martedì,Marzo 19 2024

Comune Vibo, l’opposizione “punisce” l’ottimismo del sindaco

Diversi gli interventi in aula. Nuovo affondo di Luciano (Pd) contro una amministrazione che «ha dei padri padrone». Schiavello (Forza Italia): «Dichiarare il dissesto è il fallimento di tutti»

Comune Vibo, l’opposizione “punisce” l’ottimismo del sindaco
L'aula consiliare durante una seduta del consiglio comunale
Domenico Santoro (M5S)

Duri gli interventi oggi sul Bilancio da parte della minoranza consiliare nel corso del consiglio comunale di Vibo Valentia. Tra gli altri esponenti dell’opposizione, hanno preso la parola il capogruppo del Movimento 5 Stelle e del Pd, rispettivamente Domenico Santoro e Stefano Luciano, e il consigliere di “Vibo democratica” Giuseppe Policaro.   

Il primo a prendere la parola è stato Santoro che, tuttavia, ha riconosciuto che «oggi il libro dei sogni delle opere pubbliche ha il 20 per cento di positività e noi del Movimento 5 stelle ci siamo impegnati per questo obiettivo. Molti fondi arrivano dal governo Conte. Questo Piano forse ci proietta verso una città civile, penso ai concorsi di idee, ma non ci proietta nello sviluppo urbano. Trascura il centro storico – ha rimarcato il capogruppo –  E poi ci sono progetti deleteri, come il mercato a Moderata Durant perché elimina l’unica economia che c’è nel centro storico: ossia il mercato ortofrutticolo di via delle Clarisse. Evitiamo quindi di fare progetti spezzatino». Santoro ha, poi, chiesto all’amministrazione di essere più trasparente, «noi  – ha chiuso – dobbiamo avere i progetti, pubblicate gli allegati».

Giuseppe Policaro
Giuseppe Policaro (“Vibo democratica”)

La parola è passata a Policaro, il quale ha fatto presente che «parliamo delle stesse criticità e degli stessi problemi. Ha ribadito «l’importanza di avere i documenti nuovi di interesse comuni. Come la nota della Corte dei Conti ed ho la sensazione che determinati approfondimenti derivino dal fatto che l’amministrazione non sia stata abbastanza chiara. I magistrati contabili hanno interesse ad applicare la legge e capire se ci siano o meno le possibilità per esprimere un parere positivo sul Piano di riequilibrio finanziario. Il sindaco – ha aggiunto il consigliere di minoranza – ci dice che è un bilancio istituzionale come se gli altri non lo fossero. Sindaco – ha detto Policaro rivolgendosi direttamente alla Limardo – tutti i bilanci vanno verso la direzione di soddisfare i bisogni dei cittadini e del risanamento. Beh, siamo tutti d’accordo, ma non adottando aforismi che ci allontanano dalla verità. Le acque non sono tranquille, ma voi lo sapevate. Le problematiche erano note a tutti. Nessun elemento di novità». [Continua in basso]

Tornado alla lettera della magistratura contabile, «il sindaco la vede positivamente. È ottimista. Noi ci fidiamo delle parole dette in aula, ma attenzione: purtroppo la Corte dei Conti dice che vuole dei chiarimenti perché ci sono dati inattendibili.  Falsi? Io dico  – ha avvertito Policaro – stiamo attenti perché la Corte ci dice di correggere il tiro. Chi sta lavorando alle controdeduzioni lo deve fare pertanto con la massima attenzione. La verità, peraltro, è cristallizzata nei documenti». Policaro ha poi rilevato che «nessuna parola è stata riservata alla riscossione. Nulla di nulla. Sotto accusa anche la esternalizzazione di alcuni servizi, pagamento stipendi, servizio idrico e altri.  «Necessari – ha detto il consigliere – ma sono sempre spese. In sintesi, mi sembra di capire che il Bilancio si basi sui 12 milioni del Governo. Senza questi soldi di cosa parlavamo? Non ci sono elementi di novità. E se a voi non dà fiducia la Corte dei Conti non posso di certo darla io». Ha detto sempre il consigliere.

Stefano Luciano
Stefano Luciano (Pd)

Quindi Luciano, il cui intervento è stato tutto un attacco politico all’amministrazione: «Il tema  –  ha detto l’esponente democrat – si presta a delle approfondite considerazioni. Soprattutto da parte nostra che resistiamo alla omologazione del pensiero unico che è uno dei grandi limiti di questa amministrazione. Vale a dire l’abbattimento di ogni singola sensibilità politica, di ogni angolatura personale. Avete dei padri padrone che danno la linea e senza dare un contributo di partecipazione politica per poter cambiare rotta. Ma  –  ha aggiunto Luciano – non è detto che una maggioranza debba omologarsi al pensiero unico. Una maggioranza dà anche un contributo se le singole personalità lo danno. Sono due anni, invece, che assisto a disastri che nessun gruppo di maggioranza riesce a correggere. Noi per cultura non siamo omologati al pensiero unico. Io non vedo termini di confronto, non ho visto un contributo che provenisse da un solo gruppo di maggioranza. Vede sindaco, la fine della sua amministrazione è stata certificato oggi quando lei ha dovuto rimproverare la sua maggioranza che non ascoltava l’atto politico fondamentale. Vuol dire che è finito l’entusiasmo. È finita la poesia. La fine della politica sancisce la fine di una amministrazione nata male, che nel tempo ha manifestato le sue contraddizioni». [Continua in basso]

Il capogruppo ha, però, sottolineato che  «noi a fronte di questa situazione di oggettivo fallimento, avremmo gioco facile a scavare a fondo e a fare rumore per attaccare in maniera frontale chi ci amministra. Ma il fatto che la città sia ridotta in questo modo non è motivo di esaltazione. Al contrario, viviamo questo momento come drammatico. E quindi non cantiamo vittoria e cerchiamo di capire quali siano state le problematiche strutturali che hanno determinato una involuzione complessiva dei fattori economici, amministrativi, sociali, etico-politici, con la serietà di chi, presentandosi come alternativa, rimarca un distinguo sostanziale da voi.  Voi  –  ha detto, tra l’altro, Luciano – per affermare il vostro mondo avete pensato di distruggere gli altri attraverso il progetto di gestione del potere fine a se stesso che ha perso come obiettivo il bene comune: da una parte siete andati avanti con i vostri accordi folli, non sostenibili, votati al comparaggio politico. L’altra grande problematica con la quale non vi siete confrontati è stata l’incapacità di dare dignità all’istituzione. Voi avete consentito la mortificazione dei due organi: consiglio e giunta. Forzando il regolamento comunale avete fatto del Consiglio un mero luogo di passacarte. La giunta, invece, è stata mortificata quando è stata presentata di alto profilo. Io avevo detto che non la riconoscevo tale perché era priva di sostanziali novità, anagraficamente superata. Ma cosa significa – si è chiesto ed ha chiesto Luciano – di alto profilo? Innanzitutto l’alto profilo è personale, ossia culturale e non siete così. Non è possibile che vengano tagliate delle teste nell’assoluto silenzio di altri componenti della giunta. Come avete potuto  –  si è domandato ancora il capogruppo – non dire nulla quando è stato tolto Pacienza? Questo esecutivo mortifica nell’assoluto silenzio. E poi la Falduto mandata via anche lei senza alcuna spiegazione. Sulla nota della Corte dei Conti anche Luciano ha invitato a rimanere «attenti e prudenti» ed a contenere l’ottimismo.

Antonio Schiavello
Antonio Schiavello (FI)

Poi la maggioranza. Tra i consiglieri che si sono alternati al microfono, Antonio Schiavello, consigliere Forza Italia e Giuseppe Cutrullà, esponente di “Città Futura”.  In particolare, il consigliere azzurro si è detto convinto che «in questa aula qualcuno non aspetti altro che si dichiari il dissesto. E invito pertanto i colleghi di opposizione a riflettere fortemente su questo. Io vedo in voi la nuova classe dirigente e non mi sembra corretto che noi ci assumiamo delle responsabilità che non ci competono. Io invito pertanto maggioranza e opposizione a fare quadrato e fare capire qual è la causa di un dissesto finanziario, da dove parte e il lavoro che questa amministrazione sta facendo per evitare il tutto. Dichiarare il dissesto è il fallimento di tutti. E io non ci sto».

Giuseppe Cutrullà (Pd)
Giuseppe Cutrullà (“Città futura”)

Cutrullà, dal canto suo, ha fatto presente che il Piano delle opere pubbliche è stato già finanziato. I soldi ci sono, non sono favole. Nel suo intervento, il capogruppo Luciano ha denigrato e diffama l’intera giunta, perché definire voi non di alto profilo è diffamatorio. A Luciano non è mai andata giù questa giunta. Per quanto mi riguarda è inattendibile il suo giudizio politico. Parlava di un sindaco che si doveva dimettere. Sono scivoloni. Dal 2005 al 2018 ad oggi – ha aggiunto Cutrullà – le amministrazioni hanno sempre votato il Bilancio in seconda votazione. Noi no. Tutto passa in prima convocazione. Il capogruppo del Partito democratico è stato lasciato solo dal suo stesso partito. Il nostro sindaco dialoga con tutte le istituzioni ed è una persona libera». 

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