martedì,Aprile 23 2024

Il consiglio regionale surroga Wanda Ferro, Giuseppe Mangialavori “rientra” a Palazzo Campanella

Il neo eletto senatore di Forza Italia si trova però in una posizione d’incompatibilità e verrà a sua volta sostituito dal primo dei non eletti con la Casa delle libertà

Il consiglio regionale surroga Wanda Ferro, Giuseppe Mangialavori “rientra” a Palazzo Campanella

Il consiglio regionale ha votato le surroghe dei consiglieri regionali Giuseppe Cannizzaro e Wanda Ferro, eletti al Parlamento lo scorso 4 marzo. Al posto di Cannizzaro, è subentrato Giuseppe Pedà, già sindaco di Gioia Tauro, primo dei non eletti nel 2014 nella lista della Casa delle Libertà nella circoscrizione di Reggio Calabria. Al posto della Ferro, poi, il consiglio regionale ha votato la surroga di Giuseppe Mangialavori, primo dei non eletti nel 2014 nella lista della Casa delle libertà nella circoscrizione centrale, già consigliere regionale in questa legislatura fino all’ingresso della stessa Ferro dopo l’accoglimento di un ricorso dell’ex presidente della Provincia di Catanzaro, quale candidata perdente alla carica di presidente della Regione, contro la formulazione dell’attuale legge elettorale regionale. Peraltro, anche Mangialavori, non presente oggi in aula, alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo è stato com’è noto eletto senatore con Forza Italia, pertanto anche per Mangialavori, a termini di regolamento del consiglio regionale, si attiverà la procedura di dichiarazione di incompatibilità, che prevede l’istruttoria da parte della Giunta delle elezioni: se Mangialavori sarà dichiarato, al termine di questa procedura, incompatibile o dovesse optare autonomamente per la carica di parlamentare (disattivando in questo modo la procedura stessa), al suo posto in Consiglio dovrebbe subentrare Claudio Parente, già consigliere regionale nella passata legislatura, primo dei non eletti nel 2014 con la Casa delle libertà nella circoscrizione centrale, anche se in Consiglio regionale è stata deposita la diffida di un altro non eletto nel 2014, Gianpaolo Chiappetta, che rivendica un posto nell’assemblea calabrese in base a una particolare interpretazione della legge elettorale.

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