Raid omicida a Nicotera e Limbadi, fissato il nuovo processo d’appello per Francesco Olivieri
Il procedimento penale ancora non concluso dopo un doppio annullamento con rinvio ad opera della Cassazione. Il 38enne è accusato di aver ucciso due persone ferendone altre tre nel 2018


È stato fissato per il 3 luglio prossimo dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro il processo nei confronti di Francesco Olivieri, detto “Cicko”, 38 anni, di Nicotera, accusato di duplice omicidio aggravato e di un tentato omicidio. Il decreto di citazione a giudizio per un nuovo processo di secondo grado arriva dopo che la Cassazione per la seconda volta ha annullato con rinvio, nel febbraio scorso, la condanna all’ergastolo inflitta all’imputato, in accoglimento di un ricorso presentato dagli avvocati Francesco Schimio e Giovanni Piccolo che avevano insistito sull’infermità mentale del loro assistito.
Si tratta del secondo annullamento con rinvio della sentenza d’appello ad opera della Cassazione. Francesco Olivieri è accusato di aver ucciso a Nicotera l’11 maggio 2018, con tre colpi di fucile, Michele Valarioti. Nei confronti di Giuseppa Mollese, sempre a Nicotera, è stato invece sparato un solo colpo di fucile che ha attinto la vittima alla regione mammaria destra, cagionandone anche in questo caso la morte. È contestata anche qui l’aggravante della premeditazione nel reato di omicidio. Tentato omicidio, aggravato dalla premeditazione, è l’ulteriore accusa mossa a Francesco Olivieri per i due colpi di fucile esplosi a Limbadi nei confronti di Vincenzo Timpano (alias “Scarcella”) che ha però reagito prontamente riuscendo ad evitare i proiettili per poi scagliarsi contro il suo aggressore con una lastra di legno del separè di un bar, mentre Francesco Olivieri era intento a ricaricare il fucile.
Nei confronti dell’imputato sarà quindi necessario un nuovo processo di secondo grado dinanzi ad una diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro che dovrà accertare la capacità di intendere e volere di Francesco Olivieri al momento della commissione dei fatti.
Lesioni personali, aggravate dall’uso di un’arma – per l’esplosione di più colpi di fucile nel bar di Limbadi che per errore hanno ferito al polso destro (con proiettile ritenuto in sottocute e rimosso chirurgicamente) Pantaleone Timpano – è l’altra contestazione mossa nei confronti dell’imputato, chiamato a rispondere anche del reato di lesioni personali aggravate per aver spinto con forza a terra Francesca Vardè (facendola cadere rovinosamente) in occasione dell’esplosione dei colpi di fucile all’indirizzo del marito Michele Valerioti.
Contestato a Francesco Olivieri pure il reato di danneggiamento per aver esploso a Limbadi numerosi colpi di fucile in direzione della porta di ingresso dell’abitazione e dell’autovettura di proprietà di Francesco Timpano, più un colpo di fucile a Nicotera all’indirizzo della saracinesca del locale commerciale di Maria Teresa Campennì denominato “Il Capriccio”. Danneggiamento l’accusa anche per i numerosi colpi di fucile esplosi in direzione della Peugeot 106 di Cesare Taccone a Nicotera, più due colpi di fucile contro l’insegna del ristorante-pizzeria “Il Castello” di Francesco Mollese. La furia omicida, stando al racconto di Francesco Olivieri, sarebbe stata mossa dalla volontà di vendicare il fratello Mario ucciso nel 1997.
La perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro nei confronti di Francesco Oliveri – affidata al medico legale Giulio Di Mizio– aveva stabilito la piena capacità di intendere e volere dell’imputato al momento della commissione dei fatti di sangue. Per il medico legale, Francesco Oliveri (detto Cicko) era perfettamente consapevole di quanto compiuto e della volontà omicida. La Cassazione ha però annullato con rinvio la condanna all’ergastolo disponendo un nuovo processo d’appello, ora fissato per il 3 luglio prossimo.
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