sabato,Aprile 27 2024

Storia e patrimonio identitario di Vibo, interrogazione al sindaco sulla fontana ninfa Scrimbia

Ad oggi rimane solo la parte frontale incastonata in un muro lungo via De Gasperi, poco riconoscibile e spesso usata come pattumiera. I consiglieri di opposizione Miceli e Policaro richiamano l'antico mito greco da cui nacque e chiedono un intervento da parte dell'amministrazione

Storia e patrimonio identitario di Vibo, interrogazione al sindaco sulla fontana ninfa Scrimbia
Il degrado in cui versa la fontana della ninfa Scrimbia

«Non è ammissibile che un cittadino, soprattutto se ha il privilegio di amministrare la propria città, ne dimentichi la storia, perché una città senza memoria è una città senza futuro. Con l’obiettivo di risvegliare l’interesse verso la nostra città, attraverso il recupero della sua storia, e dei suoi beni storico-architettonici, abbiamo presentato un’interrogazione al sindaco che sarà discussa in consiglio il prossimo lunedì 11 ottobre avente come oggetto: Fontana ninfa Scrimbia e patrimonio identitario di Vibo Valentia». È l’iniziativa intrapresa dai consiglieri di minoranza Marco Miceli e Giuseppe Policaro, del gruppo consiliare “Vibo Democratica”. [Continua in basso]

«Per molti vibonesi di ultima generazione – spiegano – , Scrimbia è solo una zona della città, nei pressi del Duomo di San Leoluca, dove sono stati rinvenuti negli anni tantissimi reperti archeologici. Ma Scrimbia è molto di più. A dispetto della carenza idrica, lamentata spesso, negli ultimi anni, dai cittadini, la collina vibonese, nell’antichità, era rinomata per essere ricca di fonti; infatti non a caso fino a quando non si decise di aderire alla distribuzione della Sorical, Vibo Valentia possedeva, almeno una trentina d’anni fa, una propria autonomia idrica ancora oggi verificabile attraverso la presenza di pozzi distribuiti lungo il territorio comunale».

Gli antichi Greci spiegarono tale fenomeno naturale attraverso il mito della bella ninfa Scrimbia, ambientato proprio nell’antica Hipponion: la bella fanciulla, riportano Miceli e Policaro, «non riuscendo a darsi pace per la morte del suo giovane amante, piangeva ininterrottamente, così fu tramutata dagli Dei in una fonte perenne. In onore della ninfa, trasformata da Zeus in una fontana, ne fu costruita una, di cui ci è rimasta la parte frontale, ad oggi incastonata in un muro lungo via De Gasperi, che, oltre a non essere facilmente visibile ne distinguibile, per non essere segnalata, si trova – denunciano i due consiglieri di opposizione – in uno stato di totale abbandono, a tal punto che la “bocca”, dalla quale, presumibilmente, sgorgava l’acqua viene spesso utilizzata come pattumiera o posa cenere dai passanti. La collocazione inidonea e la mancanza di segnalazione fanno sì che raramente questo importante reperto venga riconosciuto ed apprezzato. Eppure la leggenda della ninfa Scrimbia è patrimonio identitario della nostra città, e la fontana che la rappresenta costituisce un bene archeologico da valorizzare e rivalutare. Con la narrazione relativa al mito della Ninfa Scrimbia si apre il racconto storico scolpito da Giuseppe Niglia nel 1975, sulle porte del Tempio del Duomo di S. Leoluca; a costei si è ispirato l’artista Reginaldo D’Agostino nel realizzare la statua collocata all’interno della vasca di piazza Martiri d’Ungheria, vasca molto apprezzata e valorizzata dal punto di vista faunistico dall’attuale amministrazione». [Continua in basso]

Per tali motivi il gruppo “Vibo democratica” ha ritenuto «doveroso» interrogare il sindaco «affinché – spiegano – riferisca in consiglio su quali iniziative l’amministrazione sta intraprendendo o intende intraprendere per “rinverdire” il patrimonio identitario di Vibo Valentia e nello specifico per rivalorizzare la Fontana Scrimbia, affinché tutti possano conoscerla ed apprezzare il valore di questo reperto, attesa la sua rilevanza storica, rendendola un punto di riferimento storico-architettonico del centro storico della città».

Il testo integrale dell’interrogazione

Di seguito il testo dell’integrazione “Fontana ninfa Scrimbia e patrimonio identitario di Vibo Valentia” presentata al sindaco Limardo.
«Premesso che – scrivono Miceli e Policaro – a dispetto della carenza idrica, lamentata spesso, negli ultimi anni, dai cittadini, la collina vibonese, nell’antichità, era rinomata per essere ricca di fonti; gli antichi Greci spiegarono tale fenomeno naturale, attraverso il mito della bella ninfa Scrimbia, ambientato nell’antica Hipponion.
Considerato che in onore della ninfa, trasformata da Zeus in una fontana, ne fu costruita una, di cui ci è rimasta la parte frontale, ad oggi incastonata in un muro lungo via De Gasperi, che, oltre a non essere facilmente visibile ne distinguibile, per non essere segnalata si trova in uno stato di totale abbandono, a tal punto che la “bocca”, dalla quale, presumibilmente sgorgava l’acqua viene utilizzata come pattumiera e o posa cenere dai passanti. La collocazione inidonea e la mancanza di segnalazione fanno sì che raramente questo importante reperto venga riconosciuto ed apprezzato.
Tenuto conto che la leggenda della ninfa Scrimbia è patrimonio identitario della nostra città, e la fontana che la rappresenta costituisce un bene archeologico da valorizzare e rivalutare. Con la narrazione relativa al mito della Ninfa Scrimbia si apre il racconto storico scolpito da Giuseppe Niglia nel 1975, sulle porte del Tempio del Duomo di S. Leoluca; a costei si è ispirato l’artista Reginaldo D’Agostino nel realizzare la statua collocata all’interno della vasca di piazza Martiri d’Ungheria.

Si interroga il sindaco chiedendo: quali iniziative sta intraprendendo o intende intraprendere per “rinverdire” il patrimonio identitario di Vibo Valentia e nello specifico per rivalorizzare la Fontana Scrimbia, affinché tutti possano conoscerla ed apprezzare il valore di questo reperto, attesa la sua rilevanza storica, rendendola un punto di riferimento storico-architettonico del centro storico della città».

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