martedì,Luglio 29 2025

In treno da Firenze a Nicotera per accoltellare il farmacista. La testimonianza: «Quel ragazzo era furia cieca»

Amerigo Galasso, storico collaboratore dell'esercizio commerciale, racconta: «Anni fa questa era la farmacia dei suoi genitori, ma non l’abbiamo riconosciuto. Poi si è avventato su Antonio». L'uomo aggredito sì è salvato per un soffio: un fendente gli ha sfiorato la carotide

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Amerigo Galasso collaboratore farmacia Medea

La farmacia Medea ha riaperto ieri mattina dopo la buona notizia giunta dall’ospedale di Catanzaro che ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Antonio Sergi è fuori pericolo hanno confermato i medici dopo avergli suturato le ferite alla spalla e al collo. Il coltello con il quale è stato colpito più volte si è fermato a un millimetro dalla carotide. «Abbiamo deciso di riaprire subito. Prima abbiamo ripulito il retro della farmacia dove si è consumata l’aggressione. C’era sangue dappertutto», dice Amerigo Galasso, storico collaboratore della farmacia che ha ancora davanti agli occhi la drammatica scena a cui ha assistito mercoledì sera.

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Erano le 18 di sera quando Riccardo Proto, 24 anni, ha fatto irruzione nell’attività commerciale, un tempo di proprietà dei suoi genitori e ha accoltellato alla gola il marito di Cinzia Maria Matarozzo, titolare della farmacia. «Eravamo dietro al bancone io e la dottoressa, quando è entrato questo giovane. Era agitato, voleva parlare con il dottore. “Fatemi parlare con il dottore”, ha insistito. Gli abbiamo spiegato che non poteva uscire dallo studio perché era impegnato. C’era gente e nemmeno ci siamo accorti che è entrato all’interno e si è accanito contro di lui che, colpito alle spalle, ha provato a difendersi. Ci siamo precipitati all’interno e abbiamo tentato di disarmare il giovane che mi ha dato uno spintone ed è fuggito».

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Il movente che ha spinto il 24enne ad aggredire il titolare dell’attività commerciale non è chiaro. Riccardo quella farmacia la conosceva bene. Fino all’età di 10 anni quella è stata l’attività appartenuta alla sua famiglia, che nel 2011 decise di vendere per aprirne un’altra a Firenze dove si trasferirono. Ma gli affari non sono andati come speravano. Qualche anno dopo la chiusura dell’attività i genitori si sono separati. Forse proprio quella condizione di difficoltà ha alimentato il suo rancore e così mercoledì mattina ha preso un treno diretto a Nicotera. È tornato nella sua città natale, nei luoghi della sua infanzia per aggredire i nuovi proprietari della farmacia.

«Quando è entrato non lo abbiamo riconosciuto – continua Galasso – , eppure lo conoscevamo molto bene Riccardo. Lo abbiamo visto crescere. Ma sembrava un altro. Era agitato, cambiato anche fisicamente. Mai ci saremmo aspettati un gesto del genere». Dopo l’aggressione il giovane ha raggiunto il vicino bar. Pochi minuti dopo i carabinieri lo hanno rintracciato e lui senza opporre resistenza ha ammesso le proprie responsabilità. Aveva in tasca ancora il coltello intriso di sangue.
L’aggressione è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza i cui filmati sono stati consegnati ai carabinieri della locale stazione che hanno avviato le indagini con il coordinamento dalla Procura di Vibo Valentia. 
«Se Antonio non avesse reagito sarebbe morto», dice ancora incredulo Amerigo.

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