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Un libro nel “buco”: ecco la biblioteca di strada che in tre anni ha consentito la condivisione di 3mila volumi a Pizzo

Un simpatico progetto di book crossing che ha conquistato residenti e turisti. Lo storico Montesanti: «A volte trovo testi introvabili. Mi auguro sia da stimolo per la piena attivazione di una biblioteca»

Un libro nel “buco”: ecco la biblioteca di strada che in tre anni ha consentito la condivisione di 3mila volumi a Pizzo
Antonio Montesanti e il buco du book

È stato simpaticamente battezzato con il nome “Il buco du book”. Un’idea a costo zero che a Pizzo è diventata una piccola attrazione. A parlarcene è il suo ideatore, l’artista e storico locale Antonio Montesanti: «L’iniziativa nasce in concomitanza con Vibo capitale del libro e la realizzazione nel capoluogo di provincia di cassette di book crossing. Era il 2021 e ho pensato di raccogliere la sfida e, senza alcun dispendio di risorse, approfittando una cassetta vuota del contatore del gas (via Marcello Salomone numero 23), posta vicino al mio laboratorio, ho pensato di creare anche io uno spazio dedicato allo scambio di libri. Il simpatico nome di “Il buco du book” in realtà è stato dato dall’amico e avvocato Sergio La Grotteria a seguito della pubblicazione del primo post. Un’ironia apprezzata anche dagli utenti».

Il “buco du book”, le origini

Montesanti racconta il progetto: «L’idea era abbastanza semplice: ovvero implementare il desiderio di lettura scambiando libri gratuitamente. Il classico book crossing. La particolarità di Pizzo è degna di nota: essendo una cittadina internazionale, con persone provenienti dall’estero che stazionano anche per lunghi periodi, c’è si crea occasione di scambiare volumi in lingua straniera. Molti turisti infatti cercano di apprendere la lingua italiana leggendo i libri. Quindi una doppia utilità: sia per la comunità locale che per quanti vengono dalle nostre parti. Un ciclo di scambio che ha funzionato bene».

Tante persone portano libri, altrettante ne usufruiscono per poi ripromettersi di riportarli indietro: «In realtà capita di rado che gli stessi libri tornino. Ma a mio giudizio questo non è un problema. L’aspetto più importante è che appunto da quando l’iniziativa è iniziata, ovvero dal 2021 ad oggi, il numero dei libri donati e prelevati è salito incredibilmente. Siamo quasi a quota 3mila libri distribuiti. Cioè una piccola biblioteca a cielo aperto. Probabilmente nessuno ci avrebbe scommesso una lira. Secondo me – evidenzia lo storico – a renderla durevole è stata la manutenzione. Cerco di mettere sempre in ordine i libri, di “pubblicizzarli” sui social e questo incuriosisce. Si tratta di uno spazio aperto sempre, non c’è sportello o lucchetti ed è protetto dalla pioggia da un balcone».

«Libri anche introvabili»

Ma che materiale librario circola nel “Buco du book”? L’artista fa presente: «A volte trovo libri davvero unici. Testi introvabili di autori calabresi. Alcune volte ho trovato dei libri che non mi sarei aspettato di trovare che so tanto per farti qualche esempio. Mi sono imbattuto in testi del poeta vibonese Vincenzo Ammirà, nelle poesie di Enotrio. Oppure le opere teatrali di Davide Donato autore di Pizzo molto conosciuto e apprezzato. E poi ancora cataloghi di mostre, libri di narrativa, volumi interessanti per la storia della letteratura calabrese. Insomma la gente si priva di libri anche di un certo livello».

Montesanti non risparmia qualche frecciatina: «È significativo il fatto che questa iniziativa si svolge da tre anni in una città che non ha ancora pienamente attivato la biblioteca comunale. Penso che tutto ciò possa essere da stimolo così come è stato uno stimolo per inaugurare proprio nei giorni scorsi una cassetta di book crossing su iniziativa del Comitato di quartiere della Marinella. Una giornata a cui ho partecipato portando anche qualche libro. È stato gratificante». Senza la presenza di un polo culturale, a giudizio dell’artista «le città sono spente». Per questo auspica che «sia da suggerimento per raccogliere la “sfida del libro” prima che sia troppo tardi».

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