Polizia penitenziaria allo stremo delle forze al carcere di Vibo, i sindacati: «Situazione quasi al collasso»
Le organizzazioni sindacali denunciano la grave carenza di organico e chiedono l’assegnazione urgente di nuove unità prima dell’estate
È emergenza personale all’interno della Casa Circondariale di Vibo Valentia. «La situazione operativa e le condizioni di lavoro degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria è quasi al collasso», è scritto in una nota congiunta a firma di Francesco Ciccone (SAPPE), Angelo Mangani (SINAPPE), Sandro Scalzo (OSAPP) Francesca Bernardi (UILPA PP), Sergio Pascale (CISL FNS) e Francesco Profiti (CGIL FP). I rappresentanti sindacali denunciano una situazione allarmante, legata sia al problema del sovraffollamento di detenuti, che alla grave carenza di personale. Nel dettaglio l’emergenza riguarda «la sorveglianza a vista di detenuti; l’alta presenza di detenuti con disagio psichico; l’elevata incidenza di eventi critici; significativo ricorso al lavoro straordinario programmato per la gestione dell’ordinario. Servizio – sottolineano – che purtroppo non è sufficiente tant’è che spesso si parte da un servizio di 8 ore minimo che si protrae oltre al fine di poter garantire la sicurezza dell’Istituto legata alla gestione dei detenuti e dei loro spostamenti». E ancora «l’ingente carenza organica del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria, -107 unità rispetto al fabbisogno quantificato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che corrisponde a un deficit del -59% sugli amministrati, che incide pesantemente sulla corretta fruizione dei diritti contrattuali e persino costituzionali e, in definitiva, sulla qualità del lavoro e di vita degli operatori e delle rispettive famiglie; [Continua in basso]
significativa è inoltre la circostanza che con i numeri attuali nonostante si sia fatta una programmazione del piano ferie estive adeguata alle esigenze del personale, la Direzione si è comunque rivolta agli Uffici Superiori per richiedere l’assegnazione urgente di unità di polizia penitenziaria prima dell’estate, in quanto nonostante l’impegno si presume che non si potrà accontentare tutto il personale che ne fa richiesta. Ma nonostante tutto, si continua a lavorare con spirito di abnegazione e senso del dovere. Indubbiamente è comprensibile che non si possa continuare a sostenere tali ritmi. E’ impensabile, infatti, che con l’attuale e gravissima carenza di personale, come già detto che si concretizza oltre le 100 unità, si possa realizzare un piano ferie garantendo nel contempo la sicurezza.
Tutto ciò, evidentemente al netto dell’impegno del Direttore dell’istituto, del Comandante del Reparto e dei rispettivi collaboratori, nonché di ciascun operatore della Casa e che tuttavia non può, palesemente, supplire a inadeguatezze oggettive che necessitano di essere affrontate mediante misure di deflazionamento, quantomeno, della presenza di detenuti con patologie mentali e di tangibile potenziamento dell’organico della Polizia penitenziaria, le quali devono essere assunte a livello provveditoriale e dipartimentale.
Le scriventi organizzazioni sindacali, interpreti del diffuso senso di disorientamento e abbandono del personale di polizia penitenziaria, sono stanche di sentire i soliti annunci di vicinanza e solidarietà. Ma ritengono che la solidità di alcuni principi Costituzionali, basati, per esempio sulla rieducazione del reo, – non possa passare sempre e soltanto dall’eterno sacrificio operato dai lavoratori, ma debba prevedere un adeguato contrappeso sotto il profilo dei diritti».