venerdì,Aprile 19 2024

Tropea scende in piazza per l’architetto Giannini, risposta civile a barbarie e indifferenza

Buona partecipazione all’iniziativa pubblica a favore del tecnico comunale brutalmente aggredito. La terna commissariale: «La città non è sola»

Tropea scende in piazza per l’architetto Giannini, risposta civile a barbarie e indifferenza

L’aggressione all’architetto Vincenzo Giannini, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Tropea, «è stato un episodio grave, un attacco non solo al professionista, ma anche al Comune, alla commissione straordinaria che lo gestisce, allo Stato di cui la commissione è espressione. Ma ancor di più è stato un attacco alla comunità tropeana, alla sua parte sana. Un segnale verso tutti i cittadini di Tropea. Era come una dichiarazione non scritta che proclamava: “Qui, a Tropea, vige un’altra legge dove non vince la giustizia, ma la violenza…”». 

A parlare sono i commissari prefettizi che reggono le sorti dell’Ente locale, Fortuna, Di Martino e Buda, e che oggi sono scesi in piazza, unitamente a numerose personalità pubbliche, cittadini e alle scolaresche locali, in segno di solidarietà all’architetto brutalmente aggredito e come risposta tangibile al barbaro gesto.

Dopo l’appello lanciato nell’immediatezza del fatto (“Ora Tropea deve fare una scelta”), i commissari non hanno dubbi: «sentiamo di poter dire che Tropea sta scegliendo. Quasi tutta la società tropeana si è sentita interpellata. Le associazioni, i partiti, la Chiesa, la Scuola, le forze economiche hanno manifestato la loro solidarietà al nostro architetto ed hanno dimostrato che a Tropea è vero, c’è la ‘ndrangheta, ma Tropea non è ‘ndrangheta; che a Tropea c’è la violenza, ci può anche essere timore ma non ci vuole più essere indifferenza. La manifestazione di oggi, non nata da un’iniziativa del Comune ma della società civile, con la presenza di tanti rappresentanti delle associazioni, di tanti studenti, di tanti parroci e rappresentanti politici, ne è stata la rappresentazione visiva ed è fonte di speranza e di forza». 

Per la terna commissariale: «La scelta fatta fa onore a Tropea ed ai tropeani. Ma ora? – si chiedono – Il marcio è scomparso da Tropea, grazie alla nostra scelta? Si è esaurito il compito? Abbiamo vinto la guerra? Certamente no – la risposta -. Questo è solo il primo passo di un cammino non breve. Perché tutto ciò diventi storia del nostro paese, dalla scelta di un momento deve derivare l’impegno di ogni giorno. Solo con il costante e vigile impegno per il bene comune, rinnovato quotidianamente, condiviso con le forze sane di Tropea e con lo Stato, potrà essere sconfitto un fenomeno che ha radici profonde e storia non recente. Anche se forse il desiderio di soluzioni immediate offusca il pensiero e fa ritenere semplice la soluzione di problemi complessi ed antichi, solo la fatica quotidiana del recupero e del rispetto verso il bene comune da parte di tutta la cittadinanza potrà vincere la guerra». 

In questo cammino, assicurano i commissari, «Tropea non è sola. E’ vicino lo Stato, come dimostra la vicinanza del prefetto, massimo rappresentante dello Stato nel territorio, la presenza delle forze dell’ordine, ancor più intensificata in questo periodo, e la presenza della stessa commissione straordinaria, inviata dallo Stato perché, sia pure con tanta fatica ed in una situazione molto difficile, potesse essere d’aiuto alla comunità tropeana. Camminando verso lo stesso obiettivo, con il nostro impegno quotidiano nel rispetto dei nostri rispettivi ruoli, potremo avere l’orgoglio di dire un domani: anch’io c’ero, quando Tropea ha cambiato volto, quando ha scelto il suo futuro e con un cammino faticoso e condiviso, è divenuta ancor di più un posto dove è bello vivere».

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