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Il film “Il monaco che vinse l’Apocalisse”, girato anche nel Vibonese, premiato a Londra

La troupe era stata accolta alle grotte di Zungri. La pellicola, che racconta la storia di Gioacchino da Fiore, ha vinto il "Premio Best Script Award"

Il film “Il monaco che vinse l’Apocalisse”, girato anche nel Vibonese, premiato a Londra
Scene girate a Zungri

Il film “Il Monaco che vinse l’Apocalisse”, diretto da Jordan River e sostenuto dalla Calabria Film Commission, ha vinto a Londra trionfando nella sezione “Best Historical Screenplay”. Un riconoscimento che premia anche la Calabria dal momento che più scene del lavoro cinematografico, che ripercorre la vita di Gioacchino da Fiore, hanno coinvolto i comprensori del Cosentino, Vibonese e Crotonese. Dalla Sila allo Jonio, passando per le cascate del fiume Roma di San Sosti alle grotte di Zungri, la troupe era stata accolta in più aree del territorio calabrese. Presso il suggestivo insediamento rupestre, poi, erano state girate alcune sequenze tra le più significative della pellicola con i due principali protagonisti: Francesco Turbanti, nelle vesti di Gioacchino, e Bill Hutchens nei panni del cabalista ebreo incontrato dall’abate durante la traversata nel deserto lungo la strada per Gerusalemme. 

“Il monaco che vinse l’Apocalisse” è ambientato nel 1200 e si muove su più livelli narrativi: uno storico, che si basa su eventi realmente accaduti, e uno fantasy, che prende vita da stati metafisici come la dimensione onirica, ma anche l’estasi e il viaggio nei tre regni dell’immaginario dantesco, ossia Inferno, Purgatorio e Paradiso. Orgoglio è stato espresso dal sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro che sui social ha commentato: «Sono felicissima: “Il Monaco che vinse l’Apocalisse”, film sulla vita di Gioacchino da Fiore diretto da Jordan River, ha vinto a Londra il premio “Best Script Awards”. Il lavoro, di cui abbiamo seguito le riprese in città e nella nostra Sila, ha il sostegno di Calabria Film Commission. Ci auguriamo che questa pregevole e coraggiosa opera abbia tanto successo e che avvicini l’Abate a un pubblico sempre più numeroso. Gioacchino è patrimonio dell’umanità».

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