sabato,Aprile 20 2024

Il gip di Vibo convalida l’arresto del latitante Giuseppe Mancuso

Il figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”, resta in carcere al pari del giovane sorpreso con lui a Zaccanopoli. Divieto di espatrio per una donna straniera

Il gip di Vibo convalida l’arresto del latitante Giuseppe Mancuso
Giuseppe Mancuso

E’ stato convalidato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Tiziana Macrì, l’arresto avvenuto martedì notte ad opera dei carabinieri di Giuseppe Mancuso, 33 anni, di Nicotera, figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”. Il giovane – fratello fra l’altro dell’attuale collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso – era irreperibile dal dicembre dello scorso anno ed è stato sorpresi dai militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e della Compagnia di Tropea in un’abitazione di Zaccanopoli dove è stato trovato un fucile di precisione, una pistola con matricola abrasa, numerose munizioni, due passamontagna e una somma pari a 9.000 euro in contanti. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere, oltre che per Giuseppe Mancuso – che ha ammesso le proprie responsabilità per le armi ma ha contestato l’aggravante delle finalità mafiose – anche colui che aveva la disponibilità dell’abitazione di Zaccanopoli, ovvero Francesco Pugliese, 19 anni, residente a Zungri (difeso dagli avvocati Antonio Porcelli e Alessandro Restuccia). Misura cautelare del divieto di espatrio, invece, per Luisa Borrome, 40 anni, della Repubblica Dominicana ma residente a Pescara, alla quale è stato anche ritirato il passaporto (viene esclusa per lei l’aggravante mafiosa). La donna (difesa dagli avvocati Liborio Romito e Francesco Palmieri) si è dichiarata al giudice estranea ai fatti spiegando di aver incontrato i due uomini in ragione della propria attività di escort. Per il giudice vi sono i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Giuseppe Mancuso (difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e Francesco Capria) e Francesco Pugliese. Il giudice, dopo la convalida, ha dichiarato la propria incompetenza funzionale in favore del gip distrettuale di Catanzaro (per via dell’aggravante mafiosa contestata a Mancuso e Pugliese) e per l’effetto ha disposto la trasmissione degli atti al pm.

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