Il sindaco di Nardodipace indagato, Loielo: «Non c’è alcuna truffa, chiederò di essere sentito per chiarire tutto»
Il nome del primo cittadino risulta tra le nove persone coinvolte nell'inchiesta della Procura di Vibo su presunte erogazioni pubbliche indebite e ingiusti profitti derivanti dalle detrazioni del Superbonus

In merito all’articolo “Truffa sul superbonus a Nardodipace: nove indagati, tra loro anche il sindaco Romano Loielo” pubblicato da Il Vibonese, riceviamo dal sindaco di Nardodipace Romano Loielo la seguente nota, che pubblichiamo integralmente:
«Pur non avendo avuto io alcun ruolo nell’esecuzione dei lavori presso il condominio “Maiolo” oggetto di indagini, posso tuttavia acclarare senza tema di smentita che tutti i lavori contenuti nelle asseverazioni dello studio tecnico appositamente incaricato sono stati pedissequamente eseguiti. Pertanto, alcuna truffa è stata perpetrata né da parte dei committenti proprietari delle abitazioni, né da parte dello studio tecnico incaricato della progettazione degli interventi, della direzione dei lavori e della asseverazione delle opere realizzate!
Per quanto concerne il mio coinvolgimento nel procedimento in parola, invece, la circostanza risulta assolutamente insussistente, atteso il fatto che dal fascicolo delle indagini che ho avuto modo di esaminare non risulta un solo documento da me firmato né in ordine all’accettazione e al concreto svolgimento dell’incarico di “responsabile dei lavori”, né in relazione a qualsiasi altro atto e/o certificazione riguardante l’esecuzione dei predetti lavori di efficientamento energetico e sismici presso il condominio Maiolo della frazione Cassari di Nardodipace.
Chiarisco che il compenso della mia parcella di euro 4.002,00 ritenuto negli atti di indagine “a titolo di responsabile dei lavori”, in realtà nulla aveva a che vedere con tale attività, essendo la stessa riferita, invece, alla mia legittima attività di consulente svolta nei riguardi della impresa Carè per ragioni diverse dall’esecuzione dei lavori, ossia per la complessa attività di cessione dei crediti fiscali dalla stessa già maturati alla società “Global bonus”, attività da me svolta in quel periodo anche in favore di altre imprese e che, considerate le enormi difficoltà riscontrate poi per la deriva assunta negli ultimi anni dal Superbonus, in molti casi non è stata mai remunerata. L’attività da me svolta richiedeva una elevata competenza e una precisione chirurgica, atteso che la piattaforma “Global bonus” prima di accettare la pratica caricata e di eseguire il pagamento svolgeva una capillare ed esaustiva revisione di ogni minimo atto e documento prodotto, bloccando la procedura di liquidazione per ogni minimo dettaglio non conforme.
Chiederò tempestivamente, pertanto, di essere sentito in merito ai fatti a me addebitati dal magistrato procedente per chiarire in ogni dettaglio la mia posizione, producendo all’uopo anche una documentata memoria».