venerdì,Ottobre 4 2024

È di Gabriele Alessandria il corpo recuperato a Vibo Marina: il padre ha identificato l’orologio e un braccialetto

Drammatico riscontro da parte del genitore del 23enne di Porto Salvo, di cui non si avevano più notizie da un paio di giorni. Il cadavere avvistato da un bagnante che ha avvertito le forze dell’ordine

È di Gabriele Alessandria il corpo recuperato a Vibo Marina: il padre ha identificato l’orologio e un braccialetto
Gabriele Alessandria e l'imbarcazione della Guardia costiera che ha riportato a terra il suo corpo

È di Gabriele Alessandria il corpo recuperato in mare questa mattina dalla Guardia costiera al largo di Vibo Marina. A confermare l’identità del ragazzo 23enne di Porto Salvo è stato il padre, in un dolorosissimo riconoscimento. Il genitore, in particolare, ha identificato un braccialetto e l’orologio appartenenti al figlio, perché il volto non era riconoscibile. Su disposizione del magistrato di turno, la salma è stata riconsegnata ai familiari.

A scorgere la sagoma del cadavere che galleggiava non molto distante dalla riva, è stato un bagnante che, grazie a un binocolo, ha avuto la conferma che si trattasse di un corpo umano e ha allertato le autorità. Poi è intervenuta la Guardia costiera, che ha recuperato la salma portandola a Vibo Marina. Gabriele, residente nella frazione Portosalvo, a Vibo Valentia, era scomparso due giorni fa. L’ultimo avvistamento risaliva al pomeriggio del 17 agosto nella vicina frazione Bivona. Indossava degli indumenti di colore nero e in sella ad una bici marca Graziella dello stesso colore. Poi qualcuno lo avrebbe avvistato a bordo di un pedalò mentre costeggiava il litorale. Particolare che ha fatto scattare le ricerche della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia in campo con una squadra di sommozzatori che ha scandagliato il tratto di mare dove Gabriele è stato visto l’ultima volta.

Sui social network era apparso l’appello da parte del fratello, chiedendo la massima condivisione nella speranza di dare maggiore impulso alle ricerche. Il giovane di Porto Salvo lavorava al ristorante “La Rosa dei Venti”, a Bivona e a quanto sembra già in una occasione aveva fatto perdere le proprie tracce per poi tornare a casa poche ore dopo. Circostanza questa che alimentava la speranza che, con il ritrovamento del cadavere in mare, è precipitata nella disperazione più acuta.

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