martedì,Giugno 24 2025

La Pro Loco di Vibo Marina sul futuro del Porto: «Non solo turismo, la sua vocazione commerciale va tutelata»

L'associazione chiede che la comunità locale non venga esclusa dai tavoli dove si decidono le strategie di sviluppo dell'infrastruttura

La Pro Loco di Vibo Marina sul futuro del Porto: «Non solo turismo, la sua vocazione commerciale va tutelata»
Una veduta sul porto di Vibo Marina

Il destino e lo sviluppo del Porto di Vibo Marina tornano al centro del dibattito pubblico nel rinnovato appello della Pro Loco locale a rilanciare l’infrastruttura pubblica più importante della provincia. «Concordiamo con quanti sostengono nei tavoli di confronto in cui si discute sul porto di Vibo Marina (tema assai delicato e cruciale per la città e la Calabria) che non debbano essere esclusi quanti, a vario titolo, contribuiscono alla sua storia e alla sua attività: Enti ed aziende, servizi e sindacati, associazioni e cittadini. Aldilà dell’attività dell’Autorità portuale – scrive il Consiglio amministrativo della Pro Loco in un comunicato stampa -, il nostro Porto è un bene comune, un patrimonio della città, l’infrastruttura pubblica più importante della nostra provincia troppo spesso dimenticata, che dà sviluppo ed occupazione in quell’economia del mare sulla quale molti paesi del Mediterraneo credono veramente, spendendo le migliori energie. Su questo bene, da salvaguardare e promuovere tutti con responsabilità, può essere utile mettere in atto un modello di democrazia partecipata ove la collettività sia tenuta nella dovuta considerazione, invitata a partecipare soprattutto quando si discute su programmi e gestione del cambiamento per esprimere pareri e proporre soluzioni, magari prima di prendere decisioni che possono condizionare lo sviluppo armonico e sostenibile dell’intera comunità costiera, il futuro del nostro paese-porto».

«La Pro Loco – prosegue la nota stampa -, postazione civica e di legalità con sede dei servizi di informazione nell’area portuale, ritiene tra l’altro che il Porto di Vibo Marina, come da progetti già noti avviati dall’AdSP, abbia necessità di interventi urgenti per diventare più moderno e funzionale, a partire dai lavori di dragaggio che limitano l’accesso alle navi a pieno carico; di essere meglio protetto da una nuova diga foranea, ammodernato e reso più sicuro nelle banchine di carico, che dovrebbero essere allargate nelle aree dismesse adiacenti alle aziende, per consentire lo stoccaggio di merci/TEU e l’assemblaggio di impianti prima dell’imbarco; di migliorare i collegamenti stradali con la zona industriale e l’autostrada, realizzare la stazione marittima e il collegamento ferroviario; di incrementare i traffici di import/export, il settore crocieristico e i collegamenti passeggeri con le vicine Isole Eolie. Mantenendo e sviluppando al meglio il ruolo storico di porto internazionale polifunzionale, con funzioni diversificate che guardano al Mediterraneo e alle Isole Eolie, il porto di Vibo Marina garantisce tutte le attività tipiche di uno scalo di seconda categoria (non militare), di prima classe (alto interesse internazionale): commerciale e approvvigionamento energetico, peschereccio, passeggeri e croceristica, turismo e diporto, servizi di Guardia costiera, Guardia di finanza, soccorso in mare ed emergenze in Calabria».

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Tra queste attività, «il settore commerciale – aggiunge il Consiglio di amministrazione del sodalizio – rimane ancora importante e strategico per mantenere lo status di porto statale, rappresentando il motore dell’economia dell’infrastruttura e dell’occupazione nei servizi e nell’indotto, che meritano la dovuta attenzione. Vibo Marina è il principale porto per l’import-export della Calabria (escluso il hub di Gioia Tauro specializzato in movimentazione TEU), con circa 200 navi all’anno, di cui il 10-20% sono navi cargo che imbarcano prodotti delle aziende metalmeccaniche vibonesi da destinare al mondo, mentre l’80-90% sono navi cisterna che riforniscono di carburante la regione. Come noto, Vibo Marina rappresenta il porto di rifornimento energetico di carburante per tutta la Calabria: se si fermasse il Porto di Vibo, si bloccherebbe l’intera regione. Inoltre, dallo sdoganamento del carburante presso il porto di Vibo Marina, che avviene versando le imposte nel porto di arrivo del prodotto energetico, lo Stato incassa circa 250 milioni di euro all’anno (oltre 500 milioni quando le navi arrivavano a pieno carico). Di questi, il 10% va alla Regione Calabria. L’ente locale dovrebbe impegnarsi a recuperare risorse per la manutenzione, almeno delle strade di accesso».

«Pur disponendo di spazi destinati a pontili e di una lunga tradizione nel diporto, fatta di professionalità e accoglienza, secondo diversi pareri, tra cui quello della Pro Loco, il Porto non può essere destinato in futuro esclusivamente al turismo; in tal modo, rischierebbe di perdere il ruolo di porto statale, diventando un porto di rilevanza regionale, con il pericolo di perdere importanza e competitività, nonché di ridurre i servizi e l’attenzione di istituzioni fondamentali come la Capitaneria di Porto, i Vigili del fuoco e la Dogana, già demansionata senza adeguata risposta da parte della politica e delle amministrazioni locali. L’ipotesi di spostare i depositi costieri nel retroporto, nell’area Zes, riportata dalla stampa e giustificata da esigenze di sicurezza del centro urbano e supportata da piani di emergenza, deve essere valutata con estrema attenzione, salvaguardando lo sviluppo economico e l’occupazione, mantenendo il terminal petrolifero nel porto e reperendo i fondi necessari per la costruzione di nuovi depositi a Vibo. È importante supportare le aziende locali che altrimenti potrebbero abbandonare Vibo, come già accaduto in passato. Gli spazi eventualmente liberi in futuro dai depositi costieri dovrebbero essere utilizzati per perseguire un interesse pubblico: allargare le banchine e sviluppare il traffico commerciale e passeggeri, evitando di destinare tali aree alla costruzione di edifici e alberghi sul porto. Attualmente – conclude il Consiglio di amministrazione della Pro Loco di Vibo Marina -, il mancato dragaggio dell’imboccatura del porto comporta l’arrivo di petroliere a mezzo carico, che talvolta non soddisfano tutte le esigenze della Calabria. Il rimanente carburante viene trasportato via terra dai depositi di Napoli, Taranto e Milazzo, dove si riscuotono gli oneri doganali e le imposte di accisa, con un introito per lo Stato di circa 250 milioni di euro all’anno (oltre 500 milioni quando le navi arrivavano a pieno carico). Possibile che la Regione Calabria non si attivi, non si preoccupi della riduzione nel suo bilancio delle entrate per le accise (da 50 a 25 milioni di euro) a causa del ridotto arrivo di carburante al porto di Vibo Marina?».

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