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“Uniti per la truffa”: a processo ex amministratori di Nardodipace

Fra i rinviati a giudizio l’ex sindaco Romano Loielo ed il suo ex vice Romolo Tassone. Contestato anche il reato di associazione a delinquere

“Uniti per la truffa”: a processo ex amministratori di Nardodipace

Tutti a giudizio i 18 imputati dell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia denominata “Uniti per la truffa”. Questa la decisione del gup del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura nei confronti alcuni componenti dell’ex amministrazione comunale di Nardodipace (poi sciolta per infiltrazioni mafiose) in relazione alla contestazione del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di truffe ai danni della Regione Calabria e della Comunità europea per il conseguimento di erogazioni pubbliche. [Continua dopo la pubblicità]

L’ex sindaco Romano Loielo

In particolare, il rinvio a giudizio è stato deciso per: l’ex sindaco di Nardodipace Romano Loielo, l’ex vicesindaco Romolo TassoneFabio RulloMario Carrera (fra i presunti beneficiari di contributi finanziari della Regione), l’ex assessore comunale Maurizio MaioloMarinella Iacopetta (moglie dell’allora assessore Maiolo), Graziella TassoneSonia CavallaroImmacolata AloiLucia PrimeranoLuigi Tassone, Marisa MaioloRita FazioValeria DemasiGrazia Silipo, Sandro Randò, Alberto Franzè (già vicesindaco nella seconda giunta Loielo) e Antonio Franzè (ex consigliere comunale di maggioranza).

Le accuse. Secondo l’accusa, l’allora sindaco Romano Loielo sarebbe riuscito ad ottenere finanziamenti pubblici per aiuti alle imprese attraverso la concessione di borse lavoro ed incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua. Tutti progetti finanziati attraverso il Por Calabria Fse 2007/2013. Loielo avrebbe girato i finanziamenti ad associazioni a lui vicine tra cui un’associazione di volontariato nella cui sede vi erano, ad avviso degli inquirenti,  uno studio dentistico abusivo ed un pub mai aperto.

Il Tribunale di Vibo Valentia

Si tratta dell’associazione “Protezione civile Dolmen”, dell’associazione sportiva ”Allarese”, dell’associazione “Acli S. Todaro” e del pub “Ascot”. Tali soggetti giuridici sarebbero stati utilizzati dal presunto gruppo capeggiato dall’allora sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, per ottenere le erogazioni agevolate. Le linee di intervento del Por 2007/2013 sulle quali sarebbero state riscontrate le incongruenze sono 3: sostegno al reddito sotto forma di erogazione di borse lavoro, aiuti per le assunzioni, formazione continua. Complessivamente le istanze presentate ammontano a circa 100 mila euro: 24 mila euro suddivisi in tre borse lavoro da 8 mila euro ciascuna, 72 mila euro come integrazioni salariali, 7mila euro per la formazione continua e 1600 per la formazione in aula. Il tutto utilizzando sedi di associazioni che in realtà, secondo la Procura, sarebbero state abitazioni private e dove non sarebbe mai avvenuta alcuna attività di formazione.

Il processo si aprirà l’8 maggio prossimo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Fra i legali della difesa gli avvocati Patanè, Albanese, Fonte ed Emanuele.

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