sabato,Aprile 27 2024

Proroga della Commissione di accesso a Mileto, il sindaco: «Attendiamo fiduciosi gli esiti»

Il primo cittadino Salvatore Fortunato Giordano interviene per evidenziare diversi passaggi rispetto a quanto evidenziato anche dalla stampa

Proroga della Commissione di accesso a Mileto, il sindaco: «Attendiamo fiduciosi gli esiti»
Il Comune di Mileto e nel riquadro Salvatore Fortunato Giordano
Il Comune di Mileto

Intervento del sindaco di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, dopo la proroga della Commissione di accesso agli atti decisa dal prefetto di Vibo Valentia e di cui anche la nostra testata ne ha dato notizia (LEGGI QUI: Comune di Mileto e antimafia: prorogata la nomina della Commissione di accesso agli atti). “E’ venuto forse il momento di chiarire alcune situazioni, che vengono di volta in volta rielaborate, senza che si tenga conto di atti documentali facilmente acquisibili. Tutti i personaggi che si agitano a Mileto nelle indagini Maestrale-Carthago nulla hanno a che vedere né con la mia persona – sostiene il sindaco – né con tutti i componenti della mia amministrazione, né soprattutto con l’attività esercitata in questi cinque anni. Lo sanno tutti a Mileto. Basterebbe farsi un giro, parlare con la gente per capire che, proprio i nominativi, quelli menzionati dal Vibonese, e anche altri in altri articoli, non solo non hanno potuto avere un ruolo nella mia elezione, né dei componenti della mia amministrazione, ma addirittura l’hanno avversata e contrastata con atti concreti, a tal punto che uno di loro addirittura, pur non essendo candidato alle ultime elezioni, ha fatto ricorso contro la mia elezione, cercando di sfruttare un errore della Commissione elettorale sul nome di uno dei candidati Sindaci a me avversari, prima al Tar, insieme a quel candidato avversario, poi da solo al Consiglio di Stato. Tale dato, ma anche altri, cioè il fatto che il sottoscritto è stato sempre osteggiato e inviso da tali personaggi ed ha fatto sempre parte di amministrazioni contrapposte alle loro liste, è un fatto documentale noto e dovrebbe confortare su tal punto, come dovrebbe confortare, come altre volte ho affermato, che in centinaia di migliaia di pagine di tutte le inchieste della Dda sul territorio di Mileto, e sono tante (Stammer 1 e 2, Miletos, Rinascita Scott, Maestrale Carthago etc), il mio nominativo non emerge da nessuna parte, neanche in un convivio insignificante, neanche in una intercettazione, neanche in un bar a prendere un caffè in compagnia di gente attenzionata, eppure vivo da sempre a Mileto e svolgo la professione di avvocato sul territorio da oltre trent’anni. E ciò è avvenuto, perché tra me e i miei clienti, come dice il dr Gratteri, c’è stata sempre una grande scrivania e miei assistiti negli anni mi hanno rivolto sempre del voi e mai il sottoscritto ha accettato inviti in campagna o in cene conviviali. Stante ciò, siccome questi sono dati veri, nell’esporre i fatti sarebbe opportuno ogni tanto, dando la notizia di cronaca, venga sottolineato, senza fare insinuazioni del tipo: “Bisognerà capire se i tre arrestati hanno avuto un ruolo pure nelle ultime elezioni comunali che hanno portato da dell’amministrazione l’attuale sindaco Fortunato Salvatore Giordano”. Un ruolo con Noi no e lo posso dire a pieni polmoni, Mai! L’attività della mia amministrazione è messa in valutazione? Non poteva non essere così! Perché al di là delle mie e nostre responsabilità, un substrato culturale diffuso come quello di Mileto come emerso dall’ultima indagine, nessuno poteva aspettarselo nel modo di come ricostruito dall’indagine medesima. Ed è corretto che gli organi valutino appunto se quello che è emerso per gli anni pregressi ha continuato. Noi sappiamo la nostra risposta, ma bisogna attendere gli esiti. Quindi attendiamo l’esito dell’indagine con speranza che questi risultati possano evidenziare, la svolta riconosciuta da tutti che questa mia amministrazione, con cinque anni di duri impegni e sacrifici, ha tentato di dare, riuscendovi secondo noi in tanti settori: culturale, decoro pubblico, manifestazioni di sensibilizzazione alla legalità, di coinvolgimento delle scuole e dei più giovani, coinvolgimento delle associazioni, rapporti istituzionali e puntuali con tutte le autorità in primis con la Prefettura e organi di PS, ricerca di finanziamenti per rendere migliore la vivibilità del territorio. Fatti che secondo il mio modo di vedere si scontrano con la “cultura mafiosa”, che Noi abbiamo in questi anni contrastato politicamente, perché questo è il nostro ruolo, (il resto non spetta a noi) con un’azione politica scevra da condizionamenti, e di questo me ne faccio garante e ci metto la mano nel fuoco, e indirizzata unicamente al raggiungimento del bene comune senza favoritismi personali, ma a vantaggio di tutta la comunità. Qualcuno dei nostri, per inesperienza o altro, ha fatto degli errori, certo, ma ricordiamoci sempre che qui si deve valutare se una presenza di qualcuno in un ristorante sia occasionale o frutto di continui rapporti e se abbia prodotto condizionamenti dell’attività amministrativa; se un’affinità acquisita per via di due giovani che in tenera età si conoscono a scuola e decidono di sposarsi e poi dopo tanti anni la madre dello sposo, che ha una sua vita autonoma da certi ambienti, decide di fare un’esperienza insieme al sindaco suo parente, possa essere elemento che possa assurgere ad affermare che tutta l’attività di cui sopra sia inficiata. C’è stato un errore? Vuol dire che nelle scelte future si terrà conto di questo, di questa sensibilità che il territorio merita ancor di più oggi, ma criminalizzare tutta un’attività amministrativa condotta con il cuore per situazioni come queste, in un territorio difficile come Mileto e il Vibonese, ma soprattutto dopo le vicissitudini passate delle nostre realtà, non mi sembra corretto. In questi anni, qualcuno mi ha accusato di essere un “Uomo solo al Comando”, volendo affermare non che sono solo, perché con me c’è tanta gente e ci sono tutti i miei amministratori comunali, che condividono dal primo minuto le mie scelte di indirizzo politico, ma ciò descrive una verità: che ho seguito da vicino tutta l’attività amministrativa dedicando tutto me stesso, ho cercato di stare attentissimo a che l’attività venisse indirizzata verso l’equità, la solidarietà e la generalità dei consociati, il rispetto delle regole e soprattutto che non ci fossero condizionamenti; posso garantire che non c’è atto che quegli amministratori abbiano mai sollecitato a favore di qualcuno, ma semplicemente solo condivisione di questa azione amministrativa per come da me impostata. Pertanto sono fiducioso che tutto possa chiarirsi, anche se sicuramente mi dispiace dover affrontare in primis io e la mia amministrazione questa situazione, e poi tutta la comunità di Mileto, che merita di avere opportunità di crescita e di sviluppare le sue risorse, come qualcuno dice, come in questi anni abbiamo cercato di fare senza alcuna ombra di dubbio. Attendiamo fiduciosi quindi gli esiti della verifica ed evitiamo di anticipare criminalizzazioni di sorta”.
Sin qui la nota integrale del sindaco di Mileto. Per parte nostra preme solo rilevare che attenderemo pure noi i risultati del lavoro della Commissione di accesso agli atti nominata dal prefetto. Al di là dei giri che il primo cittadino ci invita a fare per “parlare con la gente”, alla fine conterà infatti solamente il responso della Commissione di accesso agli atti. Ci teniamo tuttavia a sottolineare che non è, a nostro avviso, “tutta la comunità di Mileto” ad essere finita sotto i “riflettori” ma solamente l’attività politico-amministrativa di chi governa a più livelli il Municipio. Il Comune di Mileto si ritroverà nel processo Maestrale quale parte lesa e quale parte civile contro quegli stessi imputati con cui in un caso si è trovato al ristorante un consigliere (poi divenuto assessore), mentre in altro caso si tratta del consuocero di un assessore. Quanto e se ciò sia rilevante lo stabilirà la Commissione di accesso agli atti.

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