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A Vibo lavora il 31% dei giovani: gli impietosi dati dell’ultima provincia in Italia per tasso di occupazione

Enorme la differenza rispetto ad altri territori: nel Nord si toccano punte oltre l'80%. E intanto si consuma un vero fuggi fuggi, con la perdita di una considerevole fetta di residenti in un solo anno. Ecco tutti i numeri

A Vibo lavora il 31% dei giovani: gli impietosi dati dell’ultima provincia in Italia per tasso di occupazione

Nella provincia di Vibo Valentia lavora appena il 31,2% dei giovani dai 25 ai 34 anni. Un vero e proprio record negativo, che fa della nostra provincia l’ultima in Italia per tasso di occupazione giovanile. I dati, forniti da Istat, sono relativi all’anno 2021 e mettono ancora più a nudo la fragilità di un territorio che sembra offrire sempre meno ai suoi figli. E infatti, sempre secondo l’Istituto nazionale di statistica, Vibo Valentia è anche fra le tre province meno attrattive e che perdono più residenti: nel 2021 il saldo migratorio – ovvero la differenza tra il numero degli iscritti e quello dei cancellati per trasferimento di residenza – si è attestato a -5,7%. Peggio hanno fatto solo Crotone (-6,6%) e Caltanissetta (-6%). [Continua in basso]

Tasso di occupazione, tra Vibo e Vicenza differenza di 50 punti

Tra Vibo Valentia che è ultima per tasso di occupazione tra i giovani con il suo 31,2% e Vicenza che invece è la prima in Italia con l’81,8%, ci sono oltre cinquanta punti percentuali. Numeri che sbattono in faccia l’evidenza di un divario tra Nord e Sud che continua a tenere spaccato il Paese. E in effetti guardando al dato generale, emerge che nelle regioni settentrionali lavora mediamente il 75% dei giovani dai 25 ai 34 anni; percentuale che scende al 66,4 per il Centro e al 45,7 per il Mezzogiorno. A livello nazionale invece il tasso di occupazione giovanile nel 2021 è del 62,6%.

I dati delle altre calabresi

Tra le più virtuose oltre a Vicenza troviamo Pordenone, Piacenza, Rovigo, Forlì-Cesena e Arezzo: tutte al di sopra dell’80%. Per quanto riguarda le peggiori, Vibo Valentia stacca le altre di un bel po’: le è seconda Palermo con il 36,7%. Sempre sotto la soglia del 40% vi sono poi sono Catania, Taranto, Siracusa, Napoli, Foggia e Agrigento. E con riferimento alla Calabria, vi è da dire che se Sparta piange Atene non ride: nel 2021 oltre Vibo anche nelle altre province non lavora nemmeno la metà dei giovani tra i 25 e i 34 anni. Nello specifico: a Crotone il 40,4%; Reggio Calabria il 42%; Catanzaro il 45,6%; Cosenza il 47,5%. [Continua in basso]

Il crollo nell’anno del Covid

Tornando a Vibo Valentia, nel 2020 – l’anno del Covid – l’occupazione giovanile era crollata al 25,2%: oltre undici punti in meno rispetto al 36,8% del 2019. Alla luce di ciò quel 31,2% del 2021 appare dunque come un dato in miglioramento rispetto all’anno precedente. In ogni caso restano numeri molti bassi. Indicano che i giovani vibonesi passano le giornate stando con le mani in mano? No, indicano che chi resta un lavoro fatica a trovarlo e se lo trova è possibile che sia in nero. E anche per questo quei dati devono allarmare, perché verosimilmente nascondono quote importanti di lavoro irregolare.  

Il fuggi fuggi dal Sud

Chi resta, dicevamo. L’ultimo report sulle migrazioni interne pubblicato dall’Istat pochi giorni fa, ribadisce che il Meridione si sta svuotando: in dieci anni sono stati circa 1 milione 138mila i movimenti in uscita dal Sud e dalle Isole verso il Centro-nord, circa 613mila sulla rotta inversa. Ciò significa che il Mezzogiorno ha perso circa 525mila residenti. La Calabria una delle regioni da cui si fugge si più. Tanti di coloro che se ne sono andati, rivela Istat, sono giovani laureati che rappresentano una «fonte di capitale umano per le aree maggiormente produttive del Nord e del Centro del Paese e per i paesi esteri».

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