratore di giustizia, Giovanni Angotti (che il giudice in sentenza di primo grado ha ritenuto pienamente attendibile), e che si riferiscono a fatti ormai datati, e l’attualità politica ed amministrativa del Comune di Filadelfia. Certo è che la Commissione di accesso agli atti insediata ieri al Municipio di Filadelfia – guidato politicamente dal sindaco Anna Bartucca e che vede quale vicesindaco Maurizio De Nisi (primo cittadino nella scorsa consiliatura) – oltre  alle frequentazioni, alle parentele, alla presunta contiguità ed ai rapporti degli amministratori e dell’apparato burocratico con persone legate alla criminalità organizzata, dovrà vagliare per legge anche altri aspetti. Innanzitutto la legittimità o meno nel rilascio di licenze in materia di edilizia e nel settore commerciale. Quindi l’eventuale inerzia dell’amministrazione comunale in materia di abusivismo edilizio e smaltimento dei rifiuti. Ci sono poi da vagliare i controlli sull’esecuzione delle opere pubbliche ed i relativi appalti, la concessione di contribuiti ed erogazione economiche, la regolarità nell’assegnazione di eventuali alloggi popolari, la mancata riscossione dei tributi e dei canoni e le eventuali assunzioni clientelari al Comune. Un lavoro ad ampio raggio, quindi, ma che parte anche da alcune certezze: la perfetta conoscenza del territorio da parte dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza.

Le conseguenze politiche

Francesco De Nisi

Nella provincia dove la politica locale preferisce spesso affrontare i problemi nascondendo la testa sotto la sabbia (“Calati juncu ca passa la china” si dice in Sicilia), “capitolo” a parte, naturalmente, è rappresentato dalle eventuali reazioni politiche all’invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Filadelfia. Per tutta la giornata di ieri e sinora si è registrato solo il silenzio, ma è chiaro che l’accesso antimafia disposto al Municipio di Filadelfia è destinato a fare “rumore” (ed anche i silenzi possono essere spesso “assordanti”) in virtù sia dell’importanza del Comune finito sotto i “riflettori” – tra i principali della provincia – sia per il ruolo politico dei fratelli De Nisi nel Vibonese. Francesco De Nisi non è infatti solo un ex sindaco ed un ex presidente della Provincia, ma attualmente è un consigliere regionale che sostiene la maggioranza di centrodestra alla Regione ed è pure il leader regionale di Azione (il partito che a livello nazionale risponde al parlamentare Carlo Calenda); lo stesso partito di Azione che ha allestito una lista denominata “Azione con Calenda e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia” al fine di concorrere al rinnovo del Consiglio provinciale il cui voto è stato fissato per il 26 febbraio prossimo.  

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