domenica,Maggio 19 2024

La sparatoria a Piscopio con quattro feriti nel giorno di festa, l’inchiesta e le responsabilità

L’operazione antimafia della Dda permette di ricostruire anche l’agguato ai danni dei cugini Bellissimo e di altri due giovani. Le dichiarazioni di Moscato, il ruolo di Michele Fiorillo e la mancanza di riscontri per Rosario Battaglia

La sparatoria a Piscopio con quattro feriti nel giorno di festa, l’inchiesta e le responsabilità
Michele Fiorillo

Fa luce anche sul tentato omicidio nei confronti di quattro persone, l’operazione della Dda di Catanzaro scattata ieri grazie al lavoro sul “campo” da parte dei carabinieri e della polizia. In particolare, l’inchiesta ricostruisce una sparatoria avvenuta il 3 ottobre del 2004 in via Varelli a Piscopio quando venivano esplosi diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dei cugini Rocco e Nicola Bellissimo di Sant’Angelo di Gerocarne, di C.P. e P. C. Un vero e proprio agguato contestato ora a Rosario Battaglia, 40 anni, e Michele Fiorillo, 38 anni, alias “Zarrillo”, entrambi di Piscopio. Le vittima designate, nonostante le ferite, riuscivano a mettersi in salvo. Il tentato omicidio è aggravato dalle finalità mafiose ed a Fiorillo e Battaglia viene contestata anche la detenzione di pistole semiautomatiche calibro 12 con le quali avrebbero aperto il fuoco lungo la strada principale di Piscopio durante i festeggiamenti in onore di San Michele. Nell’immediatezza della sparatoria, le indagini avevano permesso di raccogliere elementi informativi secondo i quali l’azione delittuosa era maturata a seguito di un acceso diverbio avvenuto qualche ora prima tra il gruppo capeggiato da Nicola Bellissimo, che era il più grande dei quattro, e Giovanni Battaglia, fratello di Rosario Battaglia. Il diverbio, secondo la ricostruzione investigativa, era nato a causa degli apprezzamenti che un ragazzo facente parte del gruppo di Bellissimo aveva rivolto, nei pressi del piazzale ove erano state montate le giostre, nei confronti della fidanzata di Giovanni Battaglia, il quale li aveva rimproverati pubblicamente. Successivamente a tale primo episodio era seguita la reazione ad opera di uno dei Bellissimo che, rintracciato Giovanni Battaglia nei pressi di via Varelli, per vendicarsi di essere stato ripreso, lo aveva schiaffeggiato.

Gli accertamenti balistici e le dichiarazioni di Moscato

Raffaele Moscato

L’accertamento balistico ha permesso di stabilire che per compiere il danneggiamento all’autovettura di Antonio De Pietro (di poco antecedente all’omicidio di quest’ultimo) e il ferimento dei quattro giovani a Piscopio era stata usata la stessa pistola. E medesima arma era stata usata anche per il danneggiamento al panificio Valenzise e alla palestra Olimpia. A descrivere poi gli avvenimenti ci ha pensato il collaboratore di giustizia Raffaele Moscato: “So che Rosario Battaglia e Michele Fiorillo sono giunti sul posto entrambi armati ma senza mettersi d’accordo prima. Questo – ha riferito Moscato – me l’ha raccontato Rosario Battaglia in un’occasione in cui, vicino Varì, abbiamo incontrato casualmente in macchina Francesco Idà mentre era in compagnia di questo Bellissimo. Poi fuori dalla macchina, in campagna, Rosario Battaglia mi ha detto chi era questo Bellissimo, del suo tentato omicidio quando invece che in testa era stato colpito al braccio per aver toccato il sedere alla fidanzata del fratello”.

Le posizioni distinte di Fiorillo e Battaglia

Rosario Battaglia

A rendere dichiarazioni sul fatto di sangue è stato nell’aprile del 2020 anche il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena di Vibo Valentia. Lo stesso per l’agguato ai Bellissimo ha tirato in ballo anche Salvatore Morelli, ma sul punto non vi sono riscontri, così come il gip ha ritenuto “indefinita l’attribuzione della condotta a soggetti specifici, se non individuati come “I Piscopisani”. I riscontri alle dichiarazioni di Moscato, invece, il gip li ravvisa solo in ordine alla posizione di Michele Fiorillo, alias “Zarrillo”, ma non anche nei confronti di Rosario Battaglia. E’ in particolare un’intercettazione tra la madre di Michele Fiorillo ed altra familiare a dare conferma sulle responsabilità in ordine alla sparatoria del 3 ottobre 2004 a Piscopio. Per il gip, infatti, la donna ha sostanzialmente “confermato la partecipazione del figlio agli eventi avvenuti tempo prima a Piscopio, per i quali lo stesso già aveva rischiato di commettere atti che avrebbero potuto causargli vent’anni di carcere.  Questa l’intercettazione: “Quando ha fatto quella storia di Piscopio …Ragazzi siamo stati tutti. Questa ragazza, pure che gli avevano detto qualche cosa, se la poteva pure mangiare, va bene? Perché io ho 43 anni. Lei se la poteva pure mangiare, perché ragazzi siamo stati tutti e cose ce ne sono successe a tutte. Dopo vuol dire che se gli avevano detto che era bella, se lo teneva! Era un complimento! C’era bisogno di fare quella scena! La? Ma tu lo sai che per poco potevano prendere…lui…vent’anni di carcere”.
Per il gip “il contenuto di tale conversazione risulta chiaramente richiamare gli eventi del 3 aprile 2004, attesi i chiari riferimenti al coinvolgimento di una “ragazza”, come causa scatenante della lite. A ciò si aggiungono poi le parole della donna intercettata descrittive delle condizioni dei soggetti attinti dalle armi da fuoco in quel frangente utilizzate, ricondotte pacificamente agli eventi accaduti “alla festa di Piscopio”. A diverse conclusioni il gip giunge invece per quanto concerne l’attribuzione di responsabilità a Rosario Battaglia che oltre alle dichiarazioni del collaboratore Moscato non ha trovato “negli ulteriori elementi investigativi un adeguato riscontro specifico e individualizzante”.

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