venerdì,Aprile 26 2024

INCHIESTA | Adeguamento sismico delle scuole, i “progettisti fantasma” contro la Regione

Esiste una categoria di professionisti che si muove nei meandri della burocrazia e segue da vicino bandi regionali ed europei per poi proporli agli Enti pubblici guadagnandoci raramente. Categoria che ora sbotta: «L’esito del bando per gli edifici scolastici non lo mandiamo giù»

INCHIESTA | Adeguamento sismico delle scuole, i “progettisti fantasma” contro la Regione

Esiste una pubblica amministrazione parallela che di pubblico ha ben poco. Non ha niente a che fare con stipendi fissi accreditati in banca, ferie pagate e scatti di carriera, ma è popolata da persone che conoscono ogni meandro della burocrazia e ogni insidia della politica.

Sono i “progettisti fantasma”, liberi professionisti che si muovono dietro le quinte degli Enti locali consentendo le attività di progettazione e di istruttoria di pratiche complesse che altrimenti molte amministrazioni, soprattutto le più piccole, non riuscirebbero ad evadere. Il tornaconto economico di questi lavoratori è legato a una scommessa che ogni volta va rinnovata: la partecipazione con successo del “proprio” Ente ai bandi pubblici, a cominciare da quelli foraggiati con fondi comunitari.

Così, spulciano i siti specializzati, i bollettini regionali, la Gazzetta ufficiale e quando trovano il bando giusto si presentano da sindaci e presidenti con la soluzione chiavi in mano. In prevalenza si tratta di architetti, ingegneri e geologi che compilano le domande, raccolgono il materiale richiesto, aggregano dati ed elaborano le progettazioni di massima. Procedure spesso molto laboriose, che richiedono competenze notevoli e li portano a scontrarsi quasi quotidianamente con le mille trappole nascoste tra le pieghe di decreti e regolamenti. In questo modo surrogano gli organici insufficienti dei Comuni e svolgono compiti che in teoria dovrebbero essere eseguiti dagli uffici tecnici.

Gli Enti a cui si rivolgono non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare. Se la partecipazione al bando si risolve nella concreta erogazione dei finanziamenti, anche i professionisti arriveranno al loro ambito traguardo, magari occupandosi dei successivi step progettuali o attraverso incarichi legati comunque all’esecuzione degli interventi finanziati. Una scommessa che però non sempre va a buon fine, anzi le possibilità di sprecare mesi e mesi di lavoro in un risultato negativo sono molto alte. Fa parte delle regole del gioco e chi si avventura nella folta giungla dei bandi pubblici lo sa.

Ma la frustrazione può superare il livello di guardia quando le regole appaiono troppo fumose e le logiche politiche sembrano avere il sopravento. Le perplessità sollevate tra gli addetti ai lavori dal recente bando regionale per l’adeguamento sismico delle scuole ne è un esempio. Dei 30 milioni di euro disponibili per l’intera regione, 23 sono arrivati in provincia di Cosenza, con 3 progetti su 8 che da soli hanno drenato oltre 20 milioni di euro. Su 330 domande presentate dalla maggioranza di comuni calabresi, che in totale sono 405, ne sono state ritenute ammissibili in un primo momento 40, sulla base dell’assegnazione di un punteggio automatico generato dopo il caricamento delle singole istanze di adesione al bando sulla piattaforma dell’Anagrafe regionale dell’edilizia scolastica (Ares).

«Ancora oggi – spiega uno dei professionisti che avanzano dubbi sulle modalità di assegnazione dei fondi – non capiamo quali siano stati i criteri che hanno determinato questa prima graduatoria e perché l’esame delle domande si sia fermato proprio a quota 40 istanze. Su questi progetti ammessi in prima battuta non sono state effettuate verifiche sulla documentazione presentata, ha fatto tutto in automatico la piattaforma informatica utilizzata. Prima di stilare la graduatoria provvisoria sarebbe stato molto più corretto procedere a un controllo anche di massima dell’ammissibilità delle domande, per dare la possibilità anche agli esclusi di comprendere dove avevano sbagliato».

Perplessità confermate dal fatto che quasi subito la commissione esaminatrice formata da dirigenti e tecnici regionali ha sfoltito esattamente della metà i 40 progetti ammessi. Al momento, infatti, la graduatoria provvisoria conta appena 20 istanze accolte, quelle che, fino a nuovi contrordini, saranno finanziate con i 30 milioni di euro che rappresentano il plafond del bando. Quasi superfluo aggiungere che alla provincia Vibonese sono andate solo le briciole, con appena il 4 per cento dei fondi, per un totale di un milione e 150mila euro. Peggio se l’è vista Catanzaro, con il 3 per cento dei fondi per meno di un milione di euro. Un po’ meglio, invece, Reggio Calabria, con 2 milioni di euro, e Crotone che dopo Cosenza è la provincia che si è vista finanziare il maggior numero di progetti, cioè 6, per poco più di 3 milioni di euro. Nell’aria c’è ora una pioggia di ricorsi che i Comuni esclusi avrebbero intenzione di presentare entro il termine ultimo dell’8 agosto, ma non è detto che l’avvicinarsi delle ferie estive non aiuti la Regione a tirarsi d’impaccio, riducendo la tempesta in arrivo a qualche tuono isolato.

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