sabato,Maggio 18 2024

Un docente di Tropea partecipa ai corsi dell’Istituto nazionale di fisica nucleare

Il pensiero costante in questa esperienza del professore Giuseppe Fiamingo sono stati i suoi alunni: «Non vedo l'ora di catapultarli nell'esperienza entusiasmante della scienza»

Un docente di Tropea partecipa ai corsi dell’Istituto nazionale di fisica nucleare

Conclusi i corsi sugli acceleratori di particelle, riservati a pochi eletti, presso l’Istituto nazionale di fisica nucleare di Legnaro (Padova), il docente di matematica e fisica, Giuseppe Fiamingo, presso l’Istituto d’istruzione superiore di Tropea, porta a casa «tanta carica, tanto entusiasmo, tanta conoscenza» e si dice «impaziente di condividere con gli alunni» quanto ha potuto sperimentare. «L’esperienza che ho avuto l’onore di poter fare presso l’Infn, assieme ad altri soli 26 colleghi provenienti da tutt’Italia e selezionati scrupolosamente – ci ha fatto sapere Fiamingo -, mi ha arricchito profondamente con un livello di conoscenza che, altrimenti, non avrei potuto avere. Un docente che partecipa a corsi di formazione aggiornati può scoprire molte conoscenze preziose da condividere con gli studenti. Questo contribuisce a garantire che gli insegnamenti siano rilevanti per il mondo pratico e professionale, considerando che la fisica è una materia trasversale che apre nuove prospettive in vari settori quali il campo medico, biomedico, universo, astroparticelle, fisica fondamentale quale quella atomica, l’architettura ed anche i beni culturali». E proprio in questo ambito, «dopo tutta la parte teorica dedicata all’apprendimento delle strumentazioni da utilizzare poi nella fase sperimentale», si è concentrata la fase di laboratorio.

«Grazie agli acceleratori di particelle – ha specificato Fiamingo -, abbiamo potuto verificare su di un’opera d’arte alcuni aspetti di primaria importanza come l’originalità del manufatto, la datazione e i ritocchi su di esso effettuati. Nello specifico, abbiamo sperimentato la decadenza degli atomi radioattivi che, accelerati ad energie estremamente alte, urtando contro dei bersagli hanno prodotto nuove particelle che, in un futuro davvero prossimo, serviranno sia per la costruzione di radiofarmaci sperimentali che per l’applicazione ad ampio spettro in campo medico». La sua grande speranza ora «è quella di poter trasmettere prestissimo agli alunni questa entusiasmante esperienza che ho potuto fare in una realtà scientifica di altissimo livello che già conoscevo. Vorrei avvicinare i ragazzi alla scienza, farli innamorare di un mondo che al suo interno ne racchiude un universo di mondi tutti da scoprire». Ciò che maggiormente «ha impattato su di me – ha aggiunto -, sono stati la profonda umiltà che ho riscontrato in questo ambiente ed il grande spirito di collaborazione che scienziati e ricercatori hanno mostrato nei riguardi di noi docenti, facendoci sentire loro pari grado e consentendoci di condurre esperimenti in solitaria. Certe esperienze bisogna viverle per poterle capire davvero e niente quanto la cultura, fa volare lo spirito umano così in alto». I frutti di questa esperienza esaltante, «grazie alla redazione di un apposito protocollo, potrebbero presto tradursi in articoli scientifici che, una volta valutati da apposita commissione, potrebbero essere oggetto di pubblicazione scientifica da parte del centro di ricerca stesso. Con i colleghi di questo corso, infatti – ha poi concluso -, lavoreremo sulla fisica dei materiali. In particolare, sullo Scattering di Rutherford per verificare la datazione dei reperti storici».

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