venerdì,Aprile 26 2024

I vasai di Calabria, la storia della lavorazione dell’argilla nel libro di Michele Furci

Il volume edito Adhoc racconta dell’antica arte che continua a sopravvivere nel borgo di Gerocarne

I vasai di Calabria, la storia della lavorazione dell’argilla nel libro di Michele Furci
Vasai, immagine repertorio da pixabay (foto Marco-Foto)

Nell’aletta della copertina, per descrive in maniera sintetica il libro, è scritto: “Emerge con questo libro un mestiere, quello dei vasai gerocarnesi e calabresi, che nasce proprio per le sue ricche quantità di materiali argillose, che furono ben sfruttate con raffinate tecniche sin dall’insediamento dei primi abitanti della zona. (…)” Antica esperienza che ancora sopravvive nel Borgo dei Vasai di Gerocarne. [Continua in basso]

Il libro inizia con il profilo storico delle antiche fornaci e delle cave di argilla in Calabria, per affrontare poi, nel capitolo II, in particolare la realtà delle Cave e delle fornaci dell’Alto Mesima e dell’antica Calabria Ulteriore, ovvero il territorio delle attuali quattro province di Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone. Nel terzo capitolo, invece, si mette in luce la natura delle risorse naturali argillose, partendo delle varietà che si trovano nel pianeta e la loro utilità, per poi affrontare nel successivo capitolo le fasi della lavorazione per come si sono sviluppate nel tempo. In ragione di ciò si evidenzia, attraverso la realtà testimoniata dai mestieri che si diffusero a Gerocarne, il profilo storico dello sviluppo che l’arte della creta ha occupato un po’ d’ovunque nella regione, giungendo così alla qualità e ai luoghi dei giacimenti naturali di argilla molto diffusi in tantissimi paesi. Nel capitolo VI si affrontano quindi quelle esistenti in Calabria, rilevando in particolare le qualità chimiche del caolino di Gerocarne. Una qualità che ha dato modo allo stabilimento di macinazione di Porto Salvo di Vibo Valentia di svolgere per decenni un’importantissima attività.

Nello stabilimento di Porto Salvo infatti confluivano i terricci di minerali contenenti feldspati e quarzi provenienti dalle cave di Ciano di Gerocarne, di Gabrielli di Parghelia e Palombaro di Dinami e anche di Serra San Bruno, siti ubicati tutti nella provincia vibonese. Una fabbrica che produceva perciò minerali industriali poi commercializzati nell’industria ceramica delle piastrelle gres, nell’industria delle porcellane per sanitari e nella stoviglieria. Nel successivo capitolo si evidenzia perciò la qualità del Caolino e le proprietà dell’argilla nelle cure terapeutiche. Tra le tante diversità, si rilevano in generale quelli più appariscenti per la funzione con cui si manifesta la sua sostanza chimica: alcalinizzante, poiché contenente tanti elementi acidi che rendono l’organismo alcalino; antisettica o antibatterica, poiché la sua composizione può essere sterile e in grado di contrastare l’aggressione del corpo umano dai batteri senza arrecare alcun danno all’organismo e senza impedire la rigenerazione delle cellule. Nel capitolo VIII invece ci si sofferma ancora sulle caratteristiche del tradizionale laboratorio del vasaio, descrivendo la grande funzione del tornio e le caratteristiche delle fornaci per come si sono sviluppate sin dai tempi remotissimi.

Diviene pertanto a quel punto utilissimo conoscere e rilevare l’esperienza che sopravvive ancora nel Borgo dei Vasai di Gerocarne, dalla cui secolare esperienza si evince come può rilanciarsi l’intero settore produttivo che nel tempo ed ora in versione moderna può essere un volano per l’economia dell’argilla in Calabria. In virtù della tanta mole di notizie, attraverso una serie di sotto capitoli si evidenziano quindi i manufatti che si sono prodotti con l’uso dell’argilla nell’edilizia, per costruire i numerosissimi utensili da cucina e per le conserve alimentari, le storiche giare per contenere liquidi, le brocche e le cannate anche come unità di misura, gli oggetti per il risparmio e il passatempo, l’oggettistica per gli ornamentali interni ed esterni alle abitazioni, le maschere apotropaiche in particolare di Seminara e l’intera casistica dei vasi anche di grande pregio artistico che per lungo tempo le popolazioni hanno utilizzato in assenza dei moderni servizi igienici. Il libro continua poi con il Capitolo X che tratta degli storici attrezzi di lavoro nell’evoluzione dell’arte dei Vasai.

Nel successivo capitolo si affronta l’importanza delle fiere come occasioni propizia per il commercio dei prodotti dei vasai e perciò si ricostruisce con un ampio profilo storico la realtà religiosa delle fiere più importanti della Calabria. Seguono ancora i capitoli che descrivono le attività e il lavoro umano che ruota intorno alle fornaci, la tipicità dell’esperienza di Gerocarne e le varie figure professionali: la figura professionale del fornaciaio, la figura professionale dello smaltatore, le altre figure importanti delle lavoratrici che portavano alle fornaci, oltre la materia prima, la legna e le fascine per alimentarle. Il volume, che consta di 248 pagine, edito dalla casa editrice Adhoc di Vibo Valentia, si chiude con il capitolo XIII, che infine tratta del profilo della legislazione sull’impatto ambientale e la sicurezza sul lavoro per un’industria della creta a Gerocarne e in Calabria in versione moderna.

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