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I megaliti di Nardodipace senza tutela, il Comune chiede che siano inclusi nel Parco delle Serre

Ribattezzati la Stonehenge calabrese, i giganti di pietra furono scoperti nel 2002 dopo un incendio. Rientrare sotto la giurisdizione dell'Ente porterebbe diversi benefici, oltre al riconoscimento come area d'interesse storico e naturalistico. A decidere sarà il Consiglio regionale

I megaliti di Nardodipace senza tutela, il Comune chiede che siano inclusi nel Parco delle Serre
I megaliti di Nardodipace

C’è chi li ha definiti la Stonehenge calabrese, negli anni hanno attirato studiosi e appassionati e il dibattito sulle loro origini non è ancora del tutto chiuso: sono opera dell’uomo o della natura? Nonostante la loro unicità, però, ad oggi non godono di alcuna tutela ufficiale. Si tratta dei megaliti di Nardodipace, battezzati geosito A e geosito B: due enormi complessi di pietre accorpate tra loro immersi nella fitta vegetazione delle Serre. Ad occuparsi della loro cura, della pulizia dell’area e della promozione è soprattutto, per quanto possibile, il Comune. Ora però, l’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Demasi ha deciso di fare un passo importante, che dovrebbe portare non pochi benefici. Il Consiglio comunale, infatti, ha deliberato all’unanimità la richiesta di inclusione dei due geositi nel perimetro del Parco regionale delle Serre. Richiesta che proprio in questi giorni dovrebbe arrivare in Consiglio regionale, cui spetta l’ultima parola. [Continua in basso]

I tempi di approvazione

Il sindaco Demasi sembra essere fiducioso sui tempi: «A dicembre scorso, in occasione della presentazione della nuova guida del Parco delle Serre, ho anticipato la questione al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che mi ha assicurato che vigilerà affinché la nostra richiesta sia approvata nel più breve tempo possibile». Lo stesso Parco non ignora i due geositi di Nardodipace, anzi: sul sito così come nella nuova guida è presente una descrizione dei megaliti. E c’è di più, perché l’ente si farà carico delle spese di una ricerca scientifica targata Unical che a breve – spiega il primo cittadino – partirà per tentare di fare finalmente un po’ più di luce sulla natura dei due complessi di pietre.   

I megaliti scoperti nel 2002 e risalenti a settemila anni fa

I megaliti di Nardodipace

I megaliti di Nardodipace furono scoperti quasi per caso all’inizio degli anni Duemila. Era il 2002 quando un grosso incendio distrusse boschi e vegetazione, facendo riemergere i due complessi di pietre. Si stima possano risalire ad un periodo compreso tra il V e il II millennio avanti Cristo e i più protendono verso la teoria antropica, che siano cioè opera dell’uomo, costruiti probabilmente per scopi religiosi, funerari o astronomici. Testimonierebbero così la presenza, nel cuore della Calabria, di popolazioni preistoriche che hanno lasciato segni arrivati fino a noi oggi. [Continua in basso]

I benefici dell’ingresso nel Parco

Entrare nei confini e sotto la giurisdizione del Parco delle Serre porterebbe ai megaliti grandi maggiori benefici. Innanzitutto una maggiore tutela dell’area, con la possibilità di vigilare meglio e normare anche i comportamenti dell’uomo. Ci sarebbero poi maggiori finanziamenti, da destinare a promozione e ricerca. Far parte del Parco, poi, sarebbe il preludio per ottenere il riconoscimento di area d’interesse paesaggistico, archeologico, storico e naturalistico. Quasi una piccola rivoluzione per la stessa Nardodipace: «I nostri territori – dice il primo cittadino – hanno bisogno di piccoli interventi come questo, al fine di trovare nuova linfa per rinascere e perché si possa un poco arrestare una vera e propria emorragia che sta portando allo spopolamento delle aree montane come la nostra».

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