venerdì,Ottobre 4 2024

I Bronzi di Riace? Erano cinque. A Pizzo uno spettacolo multimediale ricostruisce la storia (e la leggenda) dei guerrieri riemersi dal mare – VIDEO

L'evento scintifico e teatrale è stato organizzato dall’Accademia dei Caccuriani nel Castello Aragonese e ha permesso al pubblico di vedere le due statue come mai prima d'ora grazie al mix di nuove teconologie, mito e archeologia

I Bronzi di Riace? Erano cinque. A Pizzo uno spettacolo multimediale ricostruisce la storia (e la leggenda) dei guerrieri riemersi dal mare – VIDEO

Archeologia, arte, mito ma anche scienza e misteri irrisolti; sono alcuni degli elementi che guidano l’affascinante racconto de “Il viaggio dei Bronzi di Riace”, spettacolo prodotto dall’Accademia dei Caccuriani e andato in scena nella meravigliosa cornice del castello aragonese di Pizzo, con la conduzione del giornalista Paolo Di Giannantonio. Una narrazione dettagliata ma al contempo dinamica e accattivante, che parte dall’appassionato studio sui Bronzi portato avanti negli anni dal professore Daniele Castrizio in collaborazione con il visual designer Saverio Autellitano, e in grado di far luce su molteplici aspetti legati alle famose statue dei due guerrieri riemersi dal mare. 

«Per me questo è un meraviglioso giallo, è un meraviglioso romanzo con molti colpi di scena – ha commentato Di Giannantonio -.  C’è intanto da chiarire quando furono trovati i Bronzi quanti erano, con quanti pezzi e se ce n’è un altro dov’è finito. Poi c’è il mito, la leggenda. Ma soprattutto il team di Daniele Castrizio, andando in Grecia, ha fatto delle scoperte importanti e quindi questa è l’occasione per illustrare le cose che scientificamente sono state trovate in più» ha concluso il giornalista. 

Particolarmente interessanti poi le ricostruzioni digitali realizzate da Saverio Autellitano che hanno accompagnato il racconto e le spiegazioni tecnico-scientifiche sulle modalità, i materiali e gli accorgimenti utilizzati nella creazione di due capolavori di precisione e attenzione quasi maniacale al più piccolo dettaglio. «Questo spettacolo è il frutto della contaminazione di diverse competenze e professionalità perché solo in questo modo si riesce ad arrivare a una proposta e una ricostruzione scientificamente attendibili – ha sottolineato Autellitano -. Questi capolavori oggi li ammiriamo così come sono ma dovevano essere sicuramente molto più belli in origine: avevano dei dettagli, dei colori e una storia incredibile dietro che siamo qui per raccontare»·

Ad impreziosire lo spettacolo andato in scena a Pizzo, l’interpretazione teatrale di Annalisa Insardà e le melodie di Fulvio Cama, che si sono magistralmente alternati con la voce scientifica della narrazione, quella di Daniele Castrizio che – prova dopo prova – ha illustrato la tesi secondo cui i Bronzi in origine erano cinque e non due, che facevano parte di un gruppo statuario che rappresentava il momento subito precedente al duello fratricida tra Eteocle e Polinice, fratelli di Antigone, del mito dei Sette a Tebe collegato con quello di Edipo, e che hanno viaggiato da Argo in Grecia fino a Roma prima di finire, nel corso di un secondo viaggio presumibilmente verso Costantinopoli, nel mare di Riace.

«È importante per noi che si crei una narrazione. Perché senza la narrazione chiunque può andare al museo, guardare i Bronzi, stare due minuti e poi finisce lì, senza che abbia concluso granché – ha spiegato Castrizio -. Invece una narrazione permette di far arrivare il messaggio dei Bronzi, di far comprendere la loro grandezza e promuovere la Calabria nel mondo per come merita».

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